Lo Stato - anno II - n. 9 - 30 marzo 1961
tica, anche modesta, di cose giud,i– ziarie sa bene che si tratta di stru– menti legislativi ai quali l'esperien– za ha negato definitivamente ogni validità. A questo punto il nostro discorso deve tornare ~n'argomento dal qua– le ha preso le mosse: l'agitazione fo– rense. Quali i motivi di essa? In pri– mo luogo i notevoli aggravi fiscali predisposti dal Governo nel noto di– segno di legge approvato recente– mente dal Consiglio dei Ministri, con il quale, in sostanza, il proble– ma sociale della giustizia, a cui pri– ma accennavamo, non solo non vie– ne neppure considerato, ma viene ulteriormente inasprito. Quando Bentham, un secolo e mezzo fa, af– fermava che l'onerosità elelle spese giudiziarie costituiva un vero e pro– prio diniego di giustizia, non im– maginava di certo che nel 1961, pro– pria nella ~ patria del diritto » la onerosità da lui rilevata e condan– nata sarebbe stata ulteriormente ag– gravata e addirittura giustificata con la necessità di migliorare la re– tribuzione dei magistrati. Che que– sta necessità esista, che il trattamen– to economico dei magistrati costi– tluisca uno degli aspetti più urgenti ed essenziali del problema delfa giustizia, nessuno può negare, così come è incontestabile la esigenza costituzionale della copertura della spesa relativa, che peraltro è di pro– porzioni niente affatto rilevanti. Qtrnl che invece è del tutto ingiu– stificabile è che il Governo intenda reperire le somme necessarie nello ambito della stessa amministrazione della giustizia. Il bilancio dello Sta– to, invero, non può non avere una aonfigurazione unitaria. I bilanci dei singoli dicasteri non sono che gli or– gani del complesso organismo eco– nomico-finanziario dello Stato. Se 11nodi essi non è autosufficiente e, al contrario, è anemico, non p0trà . essere abbandonato a se stesso, ma dovrà essere sostenuto e dinamiz– :..to dalle forze che, insieme a es– s•, compongono la sintesi organi– ea del sistema. Ragional'!.do diversa– meHte, l'economia verrebbe tramu– tata in contabilità e la politica eco– nomico-finanziaria dello Stato si ri– durrebbe al livello di una modesta gestione artigiana. Purtroppo, per la questione che ci interessa, la via che il Governo intende seguire è pr0- prio questa. La somma necessaria per aumentare gli stipendi dei ma– gistrati dovrà, secondo gli h1tendi- Lo STATO caginobianco menti del Governo, essere tratta dalle tasse che lo StatG impone ai cittadini per render loro giustizia; e, poiché queste tasse sono insuf– ficienti, esse vanno aumentate. Ma, ~ome mai non si è considerato che il bilancio del Ministero di Grazia e Giustizia prevede, a favore dei ser– vizi relativi all'mministrazione del– la giustizia, una spesa che non ar– riva a toccare il due per cento del– l'intero onere finanziario dello Sta– to? E come non si è riflettuto che le misure fiscali previste (aumento di multa per i ricorsi in Cassazione, incremento delle spese di impugna– zione davanti agli organi della giu– stizia amministrativa, nuove tasse sui rinvii delle cause, sulle ordinan– ze e sui decreti, inasprimento del bollo, ecc.) renderanno la giustizia, ancor più di oggi, un genere di lus– so, non accessibile a grandissimi strati della popolazione? Se la giustizia oggi è ammalata, con i provvedimenti proposti dal Governo rischia di soccombere. E del resto quale ammalato potrebbe sopravvivere, se veni-sse curato con i veleni? E come si può pretendere di risolver~ e migliorare il funzio– namento dell'amministrazione della giustizia, avendo cura di un solo aspetto del problema (quello del mi– glioramento degli stipendi dei ma- gistrati) a detrimsnto di tutti gli al– tri? Da questo punto di vista l'agita– zione della classe forense non può non trovare in noi soliGl.arietà e com– prensione. La insensibilità che, or– mai da decenni, i partiti politici di– mostrano per i problemi d8lla giu– ■tizia è arrivata a tal punto per cui « a mali estremi » bisogna opporre « rimedi estremi ». Tanto più che il disegno di legge governativo offre nn altro aspetto di non minore gra– vità. Ed è un aspetto che ad.dirittu– ra travalica i confini dell'ammini– strazione delìtl giustizia per invade– re quel.li della tutela e della invio– labilità del segreto professionale e della tutela della libertà e è.ella o– norabilità indiTiduali. Ci riferiamo alla facoltà che si intenderebbe con– cedere alla polizia tributaria di ispe– zionare, per gli accertamenti di sua competenza, i fascicoli proc~ssuali. Pienamente giustificata, quindi, a•– che da questo punto di vista, la rea– zione degli avvocati, non essendo ammissibile in un regime democra– tico che le vicende delle parti tal– volta di natura intima e personale (si pensi, ad esempio, ai Ji!imiizi di disconoscimento di paternità, di an– nullamento di matrimonio e di se– parazione personale tra coniugi) ven– gano date... in pasto al fisco. (co,;.tinua a pag. 18) li
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=