Lo Stato - anno II - n. 15 - 30 maggio 1961
dato prova il regista, compiacendosi delle mo– struosità più ripugnanti, dei oontrasti più sgra– devoli, delle aberrazioni più disgustose. Anche una ,giuria laicista, nella mancanza di misura dovrebbe essere portata a riconoscere un difetto che limita l'interezza e la compiutezza di un'opera d'arte; la giuria di Cannes, invece, non ha rilevato questa limitazione e, pur aven– do da premiare un film delicatissimo e poetico come Une aussi longue absence di Hlenzi Colpi (il dramma di uno smemorato risolto dn chiave di puri'ssimo intimismo cinematografico) ha preferi– to affiancarlo ex-aequo al film di Bufi.uel, riser– vando anche a quest'ultimo l'onore di arrivare «primo » nella gara del festiva!. Perché? La risposta è probabilmente affidata a un altro premio, •quello « speciale de1la giu– ria», attribuito al film polaoco Madre Giovanna degli Angeli, in cui, come si ricorderà, si pren~ deva lo spunto da un caso di satanismo per ne– gare polemioamente Satana, la Reltgione, }e vir– tù religiose, l'esistenza di Dio (dn linea con il marxismo). Questo film - artisticamente piutto– sto serio - aveva molte possibilità di avere il primo p:remio e, se non lo ha avuto, sembra che lo si deba a un « consiglio » del governo LE SCHEDE GALBRAITH e i " Grandi problemi,, francese all'organizzazione del festival (un « con– siglio » suggerito dalle reazioni dei cattolici polacchi contro il film); il festival ha trasmesso il « consigHo » alla giuria e la giuria, indispet– tita, ha rinunciato a:l film polacco (che comun– que ,poi ha premiato) e gli h:a preferito quello spagnolo che, data la sua ,provenienza, non po– teva essere oggetto di speciali dnibizioni: dando così Uibero sfogo a quell'anticlericalesimo che tanto è diffuso tra i clercs di Francia e che quest'anno a Cannes non poteva meglio affer– marsi, imporsi, vendicarsi. Cosi se il fesmval, anche nella sua seconda settimana, ci ha offerto film degni di nota (l'americano A raisin in the sun, s'lllll'integra– zionie razziale, Aimez-vous Brahms, di Litvak, dal romanzo della Sagan, e gli italiani Che gioia vivere, di Clément, e La viaccia, di Bolo– gnini, premiati come ,miglior selezione) la gaffe polemica dd quel premio a Bufi.uel non ce lo farà ricordare con simpatia. Perohé quest'anno a Cannes, nonostante De Gaulle, ha vinto l'irre– ligione. E con un film prodotto in Spagna. No– nostante Franco. GIAN LUIGI RONDI L'odierno orientamento politico dei gruppi liberali che negli Stati Uniti rivendicano la continuità con la tradi– zione derrwcratica e progressista risa-– lente alle idee di Thomas f efferson, appare quanto mai equivoco ed incon– seguente rispetto alle premesse storiche dalle quali esso trae origine. Un rapido sguardo a tali premesse ci porta a conoscere lo spirito della de– rrwcrazia di f efferson in relazione alla funzione dello Stato nella al.lorgiovane nazione americana. In contrapposizio– ne ai piani di fohn Hamilton e del Partito Federalista intesi a centraliz– zare al massirrw l'organizzazione am– ministrativa del nuovo Stato, i fautori della democrazia agraria raccolti nel Partito Repubblicano diretto dallo sta-– tista della Virginia oppDnevano la vo– lontà di limitare le funzioni del go– verno e· della amministrazione statale al minimo necessario per garantire la convivenza sociiale.Questo ideal,e, lun– gamente vagheggiato dagli americani nel secolo scorso, prima che gli Stati Uniti affrontassero le conseguenze gra-– vose delle respDnsabilità mondiali che negli ultimi decenni hanno provocato un forte contraccolpo al,l'interno, sem– bra esser s!Jatorovesciato dai liberaJ,i americani dei giorni nostri. Tralascian– do di considerare le idee e l'atteggia-– mento politico dei radicali sostenitori del New Deal negli anni dopo il 1930 e durante tutto il periodo rooseveltiano, la conferma di tale rovesciamento di Posizioni appare in tutta la pubblici– stica liberale di questo dopoguerra, giù fino al libro di fohn Kenneth Gal– braith, apparso recentemente nella tra-– duzione italiana sotto il titolo di « I grandi problemi » nelle edizioni di Comunità. Il Galbraith, resosi famoso con l'opera « The Affluent Society » best-seller nel 1959, ha partecipato alla formulazione del programma del Pre– sidente Kennedy ed ha ora assunto lo incarico di ambasciatore degli Stati Uniti in India. Egli fa parte del grup– po di intellettuali neo-rooseveltiani ca– peggiato da Arthur Schlesinger che collabora con il giovane Presidente nel– l'opera volta a definire la politica del– la « Nuova Frontiera», onde il volu– me in questione può aiutare ad inten– dere il significato che essa potrà as– sumere nei prossimi mesi. Dall'insieme dei temi trattati nei vari saggi che compongono il libro, è lo statalismo ad apparire quale tocca– sana dei mali. che oggi affliggono l'America. In polemica netta, anéhe se espressa in tono ironico, con quanti intendono impedire una ulteriore in– gerenza dello Stato nelle questioni economiche, Galbraith suggerisce il rimedio offerto dalla pianificazione e da una politica produttivistica e di sviluppo diretta dallo Stato. Anche se questo è il succo dell'opera, nei singoli capitoli riguardanti « la strategia del– la competizione pacifica», « il declino della macchina », « l'economia e l'ar– te », le misure richieste per bloccare l'inflazione; ed altri argomenti di va-- Lo STATO 31 bibliotecaginobianco
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