Lo Stato - anno II - n. 9 - 30 marzo 1961
ib perché non vi era una convenienza ragionevole. ai consuntivi, si è sicuri che e-i si po– trebbe ancora empire la bocca di ci– fre colossali? Si assumeva fino ad oggi che nel Meridione mancavano i capitali e le capacità tecnico-organizzative. Si scopre oggi che agli imprenditori centro-settentrionaLi il Governo è convinto di dover dare esso stesso capitali e assistenza tecnico-orga– nizzat'iva. E allora è lecito che le po– polazioni meridionali si chiedano perché finanziamenti e assistenza non vengono dati direttamente a loro? Rimaniamo delLo stesso avviso. Se, invece, di arroccarsi nelLe co– mode poltrone dietro arre scrivanie deUa Capitale, contornati da comi– tati e da commissioni, da gruppi di lavoro e da consulenti, i dirigenti deUa poLitica economica, e sopra– tutto i coordinatori di quelLa per iL Mezzogiorno, andassero • a trascor– rere 1.e loro giornate nelLe città, nei paesi, nelLe campagne e sulLe mon– tagne del. Meridione, si renderebbe– ro conto di una realtà drammatica– mente di.versa da quelLa che risul– ta dalle relazioni e dai documenti ujficiali che le tipografie di Stato producono da anni a getto continuo. Colossali sono le cifre delle spe– se, ma assai più m·odeste sono quel– Le delle realizzazioni. Ciò che si è fatto, che è una par– te infinitamente piccola di ciò che si e sempre proclamato di voler fa– re, non può allo stato delle cose incentivare aLc-una iniziativa. Parec– chi provvedimenti che si sono pre– si, dopo aver illuso le popolazioni meridionali, con la prospettiva del nuovo, le hanno lasciate senza più neppure le possibilità che loro deri– vavano dalle risorse che già pos– sedevano. La programmazione daL centro è stata in molti casi una in– naturale distorsione della economia meridionale : e se ne cominciano a risentire 1.e dolorose conseguenze. L'annuncio deUe nuove iniziative del Comitato dei Ministri per il Mez– zogiorno dà tutta l'impressione che, convinto deL fallimento deUa sua politica, il Governo metta le mani avanti per non pagarne le conse– guenze e per farne ricadere la col– pa su altri, maltrattando l'iniziativa privata da un Lato e tentando di comprarsela dalL'alt-ro. Ripetiamo quesiti già posti : E' sic-uro il Governo di aver creato in– centivi veramente validi? E' sicuro il Governo che il primo tempo del– La rinascita del Mezzogiorno, quelLo cioè deUe creazioni delLe infrastrut– ture, sia veramente concluso? Quanto poi ai finanziamenti di fa– vore c'é da chiedersi come mai la classe dirigente politica non sappia pensare alla industrializzazione del Mezzogiorno se non come risultato di interventi degli industriali del Centro e del Settentrione. Sarà molto difficile che gli Italia– ni, ormai troppo smaliziati, possano credergli. Sicurissimamente non gli crederanno le popolazioni del Me– ridione. Se, invece di parlar sempre di stanziamenti predisposti e di spese preventivate, si passasse finalmente 8 Una risposta a Padre Rotondi P. Rotondi ha detto molte cose giuste nel suo « Urgenza di un incontro», pubblicato sul n. 3 di « Mondo Mi– gliore». Interveniamo per la parte che ci riguarda e su cui vogliamo fare qualche precisazione. P. Rotondi cifa il nostro articolo « Cattolici e democratici cristiani» riassumendone così le conclusioni: « Dun– que - afferma Baget Bozzo - non si può dare il voto a quei candidati democristiani che apertamente sostengono l'alleanza con i socialisti e in tal modo si associano - di fatto - ai comunisti e li affiancano nel loro agire•· « Va subito detto qui, commenta il Padre Rotondi, che la posizione della sinistra democristiana vuole essere tut– faltra: cerca di staccare i socialisfl dai comunisti affinché, in tal modo, essi vengano a perdere di fatto l'appoggio •dei loro presenti alleati. Dunque, non di affiancamento ai comunisti si tratterebbe, ma di efficace lotta contro di essi». Non contestiamo la rettitudine di intenzione di chi sostiene quella posizione: tuttavia P. Rotondi mi insegna che non basta non volere il male che consegue alla violazione della legge per garantire la liceità dell'atto. Al– trimenti tutte le leggi sarebbero violate. Del resto, gli sts-ssi milazziani, contro cui fu applicato quel decreto, da parte dell'Episcopato siciliano, affermarono anch'essi che la loro cooperazione con le sinistre aveva lo scopo di svuotarle. Una tale dichiarazione puramente soggettiva non conta: e anzi il senso del decreto del '59 è proprio quello di dichiarare irrileventi tali dichiarazioni di intenzioni {« quantunque non professino principi opposti alla dottrina cattolica ed anzi prendano il nome di cristiani ») ai fini della determinazione della liceità della cooperazione. D'altro lato, noi non abbiamo parlato della sinistra democristiana, ma solo di quelli che violano le leggi eccle– siastiche. Questa violazione è avvenuta concretamente molto più ad opera di uomini che tecnicamente appartengono alla destra o al centro democristiano che da parte degli uomini della sinistra. E anzi questi uomini della « destra » amano giustificare le loro licenze sui fatti con le loro fermezze sui « principi ». Di qui l'importanza di rimanere, nel giudicare tali cooperazioni sul piano di ciò che è realmente avvenuto e non di quello di tali astratte ed inoperanti intenzioni soggettive. Per il resto, noi non abbiamo interesse al disordine, ma solo all'ordine: se si possono adottare i mezzi che P. Ro– tondi indica, ne saremmo ben felici. li Padre ha ragione nel chiedere l'« incontro,. tra cattolici: è questa la migliore apertura e ci felicitiamo con lui per averlo chiaramente affermato. Tuttavia questo incontro deve avvenire nella verità e non nella confusione. Occorre che ci sia un dibattito di tesi e di prospettive generali, non solo di tattiche particolari. Solo un dibattito sugli obiettivi politici di fondo, fatto al di fuori delle sedi polifiche particolari, può valere in quel senso. Un uti– le punto di riferimento sarebbe stato il convegno sull'« ideologia d.c. » che l'on. Moro aveva annunciato. Se P. Rotondi continuerà nell'insistere sulla nota del l'incontro, e dell'incontro nella verità, nella lealtà e nella chiarezza, noi non potremo che approvarlo di cuore. G. 8.8. caginobianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=