Lo Stato - anno II - n. 11 - 20 aprile 1961

MENTO comunista di piazza. Per noi, che tendiamo all'in– credulità per temperamento, la infallibilità del Papa può essere anche dubbia: ma dei cattoliconi di quella risma che ogni giorno piangono sul tradi– mento fanfaniano della religione, i·l Papa deve es– sere considerato sul serio, al cento per cento)). In breve, riassumiamo in forma la tesi del Mat– tei. SS. Giovanni XXIII ha definito ex cathedra la convergenza, ed i ca,ttolici ormai debbono accettarla « al cento per cento», come accettano l'Immacolata Concezione. Noi non osiamo aggiungere un commento a que– sto testo. E' un documento deprimente della man– canza di rispetto che un giornalista affermato ha per i suoi lettori. Mattei ha il diritto dt non essere credente: ma non ha il diritto di trattare i credenti da imbecilli e da gonzi: e nemmeno quello di fare del Papa un satrapo o un califfo. Se poi gli piace, come stornellatore tessere le lodi dell'on. Fanfani, sì accomodi. De gustibus ... L'on. Nenni e il nostro "hegelismo" L'on. Nenni ritiene « azzardata » la nostra in– terpretazione ideologica del congresso socialista, perché avremmo visto affermato nel discorso di Lombardi, l'autonomia dello Stato dagli interessi di classe: mentre tale concetto è un concetto « heoe– liano e fascista ». Per la prima parte della que– stione, non possiamo che rimandare l'on. Nenni al testo di Lombardi, pubblicato dall'Avanti!: « Oggi noi riteniamo che lo Stato, pur essendo espressione degli interessi della classe dominante, non ha più soltanto questo contenuto. Oggi lo Stato ha subìto modificazioni estremamente importanti, tali che po– stulano la possibilità di una conquista dall'interno dello Stato ». Esiste dunque un momento della Stato che non è riconducibile al contenuto di classe. ~ Lombardi lo precisa subito dopo: « Lo Stato è anche funzione imprenditoriale. Modificare la· direzione di governo non significa fare un'azione di vertice, ma un'azione di carattere strutturale tale che può in– fluire direttamente 3Ui rapporti della società ». Perbacco, se si afferma qui l'autonomia dell'azione dello Stato per rispetto alla classe! Si ammette persino che esso può modificare i rapporti di classe: e si fonda così su questa autonomia dello Stato il carattere rivoluzionario e non riformista della tesi autonomista. Ci spiace, on. Nenni, ma l'autonomia dello Stato è una test essenziale della esposizione lombardiana dell'autonomismo. Ma, ella dice, che l'autonomia dello Stato è frutto delle lotte operaie. Dato e non concesso che sia così, · bisogna ammetter che essa fosse possibile (mentre per il marxismo è impensabile), visto che a un certo punto è nata: e da quando è nata, ci consenta l'omaggio al M. De la Palisse, essa esiste. Quindi rimane dimostrato che l'autonomia dello Stato è una realtà con cui il PSI deve fare i conti: sia quelli teorici che quelli pratici. Se poi l'on. Nenni vuol dire con quell'accenno alle lotte operaie che lo Stato è autonomo come sempli'ce riflesso della lotta operaia, allora l'autonomismo perde ogni ri– levanza ideologica net confrontt della sinistra so– cialista e del PCI. bibliotecaginobianco Il suo articolo « Piazza e Parlamento » è ben lungi dall'escludere tale ipotesi. Ella sente veramente i congres•si, onorevole. Quanto poi al carattere hegeliano della tesi del– l'autonomia dello Stato per rispetto alla classe, consulti il suo esperto sui problemi cattolici e saprà che questo è un concetto tradizionale della dottrina cattolica. Questa storia del nostro heghelismo è il lato comico della vicenda. Abbiamo avuto sott'oc– chio la circolare di un segretario p,rovinciale della DC che sconsigliava la lettura de « Lo Stato )) ai suoi soci, perché rivista « Hegeliana » (sic!). Il buon segretario provinciale credeva fosse una accusa innominabile... Avremmo volentieri aperta una rubrica " class di asen » in relazione al fatto, quando la sua autorevole citazione ce lo ha sconsi– gliato. Se noi dunque siamo stati « azzardati », onore– vole, ella ci ·ha restituito l'azzardo. Ad ogni modo, l'autonomismo può giocare an– cora per un po' all'araba fenice: poi alla fin fine anche la sua abilità di scrittore e di politico non riuscirà ad evitare la classificazione in generi e specie di questo « novum (?) genus » della politica. In ogni modo, non le mancherà il devoto e com– mosso assenso della chiesuola milanese della sini– stra DC che la considera come un padre, fin dai tempi della famosa lettera di Granelli per il con– gresso socialista di Napoli. Ci fa piacere che, come un altro celebre roma– gnolo, anche ella poi abbia trovato il suo cappel– lano. Non ha •al riguardo, che l'imbarazzo della scelta. Il viaggio in Calabria Di sul calabro confine - chi mai spunta in vetta al monte? -. E' il nostro Presidente del Consiglio, prestato per l'occasione alla Calabria. Questa dei viaggi regionali è una buona idea, anche se vecchiot– ta: come tecnica di governo, in Italia risale a Zanar– delli. Non piacque invece a Giolitti. Quando un governo viaggia, o si dà al buon tempo o sente aria cattiva. I viaggi di aria cat– tiva si distinguono in due categorie: i « viaggi na– zionali » e i viaggi internazionali. Come esempio classico di viaggi internazionali per aria cattiva parlamentare si può ricordare quello fatto in USA sei anni fa dall'on. Scelba, quando l'on. Fanfani al vertice del potere e della speranza, cercava di troncare il filo della vita governativa. Dopo il viaggio in America, ci fu l'elezione dell'on. Granchi e poi, capofitto, la crisi unanime di tutta la DC, divisa nella questione presidenziale, ma uni– tissima nel buttar giù un governo e nel rifare la leva dei ministri. L'on. Scelba amava fregiarsi del senso dello Stato e quindi il viaggio internazionale, che lo consacras– se quale statista e uomo di fiducia degli S.U. era un rimedio, disperato lo concediamo, per impedire la crisi. L'on. Fanfani presiede un ministero sociale e quindi la Calabria sono le sue Americhe. In fondo costa di meno all'erario e non nuoce al buon nome dell'Italia all'estero né al senso di sta– bilità delle alleanze. Ognuno si fa i viaggi che gli piacciono: ma tra i viaggi dell'on. Scelba e quelli dell'on. Fanfani, preferiamo i secondi. Quanto ai calabresi, hanno avuto il viaggio, no? Che altro vanno cercando? 17

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