Lo Stato - anno II - n. 11 - 20 aprile 1961

ste.ssi legati a formule e linguaggi stan– dardizzati che hanno una vita propria (per esempio, cosa distingue oggi la civiltà politica sovietica da quella ame– ricana, entrambe condizionate dalla mi– tologia scientifica ed industriale?). In altri termini, i medesimi dialoghi in– farciti di luoghi comuni, con qualche spostamento di genere, starebbero be– mss1mo in bocca ai « grandi > contem– poranei per smascherare la futilità ideale. Del resto la tesi «antifascista» è im– plicitamente negata proprio dai perso– naggi e dalle loro ideologie. Tra i pri– mi a trasformarsi in rinoceronte vi è un tipico radicale che ragiona sempre in termini comicamente illuministi. Anche gli altri, poi, cedono alla rino– cerontite perché bisogna seguire la mag– gioranza, perché così vuole lo spirito del tempo, perché è opportuno « speri– menta.re >: tutte giustificazioni tipica– mente progressiste. D'altra parte noi non vogliamo met– terci sullo stesso piano di quei critici partigiani affermando, al contrario, che CINEMA L'etnologia Personalmente molti film di Alessan– dro Blasetti, soprattutto in passato, ci sono sembrati degni di molta conside– razione: perché Blasetti è un regista che sa star dietro alla macchina da presa, sa « guardare » con il cinema, sa - s)Jesso- esprimere con il cinema delle cose buone, delle cose giuste, delle cose saggie. Altrettanto spesso, però, (specie in questi anni recenti) l'abbiamo visto ce– dere sensibilmente ai gusti meno ele– vati del pubblico e diventare - lui che ci ha spesso ,parlato di « messaggi > e di ·«educazione a mezzo del cinema - un somministratore abile, ma conni– vente, di pozioni pepate, ad uso e con– sumo di platee stanche, in cerca di emozioni e di sensazioni vivaci. E' ve– ro che, a differenza di altri, egli non si abbandona al gioco scopertamente, solo per il gioco, ma studia, il più pos– sibile con dignità, anche un pretesto quasi artistico per questo gioco; ma, anche così, i risultati non cambiano molto e i suoi film, nella maggioran– za, pur indorati e ripuliti in superficie, son soltanto, neJ.la sostanza, allettamen– to facile e corrivo per Wl pubblico goloso e curioso. 32 bibliotecaginobianco si tratt;a di una satira del comunismo, come è stato scritto in Francia all'ap– parire della commedia, perché i rinoce– ronti investono un problema certamente meno pai:ticolare. E' vero che lonesco ebbe una volta ad affermare: « Nes– suna società ha potuto abolire la tri– stezza, nessuna politica ci può liberare dal malessere esistenziale, dal!a paura della morte, dalla nostra sete d'assoluto; è la condizione umana che determina la condizione sociale e non viceversa », e quest'ultima frase è un esplicito ro– vesciamento delle tesi marxiste; ma la questione non è soltanto politica di par– te, in quanto coinvolge tutto il com– plesso delle ideologie laiche della ci– viltà moderna che hanno promesso la felicità in nome del razionalismo e del materialismo, tentando di ignorare la « sete d'assoluto>, ed hanno invece an– chilosato la coscienza nel vuoto e nei non-sensi che si rispecchiano con un ghigno amaro dal volto delle marionet– te del teatro di Ionesco. FAUSTOGIANFRANCESCHI dell'amore Qualche tenpo fa - con una formu– la spettacolarmente ineccepibile - ci aveva dato Europa di notte. Una ·trova– ta, non c'è che dire: il suo slogan era: pa.gando il prezzo di un norm~le bi– glietto del cinema assisterete in poche ore ai più costosi spettacoli dell'Europa notturna, quelli che, per vederli tutti dovreste spendere tutto il vostro denaro e forse metà delle vostre notti. Lo slo– gan chiamò gente e il film, poi, fece i! resto. Non un brutto film, intendia– moci, appunto perché Blasetti sa « gi– rare>, ma un film in cui, salvo qual– che brano, tutto il resto era unicamente condito di fortissimo pepe. Gli « spogliarelli » ad esempio. In Italia sono proibiti, ma il film, pun– tando proprio su questa proibizione che li faceva diventare rarità, non ce ne risparmiò nessuno dei più celebri, facendo in modo di farli pas– sare tra le maglie della censura grazie a un equilibrismo sopraffino di detto e non detto, visto e non visto che, alme– no sul piano morale, non poteva certo essere considerato meno grave e nocivo . dello spogliarello « totale ». E tutto il resto così: sullo stesso tono, sulla stessa linea, con le stesse intenzioni. Pur clan- do ampio spazio (diremo: :IBtuto ipa– zio) anche ad altri numeri di varietà meno compromettenti, a giochi più tranquilli, a spettacoli meno incande– scen:ti. Oggi, con lo amo, tu ami, siamo allo stesso clima. Questa volta, però, Blasetti (che non voleva aver l'aria di ripetersi) ha preferito darsi un filo conduttore che, almeno in appa– renza, non fossero ancora i nigth-clubs e i tabarins, e ha immaginato di andare a caccia dell'amore in Europa, di tutti i modi, cioé le forme, le abitudini, gli usi dell'amore fra gli Europei. Qualco– sa addirittura di etnologico, a sentirlo enuncia-re, ma qualcosa che, appena enunciato, si è poi perso per strada per cedere immediatamente il posto alla so– lita scorribanda fra gli spogliarelli e le orgette notturne, quasi Blasetti - come quel predicatore che sapendo parlare solo della Confessione vi arriva anche parlando di San Giuseppe perché San Giuseppe, essendo dfalegname doveva pur fare anche i... confessionali - non a,•esse esitato un istante a farsi riportare all'argomento preferito anche dal più piccolo accenno trovato per caso. Ed eccoci, così, per la seconda volta, agli spogliarelli, ali'occhietto alla cen– sura per lasciarli « passare » con un massimo di larghezza (un «occhietto» che consiste sempre nel voltar pagina al!'ultimo momento, nello sventagliare rapido della macchina da presa, nel montaggio tutto fremiti e singhiozzi) e allo spettacolo imbastito quasi soltanto per richiamare il pubblico con seduzioni immediate. •Conosciamo troppo bene e da troppi anni Eia.setti per giudicarlo veramente male, ma vorremmo che in certe im– prese egli si mettesse con più rigore, con maggiore conseguenza, con più aperta stima per quell'arte che real– mente egli sa di servire - e bene - facendo piazza pulita di tutte quelle concessioni inutili agli istinti meno nobili del pubblico contemporaneo. Al– trimenti come distinguere lui che ci ha dato 1860 e Quattro passi tra le nuvole dai propinatori di droga che fanno film del tipo di America di notte o, peggio, il Mondo di notte, imitazioni peggiorate del già dubbio Europa di notte? Non basta a Blasetti il cattivo seme da lui già sparso una volta con Europa di not– te? Perché, tra spogliarelli e balli sguaiati, vuol perseverare sulla strada che ha concorso ad aprire una volta: imitando i! peggior se stesso? Non lo sa che il perseverare nell'errore è dia- bolico? GIAN LurcI RoNDI

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