Lo Stato - anno II - n. 4 - 10 febbraio 1961
proprio questo incontro con una « real– tà >-' molto confezionata il punto di par– tenza della prosa di Pier Paolo Pasoli– ni), un bozzetto sulle agenzie matri– moniali diretto da Federico Fellini, la ricostruzione dal vero di uno squallido fatto di cronaca (Caterina Rigoglioso) e finalmente un lungo grottesco mon– taggio di « italiani voltati » verso parti a11atomiche più o meno nobili di « ita., li,me a spasso». Lo scarso successo di questo tentativo di fare della macchina da presa, secondo alcune teorie sovieti– che d'altronde mai applicate integral– mente, un « occhio » nascosto a regi– strare la vita com'è, fece dell'inchiesta sull'amore in città il primo ed ulti.mo numero di una serie che avrebbe do– vuto essere piuttosto lunga. Se Zavattini concepisce l'inchiesta ci– nematografica come il montaggio di «esemplari» pezzi di cronaca ,ùirar– gomento (dal vero o di fantasia poc~ importa, purché significativi nei con– fronti del tema scelto), i francesi hanno pensato addirittura di giovarsi cii una inchiesta vera, con tanto di datt e di statistiche, svolta dall'Istituto F ra!1cese dell'Opinione Pubblica: sette episodi ~u sette medie aritmetiche di alcm1i feno– meni, diretti da sette registi e coordi– nati da uno speaker che fa la morale sottolineando il sottolineabile. E' a que– stv momento che si deve essere verifi– cata la confusione delle lingue. Ciascun regista ha scelto l'episodio a lui conge– niale a tai punto che ha finito per non vedervi che il seguito dei suoi film precedenti, dei suoi personaggi caratte– ristici. Dunque i casi sono .4µ~: o i re– gi~ti francesi hanno sempre _diretto film 32 bibliotecaginobianco « veri » al cento per cento, o i personag– gi de « La francese e l'amore » non hanno nulla a vedere con un'inchiesta. Qual'è la sostanza del film? Secondo l'Istituto Francese dell'Opinione Pubbli– ca, dicono in coro i sette registi, la fran– cese comincia a interessarsi molto presto agli annessi e c.onnessi dell'amore (L'in– fanzia), i genitori si ostinano a trattar– la da bambina ed ella è spinta verso i flirts per un bisogno legittimo di fare esperienza (L'adolescenza). Poi, anche se per esigenze di censura non è questo il caso della ragazza dell'episodio, cir– ca il 63% delle francesi concede vasti anticipi sul matrimonio (La verginità). Se·gue un viaggio di nozze con i primi bisticci e le prime gelosie (Il matri– monio), l'inserimento di un « secondo uomo » e di una « seconda donna » nel ménage familiare (L'adulterio) sino a giungere felicemente al momento (Il divorzio) che concluderà degnamente una vita consacrata all'amore. In appen– dice viene esaminato il caso delle ·« don– ne sole », facili 'prede degli sfruttatori. Oltre che all'amore la donna pensa a ben poco. Perché le francesi sono tutte ricche. L'inchiesta non lo afferma espli– citamente ma balza subito agli occhi. Perlomeno tutte le francesi che vivono d'amore. Il co.mico della storia consiste proprio nei seri propositi di moralizzazione del– lo speaker. Dopo aver evitato il benché minimo riferimento a una qualsiasi re– ligione e morale positiva, dopo aver iro– nizzato sulla famiglia e rinfrenscato le solite storielle sui triangoli coniugali e sui trofei a base di corna, dopo aver affermano che se il divorzio fosse più a portata di mano le cose andrebbero me– glio, il film sostiene a parole la neces– sità di una educazione sessuale più se– ria, critica la leggerezza delle adole– scenti, le espe:rienze radicali delle ra– gazze e tante cose ancora. E non si rie– sce a capire perclié. Senza potersi o vo– lersi rifare ad alcuni .principi superiori, la morale diventa un galateo in fondo piuttosto sciocco anche se consigliato da un certo buon gusto o dalla « buona educazione ». Buon gusto e buona edu– cazione che non siamo tenuti ad avere. Non possiamo concludere questa no– ta senza citare alcune delle domande inquietanti alle quali, secondo la casa distributrice, la cine-inchiesta da << mille risposte esaurienti, sconcertanti, spasso– se »: « per i signori: se vostro figlio vi chiedesse: Papà, come nascono i bambi– ni? Come ve la cavereste? - Su cento rngazze, a vostro avviso, quante giun– gono al matrimonio... illibate? Novan– tanove, trenta, dieci, una? - Vostra moglie vi tradisce: ormai ne avete le prove. Cosa fate? La mettete alla porta o le perdonate? « Per le signore: a guanti anni avete ricevuto il vostro pri– mo bacio? Quale sensazione avete pro– vato? - La « prima nottt.e » di nozze vi piacque o vi deluse? La immagina– vate diversa? - Supponiamo che di– penda solo dal vostro voto far entrare o meno il divorzio in Italia. Cosa dite, in questo caso: si o no? ». Quanto più vuole cogliere il << reale » questa scanzonata cultura francese si rivela legata a tabù, a convenzìoni, ad atguz1e già invecchiate al tempo di Gide. Luc10 DANI
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