Lo Stato - anno II - n. 10 - 10 aprile 1961
UU\...l.14"'u. t'V"'H.' u1, JIO.'l soltanto negativa, per quasi mezzo secolo. Un periodo ric– co di ansie, di sacrifici, di dolori ma fervido anche di entusiasmi e di realiz– zazioni concrete. E se è vero che lo sviluppo di un popolo e di una nazione si attua nella continuità del tempo, non è ammissi– bile che si rinneghi , 1 uello che è stato compiuto dagli uomi•1i del passato o che sui loro sforzi si tenti di gettare, come purtroppo continuamente accade, il ridicolo. Ma anche questo è il sin– tomo del settarismo e del conformismo di un'Italia che ha rinunciato alla sua tradizione e rincorre le chimere dell'av– venire senza cercare di capire, a fondo, quello che ieri accadde ed è incapace di un profondo e sincero esame di co– scienza. In questo clima la pubblicazione, da parte delle edizioni de « Il Borghese », del volume di Gioacchino Volpe « L'Ita– lia che fu » deve essere salutata come un'importante manifestazione polemica nei confronti delle tesi storiche che go– dono il crisma dell'ufficialità. Ha scritto Piero Operti, nella chiara ed appassionata presentazione: « Questo libro si rivolge a qU1nti tra i giovani italiani posseggono l'ingegnò e l'one– stà intellettuale che sono necessari per non fare propria, in materia controver– sa, un'opinione dopo aver ascoltato sol– tanto una campana che oggi e da molti anni suona a distesa da tutti i campa– nili del nostro paese, ~ino a doversi tap– pare le orecchie, e giunge anche nelle scuole. L'opera e la personalità di Gioacchi– no Volpe sono troppo note perché ci si debba su di esse soffermare; storico in– signe. ha indagato, con rara indagine, i complessi fenomeni sociali, politici, re– ligiosi del Medio Evo la cui interpre– tazione costituisce sull'argomento un punto fermo; ha puntualizzato, poi,. le vicende della storia contemporanea con « L'Italia in cammino », « La storia del movimento fascista ,>, « L'Italia fra la pace e la guerra»; « L'Italia moderna» di cui si attende, per i tipi dell'editore Sansoni, l'uscita dell'ultima parte del– l'opera. In questo nuovo e denso volume (più di seicento pagine), l'autore ha raccolto la produzione pubblicistica di oltre qua– rant'anni d'attività, nata dall'attenta os– servazione di un'epoca vissuta non da agnostico spettatore ma da protagoni– sta, da studioso impegnato, con la sua opera intelligente e costruttiva, a con- Lo STATO bibliotecaginobianco tribui,re al rinnovamento e al potenzia- smo » ma come conneta possibilità di mento delle energie spirituali della na- rinnovare le strutture inadeguate e il zione. clima stantio della wcietà italiana. Qualcheduno dirà che quella di Voi- E se errori e manchevolezze vi furono pe è la storia vista in chiave nazionali- •queste devono essere messe in evidenza sta, interpretata secondo gli schemi della e discusse, ma con serenità ed equani- nostalgia e del passato. Ma questa accu- mità come si richie<le a qualsiasi valu- sa non regge e cade leggendo attenta- ·tazione che voglia esscre non di parte, mente le pagine di « Italia che fu ». ma che si elevi a metrn di giudizio sto- Si vedrà che è lo sforzo sincero di un riso: è inammissibile infatti che vi sia patriota che ha creduto, e crede, appas- una storiografia che del fascismo dica sionatamente nell'Italia, nella sua cui- tutto « bene » ma è deprecabile anche tura, in ciò che essa ha rappresentato e che ve ne sia una che su di esso dica che può ancora rappresentare. , tutto il male possibile: la storia non Sono quelle di Gioacchino Volpe pa- può essere apologia ma neanche vili- gine vive, sorrette da una forza ideale pendio. E