Lo Stato - anno II - n. 11 - 20 aprile 1961

Al punto in cui siamo, siamo già entrati nella cri– si dello Stato: e nessuna salute è da attendersi da piaz– za del Gesù, perché in realtà, nonostante le apparen– ze, le carte decisive del gioco non sono più nelle mani della direzione democristiana. go delle decisioni, cioé sulla piazza? Le sinistre manderanno avanti un certo numero di agitazioni sindacali: poi un fatto politico qualunque (poniamo: lo scioglimento del MSI) è bello pronto a creare il dramma politico. Ma non si è dunque capito (eppure l'on. Nenni dopo il congresso lo disse così chiaro) che i governi della repubblica italiana non cadono più in parla– mento ma sulla piazza? L'insipienza governativa ha persino, ottenuto che dei « lavoratori autonomi » come i professionisti entrassero in agitazione contro il Governo: e si è poi prontamente inchinata alle lo– ro esigenze, non appena ha visto che essi, gli ordini professionali erano disposti a scendere nel luo- L'on. Fanfani ha disarmato moralmente lo Stato, l'on. Scelba lo ha disarmato materialmente. Ma le piccole tattiche che uniscono e contrappongono Pa– lazzo Chigi al Viminale, Palazzo Chigi a piazza del Gesù sono meno di nulla. Conterebbero costoro, se non avessero umiliato lo Stato: umiliando lo Stato hanno distrutto il fondamento del loro potere. Non resta ormai che aspettare le idi di luglio. G. BAGET-Bozzo 4 I PARTITI COSTITUZIONALI L'on. Malagodi è un partita costituzionale (diciamo co~ì, visto che ormai il PLI vive, per dir così in un regime potrlmon'ole: « patr"monium secretorii »). Anche lo socialdemocrazia è un partito costituzionale: questo è anzi il sottile motivo dello suo elezione: socialismo costituzinnole, una finezza dello spir:to. Anche lo DC lo è, (sia pure per interposte pers<>ne, v'sto r.he in esso convive uno minoranza eletto con uno « mosso dannato »). Ed il PRI infine è più ch·e un port"to costituzionale. E' lo Costituzione vivente. Oro tutti questi buoni cost·tuzionali hanno trovato uno « nuovo malizia » per convergere ancoro, appagando lo pr-pr"a c·scien20 e continuando nel quieto godimento del potere: cioè quello di fare la crisi quando il Presidente della Repubblica ron può più sciogliere le camere. Le nostre ist:tuzioni sono quindi ormai rette dalle regole del t'ro alla fune. « Convergenza » da un lato: « Presidente della Repubblica » dall'altro. Come ai beati tempi del me– l<'dramma, viviamo nel clima dei « d;spetti ». Il Presidente della Repubblica va in America Latina? Bene: la Tele– visione ital'ono attacca quei paesi in occasione del viagg'o presidenziale. Poi il Presidente del Consiglio sceglie come occosione per una vis"ta di Stato in Vaticano proprio i ·g'orni dell'assenza del Capo dello Stato. Infine lo stessa inizia la redenzione della Calabria e apre la fase dei « dialoghi con la folla » (nihil sub sole navi) proprio in tale occasione. Si è voluto così vigorosamente sottolineare l'autonomia del Governo dal capo dello Stato. E non si dimentichi che la qualifica di Capo dello Stato significa qualcosa: che le. rilevanti attribuzione dell'art. 87 non fanno del nostro Presidente della RepubHca un re all'inglese: e che infine la correttezza meramente formale inporrebbe che il go– verno non compiesse atti di rilevanza polit:ca, salvo il caso di necessitò e di urgenza, quando il Capo dello Stato è assente dal terr:torio nazionale. Ma questa materia è ormai governata dal principio del « pari e patta ». Tutte queste cose sono giò antipatiche: ma il fatto che la cr:si si possa fare solo quando il Capo dello Stato non può più sc:ogliere le Camere, significa solamente approfittarsi della Cast"tuzione. L'art. 88 (che toglie al Presi– dente il prtere di scioglimento negli ult:mi 6 mesi del suo mandato) vuole difendere l'autonomia del Parlamento co– me collegio elettorale del Presidente da atti unilaterali del Presidente in carica. Volere invece usarne come mezzo per poter fare in pace una « crisi lunga », cioè perché i partiti e più esattamente i gruppi di potere possano fare in pace le loro guerre private nella carenza assoluta di qualunque potere che tuteli il dir:tto del paese ad avere un governo è cosa gravissimo. La convergenza finisce in bellezza. I « cost'tu:iionali » hanno veramente ridotto la costitu:iione allo strumento dei com:di di lor signori. E tuttavia s:mili atti hanno in se stessi la loro sanzione: la lunga crisi non profitterà ai ma– liziosi « attendisti ». bibliotecaginobianco

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