Lo Stato - anno II - n. 13 - 10 maggio 1961

sti insorgono a proclamare che l' « Eglise défend une régime contre lequelle nous luttons de toutes nos forces » perché sol– tanto nell'incarnazione proletaria il sa– cerdozio può avere un senso nel mondo attuale, che è il mondo operaio. Il sen– so in cui la Chiesa rinvia alla Storia è dunque svelato dalla prassi dei preti operai: ed è il senso della rivolta. Lindagine sui preti operai deve age– volare la smascheratura di quanti, die– tro l'apparente levità e venialità di er– rori di impostazione dottrinaria prepa– rano anche per l'Italia (e in più grande stile) esperienze che fatalmente condur– rebbero al di là e contro l'essenza del cristianesimo. Il clima, l'atmosfera artefatta, dove correnti e sollecitazioni premono a car– pire e a far propri i frutti delle altrui divagazioni non è certo quello che man– ca da noi. Occorre dunque reagire, e reagire con l'intelletto. La ripresa cattolica (infatti, ed è la Francia che lo insegna) comin– cia con la dissoluzione dell'errore inter– no, con la liquidazione delle speranze impossibili e illecite dei teologi progres– sisti. E con la ripresa cattolica, cioé con la dissoluzione di quelle speranze che fu– ron dette da vermi, principia l'arretra– mento e la dissoluzione del comunismo. Come la tenebra: che si ritrae quando chi possiede la luce la diffonde, invece di velarla nell'illusione che il crepuscolo sia la vittoria del buio. P. V. ( 0 ) L'assimilazione dei concetti di Clas– se e di Razza è l'avvicinamento che padre Fessard compie del Nazismo al Comuni– smo, nel passare alla loro • positività •. Questa assimilazione ha un fondamento storko e ideologico. Intanto 11 • campo neutro • della Na– zione eletta o della Nazione guida fu per h Germania ed è per la Russia il punto d'appoggio dell'idea di Razza e dell'Idea di Classe proletaria. Jn secondo luogo come oggi non manca chi vede nel comunismo cinese il punto fatale in cni razzismo e marxismo si fon– deranno, così a suo tempo non mancarono i teorizzatori di una rnn_giunzione classi– sta dell'idea di ·razza. E questi furono gli appartenenti al drcolo pro-gressista e po– pulisa di Roehn (il Capo della S.A.) la cui tendenza era l'identità razza ariana - p.roletariato, contro l'identità razza– ebraica - capitalismo. Negli ultimi anni del conflitto e nel– l'immediato dopoguerra René Binet (un ex comunista francese che com!batié a fianco delle Wakfen SS in Russia) iden– tificava senza mezzi termini proletariato e razza ariana, ebrei e capitalisti. Il cGm– pito della razza eletta era dunque libe– rnre il socialismo dalle ipoteche gi<udaiche e res•ituire l'Europa ai proletari ariani. L'interrpretazione di Binet è sintomatica e dimostra come la •propaganda marxista abbia egemonizzato perfino gli ideologi nazisti. 28 bibliotecaginobianco Un ·convegno a pro cultura Majorca di sinistra L'intelligenza di sinistra dei paesi oc– cidentali si è data convegno a Major– ca; per la precisione, a Cap Formentor. In questa incantevole località della ro– mantica isola del Mediterraneo, editori e scrittori « aperti a sinistra » hanno di– scusso, sotto i benevoli occhi della po– lizia franchista, di letteratura « reali– sta» e di arte «impegnata». Non me– ravigli che i campioni dell'antifascismo e del laicismo eurnpeo ed americano abbiano scelto la Spagna come luogo di incontro. Non c'è, infatti, motivo di me– ravigliarsi. Franco, ormai, è un addo– mesticato. Nessun democratico sente più la necessità di lamentarsi del « Cau– dillo » che ha allontanato tutte le perso– nalità sospettate di essere poco favore– voli ad un ritorno della partitocrazia e si è circondato di democristiani e di con– servatori - vecchia maniera. Franco si è ridotto a puntellare un regime di polizia: il sogno