il libro di Volpe possiede che le anima e le sostanzia, che ci ri- questi indispensabili requisiti. portano a momenti drammatici della Un capitolo particolarmente interes- nostra vita; i fatti più palpitanti del sante (scritto come prefazione alla ter- tempo di ieri ritornano, al di là dello za edizione di « Italia in cammino») è oblio in cui il passato li aveva confinati, quello che riguarda la « Storia d'Italia » e riemergono in una attualità che è quel- di Benedetto Croce, in cui il filosofo la non delle cose che muoiono con il del liberalismo piegò la storia, dal 1871 tempo ma delle idee che vivono, imma- al 1915, alle sue particolari convinzioni, nenti, nella storia. prima ancora che filosofiche, politiche. Gli articoli e i saggi raccolti sono Volpe rimprovera 1 Croce di non aver stati divisi in nove capitoli: la Monar- saputo cogliere i fermenti, l'irrequietez- chia, l'Africa, l'Unità nazionale, i Cat- za dell'anima italiana di quel periodo, tolici, il Fascismo, l'Accademia, rifare di non aver compreso la politica di Cri- l'Italia, il Risorgimento, l'Europa. spi, i fermenti sociali, le aspirazioni de- Volpe ha guardato alla storia del po- gli interventisti e di aver additato, in- polo italiano ed al dramma da esso vis- vece, « per l'edificazione dei lettori, nel- suto con dedizione e, aggiungeremo, l'era giolittiana, l'idillio dei socialisti, con amme, cercando di scorgere nelle dei radicali, dei massoni ». L'unico pro- sue vicissitudini lo sforzo di una na- tagonista del libro <li Croce è Giolitti zione che, nel sacrificio e nella lotta, con tutto ciò che di negativo il giolit- cercava di realizzarsi, di conquistare se tismo rappresentò, e Volpe lo denuncia stessa, d'imporsi, continuando il moto apertamente. risorgimentale - la cui lezione ideale Altri saggi sono degni di attenzione: è accolta interamente dal nostro autore quelli dedicati all'enciclopedia italiana, - e di diventare Stato, Stato unitario e una delle più poderore realizzazioni cul- moderno. E anche il fascismo, nella sua turali, voluta da Giovanni Gentile; a complessità e nelle sue contraddizioni, è Nello e Carlo Rosselli, scritti in pole- considerato sotto questo aspetto. mica con Gaetano Salvemini, da cui Il libro di Gioacchino Volpe serve a emerge lo spirito equilibrato, per nulla fare comprendere il clima in" cui il fa- inquinato di settarismo, di Volpe, ché scismo nacque e si sviluppò, quando anche in questo senso offre una lezio- nell'immediato dopoguerra lo Stato ave- ne di alto impegnò civile; alla pacifi- va ceduto di fronte alh piazza ed i par- cazione degli italiam dopo la bufera titi tradizionah, lacerati all'interno, non della guerra civile, che suonano monito erano in grado di far fronte alla nuo- ed appello alla concordia e al supera- va realtà storica, <"aratterizzata dalla mento di ogni settarismo. comparsa, sulla scena politica, del co- Pronunciate da Gioacchino Volpe al- mumsmo. cune affermazioni assumono un caratte- Un fenomeno vario e multiforme, non re di verità da non dimenticare e che facile a definirsi, che trascende la poli- gli uomini politici che governano oggi tica ed i suoi probli.:mi e che è necessa- l'Italia, quelli che hanno voluto intro- rio analizzare nel quadro del costume, durre nelle scuole lo studio dell'antifa- delle aspirazioni, dei desideri delle ge- scismo e della guerra civile, dovrebbero nerazioni di quel periodo, il quale, nei a lungo meditare. Ne trarrebbero sicuro suoi più sensibili rappresentati, non era giovamento. considerato un fenomeno di « miracoli- GIAMPAOLO M-1.RTELLI 29
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