Lo Stato - anno II - n. 9 - 30 marzo 1961
ro del Lavoro compie periodicamente sull'and:1mento del mercato del lavoro e che concernono : le carenze di mano– dopera :1ccertate ogni anno nei vari set– tori (ma questi accert:1menti giocoforza sono :1posteriori e non è detto che co– stituiscano elemento di giudizio piena– mente valido); i tassi di rotazione dei lavoratori occupati imputabili a varie cause, come i trasferimenti, l'inabilità o invalidità, le dimissioni e via dicen– do; l'occupazione operaia; gli iscritti alle liste di collocamento; i passaggi di settore produttivo. Impegni a scadenza La Commissione ha anche sottoli– neatto, a quanto ci risulta, la necessità di un coordinamento di tutte le inizia– tive in atto nel campo addestrativo, qualunque sia la loro provenienza: Ministero, o meglio Ministeri, Cassa del Mezogiorno, IRI, Enti Pubblici e Privati, aziende, associazioni ecc... e ciò non soltanto per un organico fi– nanziamento ma anche per evitare so– vrastrutture, concorrenze inutili, dop– pioni, squilibri, dispersioni. Dove la Commissione si è trovata di– scorde e divisa in due tendenze è stato nell'affrontare il problema della sede più appropriata per la programmazio– ne. Da una parte si è sostenuta la ne– cessità di un programmazione che muo– va dalla periferia, ossia dagli Uffici Provinciali del Lavoro affiancati dalle Commissioni Provinciali per il colloca– mento, sulla base delle esigenze che e– mergono localmente; dali'altra si è so– stenuto, più sagacemente, che la pro– grammazione debba irradiarsi dal cen– tro, ossia dal Ministero del Lavoro af– fiancato dalla Commissione centrale per l'avviamento al lavoro e per l'assi– stenza ai disoccupati, secondo una vi– sione unitaria e globale delle esigenze nazionali. Sta di fatto che l'esperienza che ab– biamo fatto in questi anni ha purtrop– po mostrato lampantemente come l'af– fidare localmente le iniizative delle at– tività addestrative, spesso ha consentito il soddisfacimento di interessi che poco o nulla avevano a che vedere con quel– li di una concreta formazione profes– sionale dei lavoratori; e quando si par– la di interessi vogliamo riferirci non soltanto a quelli economici dei gestori dei corsi, ma anche a quelli politici, di questo o quell'onorevole, di questa o di quella corrente. D'altronde la stessa Commissione ha riconosciuto che « la possibilità di que– ste incrostazioni - anche se di natu– ra patologica -- suggerisce vieppiù di Lo STATO va~inobianco sprovincializzare le programmazioni af– finché le attività addestrative possano rivestire quella elasticità e mobilità che consenta loro di effettivamente aderire all'andamento, anche territoriale, della domanda di lavoro». Senza contare che la programmazione al centro, pur tenendo conto delle indicazioni che possono venire localmente, consentirà di individuare le strutture da soppri– mere o quelle da trasferire, perchè più utili,in altre regioni. Comunque si renderà necessaria una più stretta collaborazione, attual– mente pressochè nulla, tra la Commis– sione centrale per l'avviamento, gli ULP e le còmmissioni provinciali per il collocamento, quest'ultime in spe– cei, chè sembrano ora ammalate di burocratica inerzia anche - e ciò va daot obbiettivamente atto - per lo assenteismo dei rappresentanti delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, gli uni e gli altri m tutt'altre faccende affaccendati. Coordinamenti essenziali Nel corso della discussione in pro– posito è emersa anche la necessità che, sia le commissioni provinciali sia il Comitato Centrale, prima di esprimere giudizi o fornire orientamenti, consul– tino, ai fini della rilevazione dei fabbi– sogni, i rappresentanti diretti delle ca– tegorie economiche nonché i principa- li Enti operanti nel settore della for– mnione professionale. Come pure è necessario, sulla base di esperienze ne– gative già acqu1s1te, sopprimere, o quanto meno scoraggiare, quelle istitu– zioni Ìocali che, pur apparentemente costituite come elementi coordinatori e propulsori di attività addestrative, in realtà costituiscono soltanto elemento di disturbo e di confusione, se non di sperperi. In argomento infatti l;i. Com– missione ha sottolineato l'esigenza di • una adeguata vigilanza sull'attuazione della programmazione, sulla spesa ad essa conseguente, nonché sull'esito del– le attività addestrative in rapporto alla occupazione degli allievi qualificati ed al costo pro capite dell'addestramento. E mai tale azione di vigilanza apparirà più opportuna qualora si pensi a quanti corsi di addestramento sono stati uffi– cialmente aperti e realizzati con note– vole dispendio di denaro pubblico, sen– za che da essi siano sorte concrete pos– sibilità di lavoro per gli allievi, anche per la scarsa serietà dell'insegnamento ricevuto. Ciò esige, e la Commissione non ha mancato di rilevarlo, una inda– gine sugli Enti ai quali la programma– zione potrà essere affidata, nonché sui Centri e sui Corsi dei quali gli Enti stessi debbono avvalersi. Risulta che a maggioranza si è del parere di utiliz– zare con criterio di priorità gli Enti dè importanza nazionale e le altre istitu– zioni che per esperienza e per serietà diano sicuro affidamento di buona ge– stione e di efficace preparazione degli allievi. Quanto ai centri èd ai corsi oc– correrà poi evit:1re quel che spesso ora accade, e cioè che essi sfornino allievi qualificati in mestieri o professioni che più non rispondono alle attuali esigenze produttive e per i quali non c'è, nè vi saranno mai ampie richieste. I quadri di addestramento Un argomento infine che ha formto materia di ampia discussione e direm– mo anche di disaccordo, è stato quello relativo alle categorie professionali che debbono costituire oggetto dell'attività addestrativa. Ci risulta che la commis– sione suggerirà l'accettazione di tutte le qualificazioni a qualsiasi livello, sen– za preclusione, lasciando al Ministero il compito di fissare criteri di priorità nell'arnbito delle esigenze addestrative, a seconda dele necessità dei settori pro– duttivi. Ma questo orientamento, a no– stro parere, farà correre l'alca di rica– dere nel malaugurato sistema della di– spersione delle forze e delle possibilità. Poiché è chiaro che se vogliamo real– mente combattere la disoccupazione at– traverso l'addestramento professionale, occorre puntare con tutti i mezzi a di– sposizione sulla preparazione specifica delle maestranze, indirizzando con sani e preveggenti criteri i lavoratori verso quei mestieri che, sia in Italia come al– l'estero, sono più suscettibili di un pron– to assorbimento. Il problema delle pro– fessioni, quelle cui si accede, tanto per intendersi, con uno specifico titolo di studio, investe un altro settore, e sareb– be erroneo, oltreché dannoso per la grande massa delle forze di lavoro, in– serirlo nuovamente in questa organica soluzione soltanto per amore di una platonica affermazione di principio. Resta da vedere se i suggerimenti forniti dalla Commissione e gli orien– tamenti abbastanza chiari ch'essa det– terà, saranno seguiti dai responsabili del Governo e se soprattutto si avrà il coraggio di affrontare la piaga in pro– fondità e con mano ferma per elimi– nare tutte quelle sovrastrutture, quelle istituzioni parassitarie e quelle inizia– tive di comodo che hanno sino ad oggi contribuito non ad una efficace azione addestrativa, ma .a sostenere singoli in– teressi . o particolari orientamenti polt– tici. 23
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