Lo Stato - anno II - n. 13 - 10 maggio 1961
(seguito di pag. 15) assolutamente sproporzionate al reddito, o •meglio alla produzione lorda ven– dibile. A questo proposito, una indagine molto interessante è stata condotta dalla Pia Unione Assegnatari, un organismo creato dalla Pontificia Opera di Assi- poter produrre. Va da sé che tale cifra è soggetta a sensibili aumenti o dimi– nuzioni a sceonda della preparazione tecnica dell'assegnatario, della vocazio– ne produttiva dei terreni, dello sbocco diretto sui mercati. Il secondo capitolo di spesa ammonta a L. 22.748 per et– taro, cifra - rileva la P.U.A. - note- « convergenti » si sono decisi o risolvere lo crisi in Campidoglio. stenza. Tale studio, articolato in due pubblicazioni ( « Libro verde sulla Ri– forma Agraria > e « Interrogativi sulla Riforma Agraria >), edite, rispettiva– mente, nel 1960 e nel 1961, esamina nei particolari le spese aziendali (per con– cimi, anticrittogamici, sementi, attività zootecnica, noleggi-reintegrazioni, varie e assicurazioni) e quelle extraziendali, per ettaro (imposta terreni e infortuni· agricoli, imposta sui redditi agrari e tassa bestiame; annualità, indennità, espropriazioni; annualità, pagamento, scorte; consorzi di bonifica, stradali, idraulici, ecc.; interessi sulle anticipa– zioni annuali; gite a fiere e mercati). Il primo capitolo di spesa assomma, complessivamente, a L. 38.376 per et– taro: si tratta di oneri necessari per 18 bibliotecaginobianco vole e in buona parte iniqua, in quan– ~. mentre per talune voci (esproprio, migliorie, bestiame, ecc.) esiste la. con– tropartita relativa (terreni, case, bestià– me, idrovore, ecc.), per la parte riguar– dante le imposte e le tasse, che ven– gono risco~se per il 70% dagli enti lo– cali, per una congenita mentalità feu– dale, si continua ad accentrare nei ca– poluoghi comunali e provinciali la mag– gior parte delle entrate fiscali, restituen– do quasi niente alla campagna. Cifre eloquenti Se si aggiungono, poi, a tali spese quelle concernenti i contributi per la Mutua Coltivatori Diretti, la pensione ai contadini e la tassa di famiglia (Lire 3.270 annue per ettaro), si ha un totale di L. 64.394, contro una produzione lorda vendibile, media, di 90.000 lire; il reddito netto per ettaro, quindi, è di sole 25.606 lire. Di conseguenza il po– dere medio di 9,47 ettari dà un reddito complessivo di 242.500 lire. Calcolan– do il nucleo familiare medio di cinque persone, il reddito netto per individuo, e per anno, risulta di 48.500 lire; quello mensile di 4.040 e quello giornaliero di circa 134 lire. (Bisogna tenere presente che circa la metà di queste 134 lire non è disponibile in quanto appartenente al capitale stalla e bassa corte. Accade, pertanto,. che, quando si presenta l'esat– tore, l'assegnatario è costretto a svende– re il bestiame non maturo, aggravando così ogni volta la sua posizione finan– ziaria). E' evidente, quindi, che in• tali condizioni si può parlare, a malapena, di « economia di consumo >, neppure sufficiente al fabbisogno familiare. In questa situazione - osserva la P.U.A. - è inutile, se non ridicolo, parlare di risparmio, e diventa grotte– sca la pretesa che gli assegnatari possano pagare bimestralmente imposte e tasse. Per far ciò « essi sono costretti a ricor– rere alla vendita e svendita dei prodotti non maturi e a fare debiti nei confronti •dell'Ente e di terzi, il che, tra l'altro, incide profondamente sulla loro psico– logia, dando ad essi un continuo ed op– primente senso di povertà e la convin– zione di non poter superare quello stato di inferiorità nel quale si trovavano quando appartenevano alla categoria del bracciantato>. Ma la cosa più assurda è questa: gli ,assegnatari, che pure hanno un patri– monio di cinque-sei milioni, non dispon– gono spesso del denaro liquido neces– sario per le piccole spese o per le più minute necessità familiari. Non c'è da meravigliarsi, quindi, se questo stato di cose crea un vivo malcontento, specie fra i giovani, allontanandoli dalla terra e facendo loro invidiare il bracciante che, seppure nullatenente, dispone, alla fine della settimana, di qualche spicciolo per le necessità festive. AuLo GELLio
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