Lo Stato - anno II - n. 9 - 30 marzo 1961
E cominciamo dall'intervento di Lombardi. Non sappiamo quali siano i rapporti personali del– l'on Lombardi con l'on. Nenni: diciamo questo, perchè, per valutare i rapporti di corrente (anche se concediamo che le correnti socialiste hanno un ,contenuto ideologico che manca in genere alle cor– renti democristiane) occorre tener conto dei fatto– ri personali: solo su questa base si potrebbe dar credito alla tesi, ricorrente in tutta la stampa, di ogni colore, sulla «divisione» tra Nenni e Lom– bardi. Ricordiamo un titolo di una fonte interessata, « Mondo Nuovo», l'organo della sinistra del PSI, due settimane prima del congresso: « l'operazione « Riccardo » non esiste». Chi esamina il testo dell'on. Lombardi può in realtà rendersi conto della sua concordanza alle tesi nenniane. L'on. Lombardi è partito dall'affermazione del– la necessità di una omogeneità ideologica &ella po– litica socialista: ma ha affermato subito dopo la ne– cessità &i un «ripensamento» del marxismo. E: a questo ha fatto seguire un accenno critico gia alla connotazione che il marxismo da di se stes– so come « socialismo scientifico » («espressione che non mi piace», ha detto Lombardi) sia alla tesi es– senziale del marxismo in quanto « socialismo scien– tifico»: quella « della inevitabilità, del carattere catastrofico, necessario della fine del capitalismo ». « Occorre aggiornare la visione di una crisi ca– tastrofica del capitalismo per eccesso di produzione o per eccesso di beni di consumo, aggiornare le mol– te teorie, già messe in discussione, sulla possibilità della fine del capitalismo per esaurimento. Noi og– gi invece non possediamo lo strumento che ci ga– rantisca della fine del capitalismo per esaurimento dei suoi impulsi interni, così come non possediamo esatti mezzi di indicazione che ci possano assicura– re che il capitalismo non possa portare a ulteriori sbocchi tali che ci colgano di sorpresa». Tali affermazioni significano negare al mar– xismo valore come strumento di previsione, cioè valore come strumento scientifico. Dietro Lombardi, si legge Schumpeter, cioè la più vigorosa critica fatta al marxismo in nome del– la scienza economica. E in realtà il marxismo è una confusione di filosofia e di scienza, è la confu- sione tra il tipo di necessità dell'affermazione filo– sofica e il tipo di necessità dell'affermazione scien– tifica. Marx aveva già costruito il suo sistema co– me rovesciamento della dialettica hegeliana quan– do ritenne che l'economia classica, la quale gli ave– va già fornito i termini concettuali fondamentali di tale rovesciamento (basta ricordare al riguardo i manoscritti del '44) gli servisse anche come ulte– riore prova: le leggi dell'economia politica ricar– diana, sottoposte ad esame critico, avrebbero veri– ficato, con la necessità del ragionamento scientifico, le conclusioni che la critica della filosofia tedesca aveva già consentito di raggiungere con la neces– sità del ragionamento filosofico. 2 biL "caginobianco La scienza economica è poi andata oltre criti– cando sia l'economia classica sia il tipo di critica che ne aveva fatto Marx: ed è di questo progresso della scienza economica quello da cui muove Lom– bardi, cercando di integrarlo con dei concetti che consentano la teoria scientifica del sistema sociale concreto, cioè sostituiscano interamente, con un ti– po di ragionamento sociologico-economico, il mix– tum filosofico-economico del marxismo. Lombardi muove dunque dalla tesi dell'insuffi– cienza scientifica del marxismo e da quella, a que– sta correlativa, della necessità di un giudizio scien– tifico alla base della politica. E del resto oggi si può largamente convenire sulla necessità che la fi– losofia della politica sia integrata da una scienza della politica come condizione intellettuale dell'at– to politico. Lombardi denuncia quindi il carattere non scientifico di tutta la politica socialista-comunista: e avalla quindi il giudizio politico che dà Nenni quando confuta il documento degli 81 partiti comu– nisti. Lombardi fa poi la presentazione delle tesi au– tonomiste come di un preciso contributo scienti– fico, indicato nella teoria dello Stato che sta alla base delle tesi autonomiste « uno sforzo per por– tare avanti l'elaborazione teorica su un punto di fondamentale importanza ». Lombardi formula così tale tesi autonomista: « Oggi noi riteniamo che lo Stato, pur essendo co– me è sempre, espressione degli interessi della clas– se dominante, tuttavia esso non ha più soltanto questo contenuto. - Oggi lo Stato ha subito modi– ficazioni estremamente importanti tali che postu– lano la possibilità di una conquista dall'interno dello Stato ». Su questa impostazione si possono rilevare due cose: I) che essa è al di fuori della teoria marxista. Per quanto si possa intendere come dialettico il rap– porto tra «ideologia» e « struttura», non si può mai giungere alla tesi di una autonomia dell'« ideo– logia» per rispetto alla « struttura» e quindi dello Stato per rispetto alla lotta di classe. Non si po– trebbe meglio notare la eterodossia dell'on. Lom– bardi per rispetto al marxismo che rilevando una sua successiva espressione. Dopo aver parlato, in contrasto con Basso, di modifiche costitutive, cioè essenziali, dello Stato contemporaneo, Lombardi aggiunge: « Occorre te– ner presente che lo Stato non è solo soprastruttura e amministrazione, ma che è anche struttura e fun– zione imprenditoriale. Modificare quindi in concre– to la direzione di governo non significa fare un'a– zione di vertice, ma un'azione di carattere struttu– rale tale che può incidere direttamente sui rapporti essenziali della società ». Tali affermazioni sono al di fuori di ogni coe– renza possibile con il marxismo, perchè in esse si fa luce 1a autonomia dello Stato per rispetto alla società e la possibilità di un'azione sostanziale del– lo' Stato sulla società. II) D'altro lato Lombardi ha ragione quando nota:
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