Lo Stato - anno II - n. 15 - 30 maggio 1961
MENTO era che la proprietà e che la vita, per consenso del genere umano. Il problema non è vita o proprrietà: è se si possa usar la violenza privata o lo Stato debba imporre con la forza il civile i-mpero della legge. Se questo Stato sarà vinto d,a.,llaviolenza comuni– sta, vedrà quale progresso ne avranno i sindacati e la causa della vita ,e della libertà umana! Comunisti e Sloveni, D.C. e Alto Atesini Il PCI ha pubblicato una sua risoluzione sui di– ritti della minoranza slovena. La risoluzione del PCI chiede in sostanza la « slovenizzazione » della Vene– zia Giulia. Chiedere infatti la totale parità tra cultura italiana e cultura slovena, in tutti i settori della vita sociale giuliana, significa in pratica voler ,assistere alla graduale slavizzazione di Trieste. Abbiamo ceduto alla Jugoslavia terre italiane: Za Jugoslavi•a ha creato in quella regione (proprio in quanto Jugoslavia comu– nista) condizioni in cui gli italiani, in quanto fedeli alla tradizione cristiana e a quella della dignità umana non possono vivere. Gli sloveni in Italia vivono liberamente; godendo della pienezza dei diritti civili e democratici. Andare oltre è contro ogni giustizia ed è un insulto alle sofferenze dei fratelli istriani. Ma non c'è dubbio: il senso dJel cammino è quello indicato dai comunisti. I d.c. seguono semp,re la linea della sinistra, limitandosi ad azioni di ritardo. Tanto più. che a Trieste la DC è una DC di sinistra. che campa di sottogoverno. Assistiamo anche a questo scandalo: la DC non ce ne risparmia nessuno. E intanto un'altra DC, quella trentina, guidata dagli on. Piccoli e dal simbolo femminile del1.a DC, l'ineffabile on. Conci, tende la mano allJa SVP. Che cosa fanno i capi d.c. tirentini a Klagenfurt? Forse l'Italia deve essere raptpresentata d:al ministro Segni e la DC dall'on. Conci? Si vuol forse barattare il cedimento a Bolzano con la sicurezza del potere d.c. nell'assemblea regionale trentina? I fatti parleranno: ma ormai siamo abituati a tutto. Degli ex Comunisti Leggiamo con piaicere alcune frasi di M. Pellicani su « La Giustizia ». « Poiché in questi ultimi quaranta anni abbiamo avuto in tutto il mondo esperienze tra– giche e sanguinose di dittature di tipo fascista e na– zista che sono sorte nell'alveo dello Svato laico e delle matrici post-hegeliane; e poiché accanto a queste e ad altre esperienze di dittature laiche di d(Mtra, altre esperienze non meno tragiche e sanguinose si sono avute di sinistra - per queste ragioni riteniamo che il concetto tradizionale (anticlericale) di Stato laico sia non diciamo superato, ma oerbamente insufficiente. Uno Stato veramente laico, moderno, non può non essere uno Stato in cui la libertà dell'uomo non sta alienata da nessuna forza ». Sono parole vigorose e, dette al congresso radicale sono anche parole coraggiose. I radicali non perdonano di essere sermoneggiati. La sinistra d.c. rimp,rovera a Pellicani di essere un ex-comunista. Questi signori hanno veramente perso il .,.,r _______ ..,. ___________________________________________________________ bibliotecaginobianco ___________ . .. .._.._._.._._ .. . .......................... _. _________________________ ~ ricordo del pudore. Ma non crediamo che questo sia il suo merito: un saragattiano di puro ascendenza ignorererebbe i veri problemi di fondo mentre un ex– comunista, per uscire dal comunismo in modo auten– tico, deve aver fatto i conti con il p,roblema della verità, cioè con i massi-mi p,roblem.i dell'uomo. Auguriamo a Pellicani di proseguire il suo oam– mino. L'essere saragattiano è un momentaneo infor– tunio. Ricordiamo che in Italia non c'è n•emmeno una socialdemocrazia: abbiamo soltanto d1el Saragwt: ed è merce passata. Il credere che la nullità ideologica del PSDI copra veramente Z.asperanza di « uno Stato non alienato » è veramente aver preso toma per Roma. Voci di "Periferia,, Ogni tanto « Periferia » riprende le pubblicazioni Questo foglio della Democrazia Cristian,a di Pesaro, che segnò i p,rimi passi di Forlani dall'entourage di Giorgio Tupini alle fortunate mete di Iniziativa de– mocratica, è un foglio intermittente. Esce se c'è qual– che ragione. Periferia come le rondini: e se questa rondine vuol dire l·a crisi della convergenza, è una rondine per noi benvenuta. Essa ci riporta anche brani di nostri articoli di « Cronache sociaili ». Scriveremmo ancora oggi che << un regime clerioale e quindi autoritario non aumen– terebbe, ma diminuirebbe il p,restigio popolare del cattolice•simo italiano ». Anche questi sono quindi ben– venuti. Non scriveremmo più invece l'elogio della partito– crazia né quello della DC: ma questo perché siamo ri– masti fedeli all'ideale di uno Stato giusto e autore– voZe, non legato a nessun interesse, forte per poter es– sere imparziale, imparziale p·er poter essere giusto. Vogliamo la riforma dello Stato perché sva attuata la giustizia, che non esiste fuori dell'ordine morale e civile. Noi non vediamo invece altro che debole governo e sottogoverno: e vediamo il totalitarismo ateo ap– profittare del debole governo e del sottogoverno, appro– fittare delfa lotta che il laicismo più acre, quello degli intellettuali di sinistra e de-i radicali, compi'e contro tutto ciò che ha nome di religione, per avanzare non tanto nel nostro popolo, quanto rvel nostro Stato. Vo– gliamo ciò che voleva Don Sfarzo, anche se si è fatto del sacerdote siciliano un precursore dell'on. Moro e un precursore ma;lgxè J.ui d)eWapertura al marxxismo. Se la DC vol,esse essere capace di autentica moralità politioa, se affrontasse i problemi della lotta al comu– nismo e al malcostume, non avremmo obiezioni al po– tere democristiano perché non abbiamo ambizioni. Ma la realtà ben la conosciamo. Il « reame dei franchi » fa veramente << una grande pietà ». La corruzione interna ed il nemico esterno sembrano destinati a diventarne padroni. Abbiamo citato be parole e la speranza di S. Giavanna d'Arco perché gli amici di « Perife.ria » hanno messo, a com– mento di una nostra frase, l'immagin•e di un nobile inglese, tratta da un film su S. Giavanna d'Arco. Oh, no cari amici. Mgr. Cauchon ed il conte di Warwkk siedono sempre al potere, sono i potenti di tutti i regimi. Oercateli attorno a voi, non attorno a chi non ha altra arma che l!a parola e altra sp•eranza che l'aiuto di Dio e la buona volontà del patpolo. 17
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