Lo Stato - anno II - n. 12 - 30 aprile 1961
nale secondo le effettive esigenze di servizio, sottraendo funzionari da– gli uffici che ne hanno troppi e as– segnandone a quelli che ne hanno pochi: solo cosi si potrà evitare, ad esempio, che le pratiche per la li– quidazione delle pensioni di guerra siano tramandate di padre in figlio e che per ottenere la conversione delle patenti di guida a Roma sì debba attendere circa due anni... . Naturalmente, tutto ciò sarà pos– sibile solanto se i Funzionari che so– no al vertice della piramide finiran– no con il comprendere, anche nel loro stesso interesse, che l' Ammini– strazione statale è una ed indivisi– bile, che i vari Ministeri sono tut– t'altro che caste chiuse ed impene– trabili a qualsiàsi tentativo di ri– forma o di ispezione, che i Funzio– nari sono al servizio dello Stato e dei cittadini e non dell'Amministra– zione A o B e chet· bravi funzionari non sono quelli eh si impratichisco– no di un solo servi io e che pertan– to vengono considerati come inamo– vibili ed insostituibili, ma quelli che al contrario, hanno una visione unitaria della funzione statale e so– no capaci e lieti di passare da un Ministero all'altro e che dopo qual– che anno di carriera possono giu– stamente vantarsi di conoscere più di una faccia del poliedrico apparato statale. Del resto, non avviene già qualcosa del genere per i funzionari del Tesoro, che passano dalla Ra– gioneria Centrale di un Ministero a quella di un altro, imparando a co– noscere le esigenze, i servizi e le leggi del nuovo organismo che li ospita di volta in volta? Ovviamente, poiché la redistribu– zione del personale presuppone la possibilità di trasferire senza danno persone da un' Amministr.azione al– l'altra, ne consegue che il personale avente la medesima qualifica (diri– genti amministrativi, dirigenti tec– nici personale d'ordine, ecc.) do~ vrebbe essere inquadrato in un uni– co ruolo riportato su un unico an– nuario, valevole per tutte le ammi– nist.razioni, ,anziché essere suddivi– so, come ora avviene, fra i vari Mi– nisteri: solo così verrebbe, fra l'al– tro, limitata l'attuale corsa sfrenata alla ricerca di «escamotages » per gonfiare e ampliare gli organici di ciascun Ministero, il cui risultato pratico è che qualcuno spesso riesce a far varare alla chetichella una leggina per l'avanzamento dei pro– pri dipenden~i e che due persone, entrate nello stesso giorno nei ruoli di due Ministeri diversi, si ritrovano dopo un certo numero di anni - e Lo STATO bibliotecaginobianco Lo DC dopo i fott, di luglio: « i partiti assimilabili » senza alcun motivo che giustifichi il divario - ad avere uno la qualifica di Ispettore Generale ed un altro di Direttore di Sezione. Come si vede, i problemi che si presentano non sono né pochi né semplici, il che non toglie però che l'Amministrazione statale deve de– ddersi a studiarli ed a risolverli al più presto, nell'interesse generale e nell'interesse dell'Amministrazione stessa. Senza contare, poi, che una rifor– ma radicale della burocrazia porte– rebbe anche ad una riforma sostan– ziale di tutta l'organizzazione di ciascun Ministero, con conseguenze pratiche che non· è possibile nem– meno prevedere: ma anche qui è necessario agire non a caso, ma con coraggio e comYpetenza. Sarebbe ora che si pensasse a disciplinare, ad esempio, i rapporti fra i Gabinetti dèi Ministri - che tendono sempre più a sostituirsi ed a sovrapporsi al– le Direzioni Generali - e gli uffici attivi, nonché i rapporti fra i mini– steri romani e gli uffici periferici, a proposito dei quali stiamo assistendo ad una strana deformazione del con– cetto di decentramento amministra– tivo. Avviene, infatti, che mentre molte funzioni ministeriali vengono formalmente decentrate alla peri/ e– ria (naturalmente creando nuovi uffici ed assumendo nuovo persona– le) gli uffici ministeriali che tratta– vano gli « affari » prim•a del decen– tramento continuano a tr0;ttarli di riff.esso, co.me intermediari fra il Gabinetto e i nuovi uffici periferici, per poter giustificare la propria so– pravvivenza: la conseguenza di que– sto strano ed aberrante fenomeno è che in alcuni Ministeri ora accade che l'ufficio decentrato agisce ma non può decidere, che la Direzione Generale fa da « passacarte > ( espri– mendo pareri, se glieli chiedono o aggiungendosi ai tanti controllori già esistenti), che il Gabinetto ·del Ministro decide senza poter agire e che il povero cittadino viene man– dato da Ponzio a Pilato, all'insegui– mento di una « pratica > che il le– gislatore aveva decentrato proprio per favorirne una più rapida trat– tazione ... . Provare per credere: altro che preparazione dei funzionari alla comunione dei mercati e ai nuovi indirizzi di politica economica! Ho additato soltanto qualcuno dei tanti problemi che gli autori della « riformp, > avrebbero dovuto per lo meno esaminare. Sono gli stessi pro– blemi ( ma non sono i soli) che do– vrebbero consigliare l'istituzione dì un Ministero per la Pubblica Ammi– nistrazione, che studi e predisponga una radicale riforma della burocra– zia e ne amministri i funzionari, dall'inizio alla fine della oa.rriera, sostitwendosi in ciò alle Direzioni Generali per il PersonaZ.edi ciascun ministero, che non avrebbero più motivo di esistere. Ma, a chi lo an– dremo a raccontare? ALDO CIARROCCA 23
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