Lo Stato - anno II - n. 5 - 20 febbraio 1961

sa rispondere all'interrogativo che . per i responsabili dovrebbe essere àngoscio– so, da noi postulato all'inizio di questo rapido excursus, e che approfondiremo, costruttivamente come è nostro costume, in un prossimo articolo. Poiché è fatale che di fronte a tali «brillanti» prospetti– ve i migliori elementi e le migliori ener– gie della Nazione a tutto pensino meno .che a porsi alle dipendenze dello Stato. Il quale: rinforza i suoi organici ordi– nan (non vogliamo parlare: di manova- La farsa La legge 741 che: ha dc:legato il go– verno ad emanare norme giuridiche pc:r garantire minimi di trattamento econo– mico e normativo ai lavoratori sta aven– do una applicazione che è nettamente ih contrasto con quanto il Parlamento ha stabilito. Il Ministero del Lavoro che aveva ·preparato il disegno di legge:, sulla ba– se del riconoscimento giuridico c:rga omnes ai contratti collettivi vigenti, ha ritenuto di poter applicare: detta legge senza tener in nessuna considerazione: le: notevoli modifiche che il Parlamento aveva voluto apportare: al disegno mi– nisteriale. Il Parlamento infatti dopo lunghe discussioni aveva ritenuto do• veroso riportare, almeno formalmente, nell'alveo costituzionale, la proposta mi- •. nisteriale applicando l'art. 36 della Co– stituzione e cercando di non sconfinare nell'art. 39, per cui la legge, pur dele– gando il governo ad uniformarsi nei suoi decreti alle norme contenute nei contratti collettivi di lavoro, aveva sta– bilito un sistema legislativo autonomo precisando inoltre che le norme conte– nute nei decreti non debbano essere in contrasto con norme imperative di legge. Tenendo presente l'approfondito esa– me che il Parlamento aveva fatto e: le modifiche apportate con le: quali si era scartata la pura obbligatorietà erga om– nes dei contratti di lavoro vigenti, così come· era previsto nel disegno ministe– riale, sarebbe stato logico pensare che il Ministero del Lavoro si sarebbe attenu– to alla volontà sovrana del Parlamento. Invece la burocrazia ministeriale ha po– tuto tranquillamente applicare la legge sulla base del proprio disegno, per cui i lanza impiegatizia pc:~ non •offendere nessuno) con i concorsi delle zone de– presse ove i giovani che si battono per una primordiale esigenza di vita affol– lano ancora le aule dei poco cattedra– tici esaminatori, non per convinzione od ambizione, ma perché afferrati dal– l'imperioso ultimatum del lavorare: o perire. Ed in questo modo corriamo verso la generale decadenza della buro– crazia, sulla quale si fonda in ultima analisi il prestigo dc:llo Stato. E poiché nessun cittadino onesto, .sia esso sindacalista o Ministro, operaio o intellettuale, può desiderare per l'av– venire uno Stato carente in alcune : strutture fondamentali, uniremo il no– stro sforzo a quello di coloro che, non soggetti a pressi .,i o a malintese esi– grnze di socialità, vogliono realmente porre mano sulla piaga non per ap– profondirla a beneficio dei sovvertitori di professione, ma per suturarla defi– nitivamente. della erga omnes '' Il Ministero del Lavoro sta dando forza di legge a tutti i contratti collettivi, anche se superati, senza neppure preoccuparsi di trasformare In decreti solo la contrattazione attualmente esistente. numerosi decreti fin qui emanati ri– producono integralmente il testo dei va– ri contratti di lavoro (comprese le parti contraenti e la data di stipulazione), a cui viene così data forza di legge. I testi di contratti di lavoro non han– no subito la benché minima variante e sono state riportate anche le norme in contrasto con le disposizioni di legge, contravvenendo così all'art. 5 della leg– ge 741, non solo ma sono state ripro– dotte anche le norme che contrattual– mente erano già state variate da succes– sivi accordi interconfederali. In altri termini con una procedura illegittima il Ministero del Lavoro sta dando forza di legge a tutti i contratti collettivi, anche a quelli superati, senza neppure preoccuparsi di trasformare in decreti solo la contrattazione attualmen– te esistente. Si pensi che sonb stati trasformati in decreti gli accordi interconfederali del 1945 e del 1946, in cui il 99% del testo è completamente superato, in quanto solo due o tre frasi possono ancora ave– re una qualche validità per certe cate– gorie marginali che non abbiano stipu– lato un proprio contratto di settore. Si pensi che molti contratti riprodu– cono integralmente tabelle paghe di 10- 15 anni fa, tabelle ovviamene superate da altri contratti o accordi successivi, che sono stati trasformati in decreti a parte, in modo che si è creato un tale ginepraio in cui certo sarà ben difficile ai lavoratori avvalersi per una efficace tutela. Non si può d'un tratto rendere obbli– gatorio e vigente tutto quanto si è sta– bilito in un periodo di 15 anni senza procedere ad alcun coordinamento delle varie norme ed alla eliminazione di quelle superate. Costituzionalità dei decreti Il problema più grave sorge però nei riguardi della costituzionalità dei de– creti, così come vengono emanati, tanto più se si tiene conto che la legge 741 è stata successivamente prorogata cosic– ché decreti già emanati e contenenti contratti ad esempio del 1958, dovranno fra qualche mese essere sostituiti da altri decreti contenenti contratti succes– sivamente stipulati (entro il 2 agosto 1960). Praticamente si porrà in essere l'art. 39 della Costituzione in una for– ma nettamente contraria a quanto il predetto articolo stabilisce. Viene così a cadere clamorosamente tutta la impo- Lo STATO 23 bibff te~agin bianco

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