Lo Stato - anno II - n. 10 - 10 aprile 1961
tale definisce moder:ito e filo-americano) e del segretario generale del « ministero degli esteri > Saad Lahlab, diretto collaboratore di Krim Belkacem. Gli ac– cordi sono stati parafati un mese dopo in occasione di un secondo viaggio dello stesso Francis attraverso i paesi d'oltre– cortina. (I primi accordi con la Cecoslo– vacchia datano dal 1957). In febbraio comunque i dirigenti FLN (notiamolo bene: « inviati segre– tamente>) prendevano un'altra serie di accordi e questa volta con i rappresen– tanti dei partiti comunisti, nel palazzo Quel che sta però a cuore a Mosca è il Sahara. Il Cremlino non vuole am– mettere la presenza politica degli Stati Uniti in quel territorio, e propone quindi un accordo diretto tra la Francia della centrale internazionale comunista di Praga. Vale la pena di segnalare tale incontro perché ha portato al primo ac– cordo che ufficializzi sul piano dello « Stato Algerino > la presenza dell'ideo– logia comunista. Questo proprio alla vi– gilia dei negoziati con la Francia. Sulla scorta delle notizie provenienti da diverse fonti si può dire che il blocco comunista ha ordinato all'FLN di restare intransigente nei confronti della Francia su tutta la linea, pur am– mettendo concessioni di carattere pura– mente marginale. delle imprese petrolifere francesi ed in– glesi) non sono disposti di « installare > la ribellione senza ottenere sicure ga– ranzie tanto sul Sahara quanto sul fu– turo assetto economico dell'Algoria. A Maturità politico a Cuba e l'FLN che escluderebbe evidentemen– te l'interferenza di altre nazioni, ma ga– rantirebbe all'Unione sovietica un con– trollo politico e tecnico attraverso l'Al– geria di domani. Le intenzioni di De Gaulle Il Presidente della Repubblica fran– cese, che con il referendum è diventato l'arbitro assoluto della questione alge– rina è deciso di andare « tanto in là, quanto necessità lo imponga ». I gruppi che lo sostengono comunque, e che so– no interessati alle vicende del Nord Africa e del Sahara (il gruppo Rotschild in particolare che controlla le banche nazionali di Marocco e Tunisia, e che r.ollabora alle operazioni finanziarie 12 bib1otecaginobianco tale fine è bene ricordare che gli uomini che partecipano ai negoziati pubblici e segreti appartengono tutti al brain– trust dei Rotschild: il ministro Joxe, l'ex consigliere presidenziale Pampidou, il consigliere Bruno de Leusse. Il generale De Gaulle è convinto per– tanto di poter ritirare le forze armate francesi dall'Algeria anche se il primo periodo di interregno potrà essere fu– nestato da « penosi > incidenti. La di– scussione sulla base strategica -di Mers– el-Kebir potrebbe concludersi favorevol– mente solo che l'FLN voglia accettare un accordo alla stregua di quelli inter– venuti a suo tempo con il Marocco e la Tunisia, e che in sostanza limitavano nel tempo la presenza dei militari francesi. Quanto al resto... il Presidente è con- vinto che il terreno d'intesa con l'FLN per la cooperazione economica sarà suf– ficientemente vasto per garantire alle due parti un utile e fruttuoso interesse. Ulteriori problemi come le garanzie alle minoranze el.l!ropee, dislocazione politica dell'Algeria di domani sul piano internazionale, accordi che quest'ultima potrà stipulare con i paesi d'oltrecortina vengono considerati come del tutto mar– ginali. (Del resto la Francia non ha protestato per il fatto che il Senegal, appartenente alla Comunità, ha rico– nosciuto la Cina comunista). Gli elementi di disaccordo Il Sahara. Se l'FLN avesse di fronte a sé un frc.nte organico, forse l'accordo potrebbe essere meno difficile. Invece il piano presentato dalla Tunisia, e soste– nuto dagli americani, non aggrada com– pletamente a Parigi, benché quest'ulti– ma l'avesse approvato tacitamente nel febbraio scorso. Nemmeno il governo di Londra si mostra soddisfatto, poiché sancisce la crescente influenza statuni– tense nell'Africa. Diversi osservatori si accordano nel diire che la presa di posi- . zione di Mosca sulla questione saharia– na ha facilitato la frattura in seno al gruppo occidentale, poiché ha offerto un appiglio a dati gruppi francesi ed in– glesi per tentare un accordo con l'FLN alle spalle degli Stati Uniti e contro la Tunisia e alcuni paesi limitrofi. Che a questo proposito ci siano state in queste ultime settimane grosse esitazioni lo prova il rinvio della conferenza di Evian. Rinvio che si è voluto attribuire alle ben note ragioni di prestigio avan– zate dall'FLN. Il Sahara è diventato oramai un pro– blema di carattere mondiale, anche se si ha la tendenza di lasciarlo un po' in disparte. Le ricchezze che esso racchiu– dr rappresentano un oggetto di baratto nelle grandi competizioni internazionali. Se l'Unione Sovietica ha un interesse specifico nei confronti del più grande serbatoio energetico dell'Europa, non è detto che essa non sia pronta a ritirare le sue preclusioni in vista di eventuali vantaggi in altri settori strategici del globo (leggasi: Laos e penisola indoci– nese; Berlino). Tale almeno è la con– vinzione manifestata da certi gruppi, sia francesi che inglesi, attualmente occu– pati a « disimpegnarsi » nel Laos con la speranza di aver la contropartita altrove. L'accordo formale. Il generale De Gaulle non potrebbe accettare un ac-
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