Lo Stato - anno II - n. 8 - 20 marzo 1961
I compiti del governo tivatore. « Lo Stato - ha dichiarato il Ministro Rumor - non può es– seTe chiamato ad intervenire ogni qualvolta si presentino eccedenze di produzione scadenti, ·spesso realiz– zate senza tener •conto delle reali po.ssibiii.tà di assoribimento ». Si im– pone, quindi, una effidente di– sciplina dei nuovi impianti. Ma per .stabilirla bisogna creare il C'a– tasto Viticolo, :« stTalcio » del primo censimento dell'agri'coltura che, at– te.so da tempo, sarà finalmente ef– fettùato il 15 aprile ,prossimo. Il ,censimento - stabilisce il D.P.R. 6 f,eibbraio1961,n. 69, pubbUcato nel– la G.U. d-el 10 marzo 1961 - rileverà in ,ciascun Comune: a) I.a .consi.sten– za numeri-ca delle aziende agricole, forestali e zootecniche; b) Ie ,carat– teri-stiche strutturali fondamentali delle •singole aziende, q'Uaùi il siste– ma di conduzione, la supel'lficie, la utilizzazione dei terreni, con rLferi– mento alle ,principali coltivazioni, gli impianti e i .fabbricati, la ,consisten– za del he•stiame, la mec,canizzazione, le forze di lavoro ». T.ali dati sono indisp,ensabill, poiché i ,progetti :per regolare, dtfendere, migliorare la produzione non possono ,prescindere dalla esatta •cono,scenza delle ·cara,,t– teristiiche strutturali dei fondi. rn una conferenza stampa, svoltasi nel settembre del 1959, il Ministro per l'.Agrkoltura ~ rispondendo a una domanda riguardante, appunto, il Catasto Viti,colo - dichiarò che la direttiva del suo dicastero ·« è di 'fa– cilitare una ,scelta dei terreni che abbiano "vocazione" alla viticolturà e dei terreni: •che tale vocazione non hanno». • Le richieste dei viticultori Non ,mancano, na-turalmente, cri– tiche a tale orientamento, soprat– tutto da '.l)arte degli a,gricoltori che hanno ,provocato, in questi anni, lo « slitt,amento al piano'> della nostra viticoltura. Queste osservazioni sono state riassunte nei seguenti punti: 1) l'alternamza dei raccolti delle uve rende ·evidente -che ·una migliore or– ganizzazione di mer,cato eviterebbe in certe armate. di alta produzione il crollo dei .prezzi del vino (è .v,ero, ma ciò non esclude di operare in difesa della qwalità); 2) ,è somma– men te difficile gwdi,care il ·«limite giusto » della produzione. come è di– mostrato da,,l fatto ·che da .vari anni i tecnici dis-cutono il problema d,el limite: se questo fosse stato già fis– sato, non si sarebbero avuti i note– voli incrementi JSUC>cessivi, sostan– zlalmente sopportati dalla ,produzio– ne e .d,al merca,to (ma non è stato fatto; un limite orientativo, anche a costo di altre discussioni e di al– tre polemf.che, dovrà ,pure esse.re fis– sato: non •sipuò continuare 'ad am– mettere clle l'offerta sia !frazionata, polverizzata a danno tlei co1tiva:tori Lo STATO bibllotecag,nobianco e ,a ,vant~ggio di nessuno); 3) fino a quando i prezzi al minuto si man– terranno ecicessivamente elevati :ri– spetto a ,quelli percep~ti dai produt– tori non si .può parlare di saturazio– ne del mercato, essendo il vino un prodotto a ,consumo •ela.sti•co(su tale elastidtà si nutrono fortissimi dub– bi; p,er quanto riguarda il problema dei costi, comune a tutte le produ– zioni, le misure da prendere sono di carattere organizzativo e produtti– vistico); 4) non si sono 'fatti suffi– cienti sforzi peT aumentare l'espor– tazione, mentre vi sono molte spe– ranz;e che l'ap,ertura del M 1 ercato Co– m:une possa giovare al collocam.ento dei no.stri vini (questo è v ·er-o.ma il MEC agevolerà la vendita del pro– dotto migliore, non ,qwello di quali– tà scadente, perché in e.sso opererà una oiù vasta concorrenza: in Fran– cia, à-d ,esempio, la disciplina della proct,uzione ,è tenacemente ·peTsegui– ta); 5) non si ,è trovato ancora un .sistema per togliere dal mer,cato i vini scadenti (si 'OUÒ fare favorendo le zone a vocazione viti.cola) e per organizzare il settore della distilla– zione con •carattere permanente (ibuon ,Dio,ma cosa ne faTemo di tut– to questo alcool?); 6) !',espansione viticola in ·pianura ha ,portato ad una ri-voiuzione tecnica degli im– pianti e al ridursi dei costi di pro– duzione, mentre nelle zone collinari, considerate tiJp~che per la viticoltu– ra, l'•economidtà delle coltivazioni tende a diminuire. Di conseguenza, se si dovesse limitare la coltura a;lle zone tradizionali, la spinta ,concor– renziale della nostra produzione. sa– rebbe fatalmente arTestata. Questo, evidentemente. 