Lo Stato - anno II - n. 10 - 10 aprile 1961
:Stato, •ministri, capi del Partito, mem– ·bri del medesimo, burocrati, poliziotti, soldati o militari, gerarchi in gene– re, ecc., dotati del potere di sorvegliare tutti i cittadini che lavorano e di sag– giarne la fedeltà o aderenza politica, ma essi stessi non soggetti né' al lavoro né alla sorveglianza (non è •lavoro quello di chi sorveglia chi lavora, ma ozio). Il vero lavoratore è così ridotto alla mercè del suo capo-settore, a capo-cellula, o capo-corporazione e via dicendo, eletto e nominato dall'alto, il quale gli ordina quale tipo di lavoro eseguire e come ,eseguirlo, ne giudica il rendimento, i· meriti ecc., e può premiarlo o punirlo a torto, tenendo in definitiva .il suo de– stino di vita e di morte nelle sue mani. E se poi capita che il capo-settore o il capo-corporazione è un uomo dal– l'animo cattivo .o vizioso, dal carattere ·odioso, che può (homines sumus) perse– guitare senza motivo o per bassi motivi i suoi sottoposti (come Don Rodrigo perseguitava Renzo perché invaghito di Lucia)? Forse tutti i capi delle umane associazioni sono buoni (ecco il postu– lato utopistico soggiacente alla dottri– .na)? Quale difesa avrebbe il suo sotto– posto contro le sue ingiustizie? Sarebbe il suo schiavo (ripristino della servitù della gleba). E quali prospettive dolci presentereb– be la vita al lavoratore? Il solo lavoro, alla pari degli animali: retribuzione tanta quanta ne basta strettamente per vivere, così come al ·cavallo. si dà una data razione di fieno e non maggiore per non farlo eccessivamente ingrass~ re e quindi impigrirlo (schiavitù del la– voro). E quale modo avrebbe di far valere i suoi reali meriti, nel caso che fossero misconosciuti, non potendo for– marsi una proprietà privata? Nessuno. Non potrebbe nemmeno accumulare dei beni di consumo (denaro liquido e simili) per goderselo, perché non la- _ vorerebbe, cioè diventerebbe automati– camente 'un pa·rassita sociale, un << ca– pitalista ». Nel regime comunista il la– voratore viene a trovarsi in una ·condi- bibliotecaginobianco zione infinitamente peggiore rispetto a quella del regime borghese, anche se in questa non mancano inconvenienti e difetti. Nel regime borghese può diven. tare un borghese, nel regime comuni– sta resterà sempre un ,lavoratore, a meno di diventare un dirigente del regime, cioè uno sfruttatore del suo regime. Di conseguenza tra le libertà .inelimi– nabili del singolo va elencata la libertà di possedere una proprietà privata (op– portunamente limitata, onde essa non invada i diritti altrui, come si è chia– rito in altra sede), in modo che l'elenco completo delle :libertà del singolo si pre– senta in questo modo: a) la libertà del– la propria persona fisica da ogni vio– lenza o coazione o minaccia.; b) la li– bertà della propria coscienza religiosa, • nonché del culto; e) la libertà del pro– prio pensiero filosofico e della sua espressione; d) la libertà dell'opinione, della r.iunione, dell'associazione e della propaganda politiche; e) la libertà di stampa in tutte le sue espressioni con– crete; f) la .Jibertà del voto politico; g) la libertà della piccola proprietà privata; h) la libertà del proprio lavoro e della sua scelta. • • • Ciò premesso, è ovvio che la controf– fensiva contro il Comunismo deve ave– re inizio da una riforma della Costitu– zione vigente, la quale miri ad esclu– dere dalle Assemblee legislative i rap– presentanti di quei Partiti, che nei loro. Programmi si propongano, una volta· conquistata la maggioranza dei suffragi, di sopprimere la Libertà - e cioè una qualsiasi delle libertà del cittadino - e di instaurare la Dittatura. Il relativo Disegno di legge può essere formulato nel modo seguente: « PROGETTO DI UN DISEGNO DI LEGGE PER SALVARE LA DE– MOCRAZIA iDALLA DITTA TURA. In uno. Stato, il quale costituzional– mente riconosca e tuteli le fondamen– tali libertà del cittadino, così elencate:. CICW---~.4'--..:i§>III' a) la Jibertà della propria persona fisica da ogni violenza o coazione o mi– naccia; b) la liber-tà della propria co– scienza religiosa, nonché del culto; e) la libertà del proprio pensiero filosofico e della sua espressione: d) la libertà del– l'opinione, della riunione, dell'associa– zione e della propaganda politiche; e) b libertà di stampa in tutte le sue espressioni concrete; /) la libertà del voto politico; g) la libertà della piccola proprietà privata; h) la libertà del pro– prio lavoro e della sua scelta; un Partito politico il quale si pro– ponga la soppressione di una qualsiasi delle libertà or elencate del cittadino me– diante l'instaurazione della dittatura di una ·o più classi sociali sulle altre dassi sociali; ovvero la soppressione di una qual– siasi delle libertà or elencate del cittadi– no mediante la promulgazione di una legge lesiva di essa libertà; pur conservando il diritto alle li– bertà sopra elencate in quanto inalie– nabile appannaggio dei cittadini; perde il diritto di inviare i suoi rappresentanti alle Assemblee legi– slative. RELAZIONE Ammettere a far parte di una As– semblea Legislativa sovrana i rappre– sentanti di un Partito, che si-proponga di esautorare l'Assemblea medesima, me– diante la instaurazione della dittatura di più classi sociali, o di una classe sociale, o di un individuo, sulla rimanente parte del1a Nazione, implica una contraddi– zione manifesta». La legittimità e l'opportunità, anzi la necessità, di questo Disegno di Legge sono dimostrate inconfutabilmente daUe riflessioni che precedono, le quali sfi- dano ogni critica. • Non resta che passare all'azione e presentarlo per l'approvazione alle. As– semblee legislative. Sarà il primo passo verso la reale li– bertà.
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