Lo Stato - anno II - n. 11 - 20 aprile 1961

tende la sola forma « valevole » di musica contemporanea e serve da stru– mento di lotta dialettica nd mondo mu– sicale: ci sono i seriali e quelli che non lo sono, come nella pittura ci sono gli astratti e i figurativi, nella politica il blocco sovietico e il mondo detto « li– bero » (o come diceva Lenin: non ci sarà presto che .il Comunismo ed il Uomini o « Il problema è di anda,re all'origine delle nostre angoscie, di ritrovare il lin– guaggio non convenzionale di queste angoscie, forse attraverso la disarticola– zione di quel linguaggio sociale che è composto di clichés, formule vuote, slo-' gans ». In questa emblematica frase di Eugène Ionesco è racchiusa la- miglio– re definizione del suo teatro, in cui si' muove una folla di personaggi~mario– nette che fanno discorsi sconsclusionati. A prima vista gli « atti unici » di Ionesco sembrano ispirati a qualcuno dei tanti giuochi assurdi che caratteriz– zano la cultura contemporanea (daU'ar. te informale alla musica elettronica) ma presto i significati si ch_iariscono. Non si tratta di avanguardismo erme– tico· per snob, al contrar-io l'audacia dialogica (che è poi sconsolato squallo– re di espressioni verbali in libertà) di– venta· accessibile a tutti, si fa addirittura popolare. Se ciò da una parte testimonia l'abilità e la sensibilità del commedio– grafo, dell'altro prova che i tempi sono maturi, che la gente comincia a ,render– si conto del mondo assurdo e meschino in cui vive, attarevrso lo svolgimento dell'assurdo sulla scena. In effetti, con la dimostrazione del non-senso di frasi quotidiane ed ormai meccaniche, con l'impiego indisc,imi– nato dei luoghi comuni che sono l'uni– co patrimonio del nostro ,povero lin– guaggio sociale, con i deliri e le de– composizioni verbali, Ionesco ,riesce a rendere palpabile a tutti il vuoto asso– luto in cui pur si dibatte l'uomo con- Lo STATO bibliotecaginobianco Cattolicesimo) in Algeria i musulmani e i « pieds noirs ». Questa dialettica marxista, così poco conosciuta, è pre– sente ovunque anche in Estetica, con. le sue mille sfumature, contraddizioni, ecc. Infatti, per es., la musica seriale è proibita in URSS, il eh è comprensibile: il « momento dell'evoluzione dialettica rinoceronti temporaneo, in una civiltà sconsacrata, « fino all'alienazione tota,le - è un'altra frase di Ionesco - e all'ingresso nell'ir– responsabilità collettiva». Già fin dal primo atto unico presen– tato al pubblico parigino nel 1950, « La cantante calva», erano chiare le inten– zioni dell'autore, espresse in una sorta di surrealismo capovolto ma appunto efficace a rende-re la propria e l'altrui miseria spirituale. Un uomo e ·una don– .na si incontrano in un salotto di amici ed intavolano una banale conversazio– ne; parlando, si accorgono di essersi già conosciuti in qualche posto e così ricostruiscono faticosamente le tappe dei loro precedenti incontri, per scoprire che in definitiva sono marito e moglie e che, naturalmente, in quel salotto c'era– no andati insieme. Inutile dire che da questa pièce sono esclusi tutti gli ingre– dienti del teatro psicologico; il ritmo è quello della pantomima, ciò che rende ancor più a.m:aJro ~1 '!Pa,iradossosuJàb. scomparsa persino del sentimento sotto la pressione del!'automatismo sociale. Nell'ultima commedia scritta da Io– nesco sul modello tradizionale dei tre atti, « Il rinoceronte», e presentata · in questi giorni a· Roma dopo· il succe~– so ottenuto lo scorso ·anno a Parigi, il discorso si fa organicamente simbolico e simbolicamente chiadssimo. La vicenda è di una semplicità ele– mentare a.o.che se fantastica. In una cittadina della provincia francese appa– re . all'improvviso un rinoceronte de– stando una comprensibile meraviglia. - . i-. essendo molto diverso in URSS che non nell'occidente». - Dovremo tornare sopratutto su tale argomento, ma era importante pri– ma di tutto precisare il vocabolario ed in seguito chiari,e le idee, cosa questa essenziale, sopratuao quando si ha a che fare con fatti ·rivoluzionari. N OEL LANCIEN ~);~~m ~~ --- ~~S~S>S~ Questa s1 trasforma in sbigottimento e confusione quando ci si accorge che i rinoceronti aumentano pe-rché sono gli .uomini stessi, uno per uno attratti dalle possibilità della. nuova esperienza, ad assumerne le sembianze e la natura. Un unico uomo, apparentemente insi– gnificante (proprio perché non ha mai ricalcato i clichés sui qua-li gli altri mo– dellavano la loro vita), ,rimane fedele a se stesso rifiutandosì di piegar-si alla « rinocerontite », e conclude la comme– dia con questo grido: « Contro tutti quanti mi difenderò, contro tutti quan– ti! Sono l'ultimo ,uomo, e lo resterò fino alla fine! Io non mi arrendo! Non mi arrendo!» . Sotto forma di modernissimo apologo, insomma, è esplicita Ja critica contro quel coJ.lettivismo psicologico a sfondo materialista che oggi rappresepta forse la più acuta malattia sociale, peggiore ancora delle famose « ingiustizie » (un altro clichès, stavolta del discorso poli– tico). Nraturàlmente, appena si profila un successo - e per Ionesco non si può non parlare di successo a caratte,re, co– me abbiamo detto, quasi popolare - entra in agitazione un certo mondo ideologico per interpretarlo a proprio uso. Secondo certi critici, « Il :rinoce– ronte » sarebbe una satira « anti-gaulli– sta » e - non -poteva mancare - « an– tifascista » in quanto critica il confor– mismo verso i potenti. Si tratta di un giudizio a:ssai grossolano, al quale sfug– gono le più elementari sottigliezze del testo di Ionesco. A parte il fatto che questo tipo di conformismo esiste dap– pertutto, anche dove i potenti sono « prog,ressi'sti,, la questione è molto più profonda. Perché in realtà, oggi, anche i potenti sono conformiti, essi 31

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