Lo Stato - anno II - n. 14 - 20 maggio 1961
Marxismo sul giradischi Col passa·re del tempo ogni denun– cia .deimezzi di espansione e di con– quista culturale deUe organizzazioni comuniste in Italia diviene sempre più un atto ,puramente pl,atonico che fa con.siderare chi lo eompte un illuso e sorpassato utopista. Dice Malraux: l'abitudine alla di– sperazione è peggiore della dispera– zione stessa; con una :parziale para– frasi si può dire elle l'abitudine ana presen~a e all'influenza del Comu– nismo è 'lUl pratico atto di sogge– zione e di accettazione di e:sso. Ha quindi il valore di un rifiuto di accetta/re il potere che all'orga– nizzazione comunista viene consen– tito di esereitare, anche un t!emplice atto di protesta e di testimonianza che, come questa nota, viuol ;porre in evidenza le strade elle la cultura co– munista percorre per comunicare il suo messaggio (peraltro mai ostaco– lata) ad una società che la pOllitica del benessere, del « sociale >, della conquistia dei beni materiali o piut– tosto della richiesta di essi allo Sta– to, visto esclusiv,amente come re– sponsabi:le d-1 questa ifunzione, ha reso sepa'l'ata dagli ideali e dal principi, impoverita di tradizioni, priva di fedeltà, esposta al pericolo. Ideologia In musi•• Da qualche·,anno .circolano paral– lelamente, nelle sezioni del P.C., nel– le case del milltan ti comunisti e nei salotti di una parte della borghesia (inteUettuale) -italiana, alcuni dischi, editi da una casa torinese dalla ;pa– triottica denominazione di « Italia Canta >, i quali sono U prodotto di ,un intelligente ed accurato lavoro da parte della sezione culturale del Partito Comunista. Di essi non si è molto parlato tranne che per quello uscito ad agosto dello scorso anno riportante (ma sarà vero?) la regi– strazione sonora degli incidenti di Reggio Emilia nel corso del quali la 30 bibliotecaginobianco Forza Pubblica fu costretta a difen– dersi daUa aggressione soverchiante d,ella teppaglia rossa. Naturalmente, la limitata pubblicità data a queste singolari incisioni non sta ad indi– care che il partito comunista an– nette da esse poc•a importanza, ma rivela invece una studiata crupacità di operare per line,e interne, stuzzi– cando il grottesco fascino « clande– stino » che gli ambienti borghesi su– biscono di fronte ad una inl~iativa « che ·è contro il O<Jverno>e per va– lO'l'izzare la qua1e i dischi sono di difficile reperibilità e vengono ascol– tati nei salotti alla maniera di radio Londra con le finestre ,chiuse ed il giraidischi a basso vo1ume. L'importanza della iniziativa può esser,e ,invece chiarita da alcuni no– mi di persone che ad essa hanno collaborato; li scegHamo così come il catalogo di « Italia oanta » per il 1960-61 ce li offre: Italo Calv,ino, Massimo Mila, Franco ·Fortini, Giu– stino Durano, Ferrucriio Parri, Rena– to Guttuso, e i tuttora collaboratori della RAI-TV Giancarlo Smagia e Amerigo Gomez, oltre ad ailtri meno noti o sottoscriventi con pseudo– nimo. Dallo ste,sso mtalogo ricaviamo la organizzazione delle collane disco– grafiche, in diverse serie indirizzate secondo i differenti -interessi degli ascoltatori, e ,che riassumiamo bre– vemente qui di seguito. La prima è quella dei « C antacro nache >, com– prendente ad og.gi otto dtschi •a 45 gi'l'i nei qu ali ven gono commen– tati fatti di ,attualità o, in canzoni apparentemente normali, vengono posti alcuni fondamentali conte– nuti del marxismo ideologico. Appar– tengono al primo gruppo ~ brani in– titolati La Zolfara, Patria mia, Viva la pace, Dove vola l'avvoltoio?, Sto– ria del soldato Adeodato, Storia di Capodanno (dedkata al sindaco aperturista, Peyron), Il ratto della chitarra, Una carriera, Ero un con– sumatore, Per i morti di Reggio Emilia; del secondo gruppo fanno part·e invece Raffaele, Le cose vie- tate, Tutti gli amori, Qualcosa da aspettare, Il povero Elia, Valzer del– la credulità; abbiamo citato soltan– to i titoli dei pezzi più significativi e più ricchi di quel messaggio cul– turale, al quale abbiamo poc'anzi ac– cennato, contenuti in questa serie. Bisogna anche dire che si tratta della seir:i.e ipiù ,popolare e più diffusa per le sue caratteristiche di facile comunkativi:tà: ling,uaggio piano, orecchiabilità dei motivi, voce del cantante chiara, pa:role ben scandite, accompagnamento quasi sempre di chitarra o di una orchestrina tipo balera. La seconda serie è quel1a dei « Cantafavole » dedicata ,ai bambi– ni (!); gli autori sono Antonio Gramsci, Franco Fortini, Italo Cal– vino, Emilio Jona. La •terza è q1Uella dei « Mani,festi di Poesia »; sono usciti dischi dedi,c,ati a Vladimir Maiakovski e •a Nazim Hikmet. La qua'l'ta è quella dei documentari so– nori <i: Cronaclle » con i dischi Firen– ze 1944 e No al Fascismo (luglio 1960) Vi sono poi due microsolco a 33 giri dedicati ai Canti di protesta del po– polo italiano che riportano comples– sivamente 12 vecchie canzoni del SO– clalismo anarchico e disfattista ante prima guerra mondiale. Coronano il tutto dischi contenenti i Canti della rivoluzione algerina e quelli della ri– voluzione cubana nonché l'imman– cabHe Corso pratico di lingua russa, realizzato con il concorso di qualifi– cati dicitori sovietici, come dice, con approssimazione di signHlcato, la nota informativa del catalogo. Condizionamento psloologloo Quali sono i risultati ai quali mira l'azione di « Italia Canta > e quali ha oggi in pratica ,oonseg•uito?Il co– munismo in Halla ha naturalmente contro ,la tradizione e quello che ,co– munemente si suole chiamare il sen_ timento nazionale; ,peraltro in que– sto momento, nel nostro Paese, vi è una evidente crisi dei valo!I'ltradì-
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