1èil punto più intere.sante da discutere. Ma va subito detto che è molto improba– bile ,che si vogliano diemolir>ei vi– gneti << veramente prodl\lttivi » della pianura: anche qui è questione di qualità, non di .quantità. Senza con– tare ,che .la conversione diella coltu– ra off.re l.n pianura maggiori scelte eh-e in ,collina. Assestandosi la pro– duzione su livelli qualitativi più alti, i •colti-vatori si convinceranno facil– mente della ,convienienza di ,cambia– re .coltura, specialmente se assistiti in modo oppo•rtuno dallo Stato. Non si tratt:a, quindi, di demolire ciò ci.ne si è costruito in pianura, ma di disciplina sopratutto la messa in pmd:uzione •di nuovi impianti. che dovrebbero avere il preventivo bene– state dell'Istituto italiano del suo~o. L'opinione dei tecnici Si è parlato di tassare, o di esclu– dere dalle eventuali agevolazioni fi– scali, gli impianti di pianura. Ma vi sono altTe misure possibili, e forse miglfoTi: rendere obbUgatorio l'au– mento della gradazione alcolicB, dei vini immessi al consumo, elevando– la dai 9 gradi per il ibianco e dai 10 per il rosso, attuali, ad almeno 11 gradi, salvo ,quakhe discriminazione p,er le zone di montagna, dove il prodotto ha un •contenuto alcolico piuttosto debole per deficienza di maturazione. Tale aumento - è sta– to rilevato - significherebbe, oltre che un netto miglioramento del pro– dotto, anche << una mancata fraudo– lenta immissione di qual-che milione di ettolitri di acqua nel vino che anlllualmente beviam.o ». Interessanti sono le misur-e propo– ste dia ,coloro •che sostengono la ne– cessità di controllare la superficie destinata a vite. Citiamo quelle sug– gerite dal prof. Oosmo nella confe– renza tenuta per celebrare il decimo anno di attività dell'Ac-cademia della vite ·e del vino (29 gennaio 1959): 1) istituire ,una organizzazione dei viticoltori («Il Corriere Vinicolo :. d,el 27 febbvai-o scorso ha auspicato la nascita di una Associazione Na– zionale dei Viticoltori, articolata, in periferia, in 1 0onsorzi o Enti provin– -ciali della Viticoltura, che dovrebbe essere in grado << di operare perm:a– nen temente, con diret.tive unitarie'>, tenendo conto delle e.si ,g,enzedel',e diverse zone vitivinicole); 2) rileva– re di ufficio, e aggiornare ogni cin– que anni, l'estensione delle superfici vitate; 3) denuncia annualie, da p,a-r– te dei vlniifl,catori, della produzione e delle eventuali giacenze (meglio p,erò, se si estenderà la denuncia an~ :che alle .superfioci; 4) individuare le terre a vocazione viticola e: a) tas– sare Ie aree vitate ritenute << non a vocazione vitic,ola »; b) ,contribui.re , in modo -condizionato. con il ri-cava– to di tale imposta, integrato possi– bilmente con un a,pporto dello Stato, alle spese d'impianto dei vigneti sui terreni « a -vooazione »: e) ,contribui– re, 1 con lo stesso g.ettito, al mante– nimento della organizzazione dei vi– ticoltori, ov,e non si ,preferisca la .-,oluzione che ,chiama in causa tutti indistintamente· i viticoltori; 5) rea– lizzare uno strumento legislativo che consenta la tutela dei vini con de– nominazione di origine (è all'esarrne del !Parlamento); 6) eventuale ac– •cantonamento volontario di una par– te della produzione di mas,sa. da rea– lizzarsi con il ,concorso dello Stato sugli interessi per il credito da con– cedersi sul vino messo provvisoria– mente « -fuori m.ercato ». ,Le id~e oer normalizzare il mer– cato del vino - lo abbiamo consta– tato - non mancano. Si tratta di coordinarle in una '.Politica unitaria, coraggiosa, moderna, tenendo conto che l'aJUmento del livello di vita pro– voca la riduzione dei consumi di massa e l'in,cremento di quelli di qualità, e non dimenticando che i mercati si allargano ,e gli scambi so– no sottoposti a -una sempre più at– tiva concorrenza. La spedàlizzazione delle colture e l'adeguamento tecni– co, economiico, ,giuridico, organizzati– vo dell'agricoltura alle nuove . esi– genz;e sociali e di mercato devono rientrare, infatti, in una program– mazione ,che tenga conto delle pos– sibilità offerte dall'ambiente e delle mutate condizioni della realtà eco– nomica internazionale. 19-
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