Lo Stato - anno II - n. 15 - 30 maggio 1961
do omnai il tempo ha sfumato i contorni della figura dell'uomo, è il primo passo per la creazio– ne del mito di un Pavese comuni!Sta che. dia al PCI il diritto di una cittadinanza ufficd:ailenel mondo della oultura ita:liana contemporanea, peraltro così debole e suggestionabile da non porsi nemmeno il problema di una objettiva ver:ifica. Ma catturato l'uomo da vivo, possedutolo da morto, si presenta il ,problema di a:equi.:sire la sua opera, di ridimensionarla nell'ortodos:sia, affin– ché la creazione del mito sia completa; ciò deve avvenire in una forma che consenta la più ampia comunicazione col pubblico, con quel prubbltco borghese-intellettuale nel quale .il PCI recluta tanti utili idioti per le sue organiz,zazioni cultu– rali parapartitiche. Nlasc-e così, per la compagnia del Piccolo teatro di Milano (immaginiamo regolarmente sovven– zionata dallo Stato Italiano) il copione della « Storia di Pablo », « libero -adattamento», d~ce la didascalia di copertina, « dal romanzo Il Com– pagno di Cesare Pavese». In che cosa consista il « libe:r,oadattam,ento » non è difficile im,maginarlo. Laisciando quasi completamente intatta la capacità poetica e il respiro culturale di Pavese, pren 1 dendo spunti anche da altre sue opere, il riduttore, Sergio Ve– litti, un Carneade del « collettivo intellettuale» CINEMA LA VENDETTA oannes, maggio Se qualche anno fa qualouno ci avesse detto che la vittoria di un film spagno1o a un festival internazionale avrebbe costituito la vittoria del– l'irreligione non lo avr,emmo certo p!l'eso sul serio. A meno che in Spagna non dovessero so– praggiungere mutamenti politici radicali. Al palazzo del Pardo, invece, vive ancora - e paternalisticamente governa - il ,gen.eralissi-. mo Franco, la sua censura cinematografica è quotidianamente chiamata dn causa dai mar– xisti nostrani quando hanno bisogno di esempi particolarmente oscurantisti e noi a Cannes abbiamo vd:stoproiettato - e poi premiato col massimo premio - 1lll1 film come Viridiana di Iruis Bufiuel, che rappresenta senza dubbio quanto di più irriverente nei confronti della Religione Cattolica e quanto di più sacrilego abbiamo mai visto dacché andiamo al cinema (eccezion fatta, forse, per l'esecrabile Age d'or dello stesso Bufiuel). bibliotecaginobianco comunista, riduce l'opera di Pavese (in verità una delle meno significative) nei termini più rigorosi dell'ortodossia marxista, 1 in modo da far pensare che mentre per « Il Compagno», !in uno stato comunista, Pavese sarebbe stato trattato alla stregua del ,povero Pasternak, per « Storia di Paiblo», avrebbe potuto ottenere qualche im– portante premio. Si tratta quindi dell'autocrit:iJCapostuma dello scrittore, il quale non sfug,ge, oltre la morte, al suo dovere di militante, sia pure forzato, nel Partito Comunista. Ma si tratta anche di una nuova testimo– nianza della capacità del comunismo di occupare spazio in tutti i settori della vita del nostro paese, di comunicare il isuo messaggio attraverso tutti i .canali. Ed è dovere dire che, ,salvo restando il giudizio del critico sulla realizzazione teatrale dell'opera, « Storia di Pablo » è ,stato 'scritto con intelligenza, e col preciso scopo di cogliere fil 'ber– saglio di un detemninato pubblico incline ad es– sere sedotto da queS'to tipo di teatro. E, per quanto sia vano, ripetiamo a chi am– ministra un potere fine a sé stesso, che vogliamo aJ.meno es!Sereliberati dall'ipocrisia di un anti– comuni.!smo quale giustificazione verbale di un privilegio ingiusto, per poter dire con Pavese: non più servi, sapemmo di essere soli e vivi. ALESSANDROdi GABRIELE DEI CHIERICI Oome un film simile possa esser stato pro– dotto in Spagna e, dopo, inviato a rappresentar– la ad una manif estaz.ione internazional,e è un mistero che p~obabilmente non delucideremo mai: è possibile invece scoprire i motivi che hanno indotto la giuria laicista del festival a esaltarlo fino al massimo alloro. Intendiamoci: su un piano strettamente «crociano», il film non è un brutto film perché Bufiuel, per sfogare il suo livore contro il Cattolicesimo - raccon– tandoci di una nov 1 izia che, dopo un tentato stu– pro e un goffo tentativo di apostolato caritativo, si tuff a nel male del mondo - ha 1 messo mano a Goya e ai picareschi ottenendo con il lin– guaggio cinematografico dei risultati di orrido, ma suggestivo effeto stilistico. Questa srug,ge– stione, però, q'll'esta efficacia stilistica sono a nostro avviso inficiati non solo dal movente pa– rossistico e quasi frenetico, ma anche - e su. un piano strettamente artistico - dall'assoluta mancanza di mlsura di cui ad ogni pa!sso ha
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