Lo Stato - anno II - n. 4 - 10 febbraio 1961

questa grave inadempienza costituzio– nale. La DC come garante della stabili– tà democratica e dell'avvenire della de– mocrazia in Italia, non è stata tutta con– corde nello avvertire il danno che · la CISL col suo atteggiamento avrebbe recato nel tempo. E la CISL, diventata con i suoi parlamentari gruppo di pres– sione dentro la DC, continua a menarne vanto anche se i marxisti dovrebbero con la loro rafforzata presenza, dimo– strar loro che l'atteggiamento non ha portato ad alcun beneficio, ma anzi la pericolosità <leimarxisti stessi si è ac– cresciuta. A giustificazione, la CISL dirà che la CGIL vuole l'art. 39; ma cer– to non può dire che vuole l'art. 40. E la ClSL ebbe il torto di presentare per de– magogia la legge sindacale Rubinacci come legge « antisciopero » favorendo così il gioco dei marxisti. D. Da quanto Lei ha esposto non crede che le forze di ispirazione e for– mazione cristiana che militano nella CISL possano dissentire dalle posizioni e dagli indirizzi della centrale confe– derale? R. La tendenza italiana all'opportu– nismo e al trasformismo ha fatto sì che gran parte dei dirigenti provenienti dal– la corrente sindacale cristiana si ada– giassero in una situazione di comodo, favorita dall'abbondanza del denaro in cassae dalle possibilità di ottenere buo– ne sistemazioni ai vari livelli locali e nazionali. Le ACLI con le loro rinuncie in materia di rappresentanza sindacale, con la loro presenza non organizzata e non controllata, hanno favorito que- Lo STATO bibliotecaginobianco ste situazioni. E ciò non si può cambia– re, e a questo stato di cose non si può rimediare se da parte cattolica non vi sarà una revisione della posizione CISL e dei suoi atteggiamenti in campo na– zionale e internazionale. Le ACLI sarebbero le più tenute a questa revisione di una CISL che per il suo molteplice gioco si presenta, se– condo il tornaconto dei dirigenti e se– condo gli ambienti in cui opera, cri– stiana, neutrale, filosocialista, ultraclas– sista, governativa e antigovernativa, ol– tranzista e poi magari improvvisamente rinunciataria, sfidando in questo caso di essere chiamata « padronale e gialla ». Le ACLI dovrebbero misurare l' espe– rienza dei dodici anni trascorsi dopo la scissione sindacale e chiedersi magari perché tocchi proprio solo all' on. Storti di prospettare un nuo~o sindacato dove i lavoratori cattolici dovrebbero unirsi e confondersi coi marxisti socialisti. Ma se la CISL andava e va così bene, perché un nuovo sindacato? D. Come si inserisce la « Federazione Italiana Sindacati Metallurgici Interna– zionale Cristiana » nell'attuale « mo– mento» sindacale italiano? R. L~ FISMIC comprende due sinda– cati di settore: uno dell'auto, l'altro del– la siderurgia. Ma il problema del sinda– cato cristiano non può essere risolto dall'esistenza della FISMIC, come di certi gruppi che hanno aderito all'In– ternazionale dei sindacati cristiani. Il problema del sindacato cristiano è un problema dei cattolici: le ACLI posso– no costringere la CISL a chiarirsi su questo terreno, soprattutto su quello in– ter~azionale perché la Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi sul piano della Comunità Europea è una organizzazione diretta dai socialisti, co– me · si è visto nello sciopero belga. Di fronte alla negativa esperienza della CISL italiana che non ha frenato il marxisr:1.0, che ha contribuito, spesso con il fro_ntismo sindacale, all'aperturi– smo a sinistra le ACLI devono pronun– ciarsi. Le posizioni neutrali e agnostiche non sono posizioni valide per difende– re e valorizzare i principi cristiam. Il Belgio è stato dì recente salvato per la fermezza dei sindacati cristiani. ln Germania si stanno ricostruendo i sindacati cristiani, perché si è ricono– sciuto da tutti ormai che non ci si può fidare dei sindacati pseudo-neutrali in– fluenzati dai socialisti. Lo stesso « Os– servatore Romano » di recente ne ha fatto cenno in suo articolo. Quando vi sono partiti cattolici e cristiani vi devono essere sindacati cat– tolici e cristiani. Citare l'Inghilterra e gli Stati Uniti è citare esperienze diverse non traduci– bili sul continente europeo: là non vi sono partiti cristiani e cattolici come tali. Si è impedito l'allargamento della posizione « sindacale cristiana » deter– minatasi a Torino ricorrendo anche a calunnie. Certo non è con le calunnie che •si serve la causa cristiana, e chi vo– lesse farsi merito dell'impedito allarga– mento ha in sé solo l'animo di colui che è pronto a tradire, se non ha già tradito, la causa cristiana, che è causa di verità e di libertà, anche nel campo sindacale, 11

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