dello « Sta– to Nuovo» è svanito nel corso delle due re repressioni condotte non tanto con– tro gli esponenti democratico-repubbli– cani quanto contro coloro i quali non si adattavano e non si adattano ai ripie– gamenti ed alle involuzioni che ripor– tano il Paese sulla strada delle avven– ture e dell'odio. Gli intellettuali filocomunisti d'Euro– pa e d'America, dunque, si sono incon– trati a Majorca e Franco ha chiuso be– nevolmente un occhio; anzi, li ha chiusi magnanimamente tutti e due per far piacere a Kennedy ed a Mac Millan, suoi nuovi alleati. Durante le sedute di questo « parlamento letterario mon– diale » - così è stato eufemisticamente definito da alcuni brillanti cronisti di terza pagina il convegno di Formentor - si è sostenuto che la letteratura deve partecipare alla lotta contro il dogma– tismo religioso (leggi cattolicismo) e contro il fascismo per assicurare il dire con l'espressione « forze progressi– ste » interviene a chiarirci le idee il quotidiano del partito comunista il qua– le scrive che, con le conclusioni a cui è giunta, quella di Formentor si è rive– lata « la più originale manifestazione letteraria attua!e ». I comunisti - lo sappiamo bene tutti - non sono soliti distribuire elogi e si dimostrano bene– voli ed affettuosi soltanto con i «com– pagni di strada » che abbiano dato suf– « trionfo delle forze progressiste >. E se avessimo dubbi su quel che si è inteso fìcienti prove di fedeltà. Il giudizio del giornale del p.c.i. equivale, quindi, ad una. lucida etichetta che nessuna even– tuale dichiarazione di agnosticismo var– r .ì a togliere. Del resto, i nomi dei con– venuti costituiscono il primo, il più evi– dente segno della caratterizzazione ideo– logica dell'incontro « culturale ». Per limitarci ai partecipanti italiani, ricorderemo che si sono recati a Major– sa, dove si sono distinti per il loro fa– natismo, l'editore Einaudi e gli scrittori Alberto Moravia, Elio Vittorini, Italo Calvino, Angelo Maria Ripellino e Ce– sare Cases: tutti ostentatamente orien– tati a sinistra e tutti dichiaratamente fi– locomunisti. E' stata la nostra delegazio– ne a farsi portavoce del marxismo più oltranzista e le tesi della « distensione » predicata da· Krusciov hanno trovato ne– gli intellettuali italiani presenti a Cap– Formentor i pedissequi illustratori. n Ripellino - il librettista della famige– rata opera « Intolleranza '61 » presen– tata in questi giorni a Venezia - ha fatto, tra l'altro, la difesa d'ufficio della letteratura contemporanea sovietica gua– dagnandosi altri meriti presso i comu– nisti che aYevano avuto già modo cl.i « apprezzarlo » per le sue prestazioni. I! Ripellino, infatti, come esperto di letterature slave, ha avuto già modo - mimetizzato da insegnante e da saggi– sta - di fare propaganda a favore del comunismo. Il gruppo italiano, perciò, formato com'era di attivisti del « comu– nismo della distensione », succeduto al « comunismo di guerra» dell'epoca sta• liniana, si è battuto in modo conforme ali@ aspettative dei nostri ambienti « culturali » di sinistra. Non che si tro– vassero di fronte agguerriti oppositori: il « clima » del convegno era il più fa– voreYole ai marxisti ed ai loro amici che si sono dovuti limitare a fare qual– che iniezione di entusiasmo ad alcuni tiepidi esponenti della letteratura anglo– sassone. I rappresentanti dei paesi la– tini erano pienamente allineati. Per la Francia erano a Formentor gli uomini più noti della « fronda » radicalsnciali– sta: gli scrittori, cioè, che in ogni grave momento attraversato dal loro Paese si sono trovati a fianco dei comunisti. E gli spagnoli non facevano eccezione: con il beneplacito di Franco, che in questi ultimi tempi si sta rivelando

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