Lo Stato - anno II - n. 8 - 20 marzo 1961
mibilmente andranno aumentando con la messa in atto dei nuovi pro– grammi di investimenti che dovran– no fare fronte nei prossimi anni alla concorrenza sempre più massiccia che s'è scatenata fra le grandi azien– de del MEC, i soli serbatoi validi dai quali attingere mano d'opera ve– ramente qualificata e specializzata, restano le scuole aziendali, e le scuo– le di qualificazione r.ette da enti privati e religiosi. D'altro canto, è intuitivo che sino a quando le aziende da un lato e gli istituti privati e religiosi saranno co– stretti a richiedere agli allievi forti oneri finanziari per coprir.e le esi– genze di funzionalità e di continuo, e sempre più oneroso, aggiornamento delle attrezzature didattiche, non sa– ranno in grado di allargare oltre un certo limite la loro sfera di attività fra tutti coloro, rag·azzi e giovani, che puntano a darsi una solida pre– parazione che permetta loro un ra– pido e vantaggioso assorbimento nelle aziende. Per ovviare a tali difficoltà, le aziende e gli istituti di qualificazione tentano di battere vie che permet– tano loro, da un lato, di assicurarsi la mano d'opera qualificata neces– saria a fare fronte ai loro program– mi, dall'altro ad assicurarsi una co– pertura finanziaria che permetta loro di disporre di impianti ed at– trezzature che garantisca.no la piena efficienza della scuola. Siamo a conoscenza di un accordo che qualche tempo fa è stato rag– giunto da un gruppo Torinese im– pegnato nel settore della elettronica applicata ad un istituto religioso di quella Città. In base a tale accordo l'azienda garantisce all'istituto una quota di 200.000 lire per ogni allievo che, al termine dei corsi regolamentari, sia in grato di essere immesso neZ cir– cuito produttivo. Tale tipo -di accordi si rivela va– lido, ma allo stesso tempo mostra chiaramente i s1,tot limiti. Intanto non è pensabile -che tutte le aziende, soprattutto quelle che iniziano, ex novo una attività pro– duttiva, siano in grado di affrontare tali spese per assicurarsi la mano d'opera necessaria. In secondo luogo si corre il rischio che gli istituti professionali, vincolati da contratti rigidi con aziende che operano in un settore limitato, fini– scano per essere in grado di rispon- dere soltanto alle richieste dello stesso. Per non parlare del fatto che una volta che le industrie del ramo avranno computato i quadri del la– voro, potrà essere che l'istituto sia costretto a limitare la sua attivitd per sopravvenuta disoccupazione « tecnologica » nel settore. Il problema è complesso, ma si è nell'avviso che vi siano ancora non poche strade da tentare, oltre quelle di un impegno più organico e finan– ziariamente consistenti dei Ministeri competenti nei confronti degli isti– tuti tecnici. In ambienti competenti di Torino, il centro più toccato dalla crisi di mano d'opera qualificata e specializ– zata, sembra siano in avanzata fase di elaborazione alcune proposte, da sottoporsi agli organi di Governo, tendenti a creare facilitazioni fiscali per le aziende e gli istituti che in– tendano impegnarsi a fondo sul pro– blema della formazione e qualifica– zione professionale. Tali proposte sarebbero ispirate dai criteri americani che prevedono, da parte delle autorità federali, uno stralcio, dalle quote di capitale tas– sabile, di tutti i fondi destinati al potenziamento di « Istituti », (< Col– legi » ed Università considerati di pubblica utilità. Le proposte ci sembrano interes– santi, e ci auguriamo che le stesse possano a breve scadenza essere sot– toposte all'esame di quanti sentano l'urgenza del problema. ATTUALITÀ DI SAN FRANCESCO Sin dal primo numero ,questa rivista ha dato risalto ai documenti ed alle prese di posizione che avevano come fine il contrastare l'avanzata del marxismo in Italia e la denuncia di tutti i cedimenti che in ogni campo della vita nazionale l'hanno favorita. Per questo motivo ci piace ricordare il senso della conferenza che l'o:n. Foderaro ha tenuto il 12 marzo a Crotone, per iinvito del Padre Commissario Nazionale del T.O.F., su « Fran·cesco d'Assisi e 1 tempi che corrono ». Dopo aver tratteggiato i caratteri più salienti della dottrina francescana, l'on. Foderaro li ha raf– frontati alle condizioni di oggigiorno, e particolarmente ad alcuni fatti ricorrenti, quale il tradimento degli ideali perfino da parte di coloro che stando al vertice delle responsabilità civili e sociali, dovreb– bero dare ed infondere esempio di fede nei dettami della Chiesa, che ancor oggi costituiscono il pa– trimonio d'onore di coloro che non inte,ndono da essi deviare e non si lasciano corrompere da subdole manovre. A questo punto l'oratore s'è chiesto se sia possibile giustificare, da parte dei cattolici, l'affermazione che una politica per la elevazione civile e sociale dei più umili possa farsi soltanto a condizione che la stessa trovi l'avallo delle forze negatrici della missione della Chieisa nel mondo, e quindi dell'et1:ca e della dottrina francescana; quando tutta la vita del Santo d'Assisi costituisce l'esempio più alto del grado di perfezione a cui può giungere l'uomo, solo che applichi 'i principi dell'etica e della socialità cristiana. Concludendo l'on. Foderaro ha affermato: « Certo anche i marxisti sono nostri fratelli in Cristo verso i quali San Francesco, se rivivesse oggi, non tralascerebbe di adoperarsi con lo zelo missionario che lo condusse in partibus infidelium (in Asia e in Africa), per recuperarli alla Luce ed alla verità eterna. E' cosa ben diversa, però, acquisire nuove forze alm Verità dal rinunciarvi, consapevolmente o anche per semplice calcolo politico, gettandosi in braccia ai negatori di Dio e della civiltà di cui i Cristiani sono portatori ». Lo STATO bibliotecaginobianco 9
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