Lo Stato - anno II - n. 15 - 30 maggio 1961

no», ha dichiarato il Sottose– gretario Steiner, ma subito do– po ha aggiunto, a scanso di equivoci che in ogni caso «Vien– na non intende rinunziare al principio dell'au todeteriminazio– ne ». Il che equivale a dire che l'Austria non ritiene più vinco– lanti, per quanto attiene alla questione alto-atesina, i trattati d:i pace sottoscritti dai suoi Go– verni dopo le due ultime guerre mondiali e persino l'accordo De Gasperi-G riuber ! Ma non è questo il solo punto da mettere in rilievo. Altri ve ne sono non meno rivelatori delle intenzioni austr:iache e dello spi– rito di aggressività che le ani– ma. Se gli austriaci fossero stati guidati da idee veramente, e non soltanto a parole, distensive, non si sarebbero abbandonati a talu– ne manifestazioni di autentica faziosità: ci riferiamo, in par– ticolare, alla inclusione tra i membri della delegazione au– striaca della -stgnora Stadl• mayer, attualmente detenuta a . Bolzano per ordine della Magi– stra tura italiana, e alla poltron– cina verde ad essa ri:servata e ostentatamente lasciata vuota nella sala del convegno, come pure non possiamo non sottoli– neare come grave atto da.delibe– rata ostilità austriaca verso la Italia l'inclusione neHa stes 1 sa delegazione del leader degli estrnrnisti tirolesi Oberham– mer, eontro il quale, come è noto, qualche tempo fa la no– stra Magistratura ha emesso mandato di ca;ttura per atti– vità anti-'italiana svolta nel ter– ritorio nazionale. L'Oberham– mer, pertanto, si trova per la nostra legge nella posizione giu– ridica di «latitante», e suscita stupore e costernazione il fatto che nessuno dei ,componenti del– la delegazione italiana abbia menomamente reagito contro 'llll simile insulto alla sovranità ita– liana e non abbia considerato essere inammissibile iper qual– siasi cittadino italiano, e quindi a ·maggior ragione per esponen- 12 bibl caginobianco ti qualificati del Governo -italia– no, di aver contatto per qual– siasi motivo con un individuo che si è posto in contrasto con la legge dello Stato fino al pun– to da rendersi latitante. A che vale ricordare che, nel precedente incontro di Milano, la delegazione austriaca fu tal– mente intransigente da inter– rompere bruscamente le tratta– tive quando si era ancora nella fase ,preliminare e per motivi che sono lontani le mille miglia da quelli veraimente di prestigio nazionale da noi rilevati? A che vale osservare che, di fronte a tali motivi, sarebbe stato più -che doveroso un atteggiamento •di rigida intransigenza da parte della delegazione italiana? Una palla di piombo B fatto è che ai «·veleni» del– la convergenza tl nostro Gover– no non riesc 1 e a sfuggire ormai più nemmeno nel -settore dei rapporti inteét'nazionali; che il senso del « precario », del « prov– visorio», del «contingente», ti– pico della mentalità convergen– te in politica interna, comincia a contagiare la politica interna– zionale; che la deformazione in senso « partitocratico » della no– stra vita costituzionale sta im– ponendo alla politica estera ita– liana «idolatria» del compro– messo, facendo dimenticare che, quando si tratta della difesa della dignità na~ionale e dei confini della 1 patria, non si può indulgere al compromesso. Sono conisi!derazioni amare, queste, ma dobbiamo pur farle. Sappiamo bene di essere isolati, o quasi, nel concerto della gran– de -stampa di informazione, le– gata in gran parte ai -partiti del– la convergenza o, per essere più precisi, ai loro attuali dirigenti oppure alle ideologie marxiste e antinazionali; ma siamo certi che ogni italiano, che 1 sia penso– so della Patria e voglia celebrar– ne in cuor suo il centenario d'el– la unificazione, è con noi nel fare le riflessioni che abbiamo fatto, con noi nel giudicare inammissibile il comportamento dei deputati democristiani Elisa– betta Conci e Flaminio Piccoli, che unitamente a Kassler, capo– gruppo della DC al Consiglio re– gionale del Trentino-Alto Adige, si sono precipitati a Klagenfurt a tentare rm « terno » alla loro popolarità elettorale. Ci si accu– serà, forse, di « ol-tran~ismo na– zionaHsta », se ricorde'I'lemo agli immemori che 1a On. Conci eb– be, insieme all'On. Helfer, at– tuale Sottosegretario allo Spet– tacolo, «magna pars » nella re– dazione di quello Statuto della Regione Trentino-Alto Adige, che, mettendo da parte gli inte– ressi del ,gruppo etnico italiano, ha avuto di mira soltanto la tu– tela della minorainza tedesca? E se ricorderemo, ancora, che il democristiano Kas:sler è l'aiutore del famoso « piano » per le de– leghe legislative alla provincia di Bolzano e .che .tale piano, in– dubbiamente pieno di pericoli per gli italiani alto-atesini, è caldeggiato dagli attuali diri– genti della Democrazia Cri– stiana? Di che, allora, meravig'.liarsi se esponenti austriaci, all'inizio della conferenza di Klagenfurt, non hanno esitato a dichiarare che « l'autonomia deve essere, per gli alto-atesini, un diritto e non H frutto di una ptresunta generosità italiana » e che agli alto-atesini di origine tedesca dovrà essere « garantita la prio– riità rispetto agli italiani nel campo del lavoro ? Avevamo detto all'inizio che la delegazione italiana è ormai ca.stretta a difendersL Chi ·si di– fende soltanto prima o poi ar– retra e sipesso si arrende.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=