Lo Stato - anno II - n. 8 - 20 marzo 1961

M ENTO Noi e il neofascismo « Vie Nuove » pone noi in un suo elenco dei grup– pi neofascisti e neonazisti, pur premettendo che ab– biamo maggiore importanza. Buon pro: ma crede– vamo che il corruunismo italiano usasse, in materia di etichettature, dei criteri, se non oggettivi, almeno attenti. La politica oggi in Italia è cosa troppo raffinata perché simili falsificazioni giovino a chi le fa. Se i socialisti hanno dato dei punti ai comunisti pur par– tendo dalla medesima ideologia, è perché hanno saputo usare lo strumento logico della distinzione. Ancora più falso è, se possibile, che noi abbiamo inte;izione di mediare tra cattolicesimo e fascismo: abbiamo chiarito troppe volte che detestiamo le con– fusioni e le contaminazioni dottrinali per ripeterci su questo punto. Se lo preferisce, «Vie Nuove» ci classifichi pure tra gli anarchici ed i trotzkisti perché siamo contro lo stalinismo: lo farà almeno con eguale veridicità di quando ci classifica come fascisti perché siamo con– tro il comunismo. Sembra che tale aggettivo (di fascista) sia, stato usato, sia pure « per il vel·ame de li versi strani » nei nostri confronti dall'on. Moro nell'ultima ses– sione del C.N. della DC. Se i comunisti amano scegliere l'on. Moro come loro esegeta delle posizioni dei cattolici, lo facciano; verrà l'ora della verità. Buona fortuna. Marxismo e revisionismo Se qualcosa c'è in questo momento di interessante nel PSI, non è il dibattito politico, ma quello ideo– logico. E' questo terreno il solo in cui può maturare qualcosa di nuovo e di valido. Certo, c'è da stropicciarsi gli occhi quando sì leg– ge su « Studi Cattolici» un articolo, a firma di Mas– simo Rendina, secondo cui « il gruppo più avanzato degli autonomisti ha scavato il fosso: << non siamo più marxisti ». Rendina _ci informa che in questo gruppo è « composto da numerosi parlamentari ed esponenti di federazioni » e che tutti costoro « trovano il marxi– smo superato e inattuale». Queste cose Rendina se le è semplicemente sognate: vorremmo trovare un solo nenniano disposto a sottoscrivere simili a-f]er– mazioni. Non neghiamo tuttavia che qualche problema nuovo, su terreno ideologico, si pone nel PSI: ma finora si è a uno stadio albare: e non sappiamo se il sole della verità sia destinato ad avere, in campo socialista, miglior fortuna del sole dell'avvenire. Sotto questo punto di vista alcune affermazioni interessanti si sono lette sull'ultimo numero di « Monda operaio » in un'inchiesta relativa all'ideo– logia del PSI. La quarta domanda dell'inchiesta suona così: « Ritieni desiderabile e possibile una assoluta omo– geneità ideologica del PSI, o pensi invece che questa possa ottenersi solo sa-orificando la circolazione del- -.,w.,-.,..,._.__._..,._........,._._.JY',,.._._. ___ w.-.- _________________., le idee e che sia perciò possibile la coesistenza di ideologie diverse nel partito, ferma restando l'uni– tà politica? Se il marxismo dovesse costituire la unità ideologica del partito ritieni leciti tentativi di revisione (inteso il termine nel senso letterale) »? « E in tal caso, quali sono a tuo avviso gli elemen– ti della teoria marxista da rivedere? ». E' la prima volta che, in un testo semiufficiale del PSI, si pongono tali domande: domande che pon– gono in discussione addirittura l'adesione del partito all'ideologia marxista. Non a caso, una premessa re– dazionale dichiara che si è liberi di giudicare anche « della pertinenza e della impertinenza delle doman– de». E molto debbono essere state a giudicarli im– pertinenti se la redazione lamenta la scarsezza delle risposte. Le risposte, date dunque da coloro che riteneva– no « non impertinenti » le domande, sono molto più caute delle medesime. Così Luigi Anderlini si limita a dire che è impor– tante « non tanto una nuova elaborazione a livello filosofico-ideologico quanto una analisi a livello strutturale politico » e che « il socialismo italiano ha il dovere di ricollegarsi al nucleo più fervido ed ori– ginario, critico del marxismo di Carlo Marx che fu molto più "revisionista" di molti suoi interpreti ». Tristano Codignola poi afferma: « E' marxista ogni uomo moderno, che tiene nel bagaglio della sua coscienza una certa "visione del mondo" che fa parte dell'aria che respiriamo. Direi che vale per auesta concezione la stessa affermazione che si è fatta a suo tempo dal Croce sul "non potere non essere cristiani". Non si può non essere marxisti: e ciò non significa non essere quindi più cristiani: si– gnifica che si tratta di una esperienza ideologica e di 1lna interpretazione del mondo che si aggiunge e non si sostituisce al nostro "essere ,cristiani" e di– venta un bagaglio -della nostra consapevolezza di uomini». E.d insiste affermando la necessità di togliere al marxismo « ogni elemento sacrale per attrzòuirgli "un" carattere necessariamente comune ». Venerio Cattani afferma « che il partito socialista non può essere più un partito monoideologico ». E non aggiunge altro. Per la pluralità delle ideologie è, se intendiamo bene le parole, anche Pino Tagliazucchi. Tuttavia non si è andati di là delle affermazioni. Ed il problema del siiperamento del marxismo è pro– blema di ragione e di ouitura, che non si risolve soltanto con affermazioni emozionali o con espe– dienti tattici. Se il PSI non vuole seguire la via del revisioni– smo bernsteiniano, che è via chiusa e superata, deve affrontare un discorso sulla definizione della social– democrazia nuova, diversa e dal revisionismo clas– sico, che è la dottrina della socialdemocrazia, come dal leninismo. In sostanza: anche per i socialisti, come per i cattolici nei problemi di filosofia politica sono ormai tout court la condizione primaria della politica. Fuo– ri di questa via non c'è progresso civile ed evoluzio- ne politica seria e costruttiva. G. B. B. ~ I ! ~ J'N.Y.l'.l'_., • ..._.._._._..-.www..-..-.,.---------..-.,,...,..,r.•.-.•.••••-.•.-.-.-.-.w.........-.-....,..,._. .•.•.•.•_..,."""""._._..,._._._._._._._._._ •.•.• -. ., .-...... 17 bibliotecaginobianco

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