Lo Stato - anno II - n. 11 - 20 aprile 1961
bagliato, divenne il pittore del colore ed ;wbandonò le ricerche luministiche. La consuetudine così non si interrom– peva (si veda la serie dei quadri dì Carzou su Venezia); tuttavia .Ja tipica tradizione francese del paesaggio italia– no, dopo la scomparsa dd « soggetto » e del «motivo», è morta. La Roma di MUSICA oggi non è più - né poteva essere - quella di cento anni fa (e la mostra soddisfa anche a questa curiosità di con– fronto). La Roma-di un tempo è caduta nell'oblio, com~ la pittura cade sempre più nel caos deU'informale. DAMIANO FucINESE l Un nome greco per una nuova confusione bel Dalla dodecafonia al "sistema seriale,, - E' un bel nome, d'etimologia gre– ca, conforme allo spirito della nostra civiltà e, senza dubbio, pegno certo della nostra più grande tradizione musicale. -- Ed infatti, da J. S. Bach, la mu– sica occidentale utilizza: comùnemente i dodici suoni della gamma' cromatica. Le recenti prove per l'introduzione di quarti di tono, non hanno né convinto né entusiasmato ancora nessuno. - Malgrado ciò, questo termine è en– trato nell'uso comune abbastanza re- · centemente - da cinquant'anni circa - e questo prova che serve a designare ben altra cosa che quello che semplice– mente significa; nuovo segno della con– fusione di idee di cui soffre la nostra epoca; confusione voluta, come ve– dremo. - Perché il problema non è quello dell'impiego dei dodici suoni, ma piut– tosto quello della loro organizzazione, quello della loro « composizione » nel senso concreto della parola, dei prin– cipi.i d'ordine che reggono questo mate– riale bruto. - Il principio tonale, abusivamente chiamato «sistema>, si è rivelato ab– bastanza « forte > e abbastanza « soffi– ce> per essere l'anima di tante musiche diverse sin dalla loro invenzione, fino all'iper-<:romatismo di Tristano e dei post-Wagneriani, per servire da stam– pella ancora oggi a tan~a cattiva musica, sopratutto la canzone, e per disurbare ancora ai giorni nostri un certo numero di compositori che vorrebbero ad ogni costo liberarsene, cancellare ogni traccia della sua influenza. Il principio « mo– dale > aveva avuto la stessa fortuna du– rante tutto il medio evo fino al Rinasci– mento. Certi grandi musicisti, Brahms sopratutto, hanno voluto reinspirarsi. I 30 bibliotecaginobianco compositori russi e spagnoli della fine del secolo scorso e dell'inizio di questo, Fauré ed anche Rave!, si sono serviti anche loro dei vecchi mezzi, provenienti da un folklore reale o fittizio, e conve– nienti ad una estetica d'ambiguità; ma, ciò che è rimarchevole, in uno spirito, e con forme tipiche della musica to– nale. Per cui si dovrebbe parlare di colore modale, che non di musica modale. - Debussy, e sopratutto Messiaen prima maniera, si sono anche loro indi– rizza ti in questo binario modale, ricer– cando nuovi modi, approfondendo lo spirito e la forma del principio modale sempre magnificando però i lucentis– simi colori dei loro modi inventati. - La politonalità, di cui D. Mi– lhaud fu il profeta, è una amplifica– zione del principio tonale, d'una com– plessità accresciuta, che può arrivare fino alla confusione. - Esiste anche il sistema che con– siste nel non volerne alcuno: quello che si chiama musica at'-nale. Il Pier– rot lunare di Shonberg ed il Wozzeck di A. Berg ne sono i due esempi com– piuti. Il principio anw-chico, avendo « liberato » da ogni ordine interno i do– dici suoni, fa si che questi formino al– lora un magma di una pesan~za spesso insopportabile, dove emergono, tuttavia, qualche volta, dei bellissimi ef– fetti melodici e strumentali. Ma la ten– tazione tonale si fa sempre sentire ed il ritorno, anche se breve, del figliol prodigo, non si ha senza impedimenti sentimentali. - Infine, questo apparteneva a quel genio chiaro e lucido che fu Strawin– sky - la sua breve trattazione « poeti– ca musicale » non ·sarà mai abbastanza letta ne dai musicisti ne dagli amatori colti di musica - ed è su questo che · egli ·riuscì a definire l'essenza della musica contemporanea. Questa, egli dis– se un giorno, è costruita sul modo cro– matico. Possiamo, infatti, constatare che il princ1p10 modale applicato al modo cromatico ha già conquistato quasi in– teramente il mondo musicale contem– poraneo, al quale porta una universalità forte, morbida, logica, tradizionale nel più compiuto significato del termine, completamente comparabile a quella dell'epoca modale del medio-evo, o to– nale dell'epoca classica. Il recente con– certo alla Rai d'opere di G. Petrassi (il magnifico 14° concerto per orchesnra d'archi e il commovente « coro dei morti») ne è stata la riprova ed anche la 1• sinfonia di Dutiilleux, così apprez– zato il} Francia. La « musica per stru– menti a corde celesta e percussione » di Bartok, ne è un altro esempio, di cui il primo movimento è di una tale per– fezione che potrebbe servire da model– lo a questo nuovo stile. Non sono que– sti che i primi passi e ci sembra di es– sere all'alba di una nuova civiltà musi– cale che non sarà senz•a splendori, e sembra che si integrerà a quel rinno– vamento di civiltà cristiana che annun– ciava SS. Pio XII nel suo ultimo mes– saggio di Natale. Questa musica in particolare meri– ta gius~amente il bel nome di dodeca– fonica. Quello che abitualmente desi– gna questo termine è, purtroppo, tut– t'altra cosa. Non che non si tratti di musica basata sui dodici suoni, ma si tratta di una musica che _non ha niente a che vedere con questo spirito d'ordine, tonak o modale, ma è interamente sottomessa al « sistema seriale »; da cui nasce il suo vero nome, molto più adeguato perché tecnocrate, di « musica seriale>. « Sistem'<!seriale >, perché questa volta è proprio un sistema, contrariamente sia ai principi della tonalità, che a quel. li della decomposizione della musica tonale soprafatta dal cromatismo germa– nico e ~all'anarchia atonale di Shoem– berg e Berg prima maniera. « Sistema seria,le » che ingloba totalitariamente, pur dissociando gli uni dagli altri tutti gli elementi della musica, non più so– lamente i suoni ma anche i timbri, i regis•tri di tono le « durate > e i si– lenzi (non si dice più ritmo) e perfino le «strutture~ (non si dice più forma). Sistema seriale che, per finire, abilmente presentato da tutte le risorse del ma- . terialismo storico musicale, si pre-
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