Lo Stato - anno II - n. 11 - 20 aprile 1961

il segno tangibile della tessera la sua fiducia al partito. La conferma che la base del partito versa in una situazione di perplessità e di disagio è data poi dalla notizia, que– sta ufficaile, che le schede bianche depo– sitate nelle urne il 6 novembre 1960 as– sommano ad un milione e seicento cin– quantamila, cifra questa largamente su– periore a quella che veniva indicata nei giorni successivi alle elezioni in base a calcoli parziali .e non ufficiali. I due fatti debbono conside,rarsi inti– mamente collegati, quando si tenga conto che è statisticamente accertato---_che _la formazione politica che più ha ris'en– tito cld fenomeno schede bianche nelle ultime elezioni ·amministrative è stata, proprio la D.C. Di fronte a tali fatti, ed in conside– razione di ciò che essi possono signifi– care sul piano politico sembra a noi opportuno tentare di dare una risposta obiettiva agli interrogativi che essi pro– pongono, ed in modo particolare al perché i fatti di cui sopra si sono deter– minati, Ragioni di una cns1 Alcuni potranno ritenere che alla ori– gine degli stessi vi siano le impostazio– m che hanno caratterizzato la linea po– litica della direzione centrale D.C., dal febbraio 1960 ad oggi, con particolare riferimento ai casi del luglio ed alle iniziative prese in materia di « giunte difficili >. Pur non negando che tutto ciò abbia inciso negativamente ·sul morale della base D.C., noi riteniamo che alla origi– ne della cr~si in cui essa si dibatte vi siano motivi più profondi, che toccano il venire meno di alcune certezze di dottrina, ideologiche e politiche, sulle quali s'era fondato sino a .qualche anno fa, sia pure in modo più formale che sostanziale, l'impegno del partito. Questo in quanto siamo convinti che gli avvenimenti compresi nell'arco di tempo tra il febbraio 1960 e il marzo 1961, per quanto gravi siano stati, non lo sono stati in misura superiore ad altri - basterebbe ricordare la crisi del giugno 1953 - nei confronti dei quali la base del partito aveva reagito vigoro– samente e senza tentennamenti. Questo in quanto l'attuale crisi che travaglia la base della D.C., proprio per i modi ,attravers_oi quali si manife– sta, mostra di porre in discussione non tanto la validità di -una linea politica o di una impostazione di tendenza, quan. 10 bibiotecaginobianco to le stesse ragioni di essere della D.C. così come questa oggi si propone. A nostro giudizio i motivi di fondo ai quali deve ricondursi l'origine dello sta. to di crisi che travaglia la base della D.C., e che l'hanno spinta agli atti di aperta protesta e di rivolta a cui sopra abbiamo accennato sono i seguenti: 1) la coscienza che il partito ha falti– to in quello che era l'obiettivo di fondo che s'era posto al suo sorgere, ·precisa– mente il superamento concreto della concezione liberale dello stato, come premessa, per la creazione di una vali– da piattaforma di lotta al marxismo, e come base per la fondazione di un or– dine civile e cristiano in Italia: Laici– smo, democratismo, economicismo, in -, una parola tutto il bagaglio della ideo– logia liberal-illuministica, sono, infatti, alla base delle istituzioni sulle quali si fonda lo stato sorto in Italia dopo il 1945; 2) la coscienza che tale fallimento deve attribuirsi alla mancata elabora– zione di una compiuta ideologia politi– ·ca, derivante dalle promesse di dottrina proprie nel cattolicesimo; 3) la coscienza che da tale carenza derivino i cedimenti di natura dottri– nale, e quindi ideologici e politici, avan– ti alle ideologie liberale. e marxista, che affondano le loro radici nel profondo de! pensiero razionalista ed illuminista, che contrasta radicalmente con la tradi– zione della dottrina cattolica alla quale la ID.C., pretende di ispirare la sua azione; 4) l:i coscienza che taJi cedimenti di ordine dottrinale, e quindi ideologici e politici, abbiano spinto i dirigenti d.c. sul terreno dei compromessi, dal quale ha preso avvio quella «politica delle cose> che, allon_tanadosi sempre più dai prin– cipii, ha finito per essere condizionata dalle contingenze storiche, senza che la stessa abbia più avuto la possibilità di guidare in una direzione definita il cor– so delle cose del nostro paese. Bancarotta politica A ben guardare, infatti, siamo dell'av– viso che in tali elementi sia possibile ravvisare l'origine di tutte quelle in– certezze, di tutti gli equivoci che ormai caratterizzano l'azione dei responsabili d,c. in Italia. Ci si potrebbe, a questo punto, oppor– re che se fosse vero, come noi affermia– mo, che le radici della crisi in cui si dibatte la base della D.C., affondano lontano nel tempo, e nella essenza pri- ma del partito, le manifestazioni della stessa si sarebbero dovute avere molto tempo prima di quanto non si siano avute. A tale obiezione noi rispondiamo che in passato la crisi del partito non si è manifestata mai in toni clamorosi come gli attuali per il fatto che la « politica delle cose > offriva ampio spazio di ma– novra in ragione della molteplicità dei problemi contingenti sui quali essa po– teva esercitarsi, sulla base di diverse formule politiche e nella possibilità di -un formale rispetto dei principii e della tradizione cattolica. Ed aggiungiamo che la crisi si è ma– nifestata in tutta la sua ampiezza una volta che si sono esaurite le possibilità di manovra, con il venir meno dei pic– coli problemi contingenti una volta che i veri problemi della società italiana, quelli per la soluzione dei quali si ri– chiedono idee chiare e saldi principi, si sono imposti in tutta la loro_ attualità e drammaticità: i problemi dei rappor– ti tra autorità e libertà, dei rapporti tra cittadino e Stato, i problemi della pro– prietà, della certezza del diritto, della rappresentativa e della efficienzsi delle istituzioni, della difesa delle stesse dagli attacchi del marxismo, in una parola tutti quei problemi legati ad una chiara concezione dello Stato di diritto. Partito disarmato E davanti a tali problemi la D.C., ap– pare dottrinalmente, ideologicamente e politicamente disarmata, fronteggiata dalle forze marxiste in grado di pro– porre per ognuno dei problemi sopra ricordati soluzioni rigorosamente logi– che, possibili, derivanti da una chiara e conseguente visione della natura e dei fini dell'uomo, della società e della storia. In tale quadro i dirigenti cl.e. tentano di opporre ai marxisti una politica che costantemente muta dalla loro metodo– logia, nella vana speranza di riuscire a frenare lo slancio ed a svuotarne la ca– rica di lotta; non considerando che ogni accettazione, parziale o totale, delle loro tesi, in ogni campo, ad altro non porta se non a confermarli nella sostanziale validità del loro impegno politico. Nessuna meraviglia deve dunque su– scitare il manifestarsi aperto di uno sta– to di crisi alla base della D.C. Tut– t'alpiù potrebbe destare meraviglia il fat– to che la base abbia preso coscienza con ritardo delle sostanziali· lacune sulle quali per anni ha fondato la sua atti– vità politica il partito dei cattolici.

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