Lo Stato - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1961
bi LO STATO DOCUMENTI TORNIAMO ALLO STATUTO (1) Pubblichiamo i passi essenziali di questo celebre orticolo di Sonnino per lo suo attualità. In questo articolo vivono le mi– gliori ragioni del senso dello Stato che fu proprio della Destra storica: e ci conforto che il parlamentarismo già appariva con chia– rezza da questo punto di visto uno involuzione della tradizione dello Stato italiano. La- degradazione dello Stato o strumento di clientela e di fazioni, lo snaturamento dello funzione rappresentativa e del potere legislativo, la riduzione del potere esecutivo o mezzo di clientela, lo transazione di interessi elevata a criterio supremo dello vita politico, tutto questo era già un fenomeno pienamente in otto sul finire del secolo. Oggi proprio questo decadenza è visto come progresso civile: è il criterio storiografico che fa del giolittismo uno compo– nente degna e legittimo dello storia dello Stato. Tutta la storiografia attuale del movimento sociale cattol"co lo vede come un movimento diverso ma affine al movimento socialista e convergente con esso nella opposizione alla Stato. Tale storiografia è in realtà una storiografia di partito nel senso deteriore, nel senso che essa falsifica tutti i dati della cronaca ai giudizi che vengono ispirati dalla passione politica per l'aper– tura a sinistra. Così cattolici e socialisti vengono rappresentati come forze convergenti dalle origini, come forze aventi una identica funzione politica ed un'analoga origine sociale. Tale giudizio nasce in realtà da una posizione radicalmente critica dello Stato risorgimentale, sicche in sostanza è dalle sue forze di oposizione che si vede nascere il progresso civile. Un marxismo stinto e minore è alla base di tali giudizi, fondati sulla contrapposizione tra società e Stato. E del resto la critica marxista del Risorgimento si fa sempre più aspra ed aggressiva. Noi in realtà, come è detto, partiamo da un giudizio del tutto opposto: riconosciamo sia l'alto valore civile del Risorgimento sia la onestà e lo grandezza dell'ispirazione politica di Cavour. Mediare l'adesione dei cattolici allo Stato unitario attraverso quella dei socialisti, ci pare un errore dottrinale ed un falso storico: pure questa è la tesi dei vari Spadolini, Fonzi e Scoppola che scrivono la storia del movimento cattolico. Così noi oggi pubblichiamo questo articolo del Sonnino, ritrovando in questo severo senso dello Stato il vero legato del Risorgimento alla storia d'Italia ed il motivo della sua attualità. Il Risorgimento è ancora vivo appunto perché le parole del Sonnino sono ancora attuali. Noi speriamo che lo svuotamento dello Stato che la sinistra, ( 1876-1898), il giolittismo ( 1901- 1915) e la partitocrazia ( 1945) hanno operato in misura cre– scente e sistematica 5ino a ridurre lo Stato al lumicino, sino a condurlo olle porte della rivoluzione, posso essere fermato: ed un nuovo Stato, ricco di autorità, di prestigio e di contenuto ideale e morale, posso sostituire la presente decadenza e consunzione. Oggi l'obiettivo che il Sonnino ponevo nei termini di « tornare allo Statuto » significa per noi invece andare innanzi verso un nuovo diritto pubblico. E' in questo spirito che rileggiamo oggi queste pagine dello nostra storia passata. « Omnia sunt incerta cum a jure discessum est». Cic. Tra un anno si celebrerà in Torino, con una solenne esposizione nazio– nale, il cinquantesimo anniversario della concessione dello Staluto, cioè della base giuridica e storica delle no– stre istituzioni rapprcscntatiYc. E' ora il momento <li raccogliersi e considerare con occhio sereno il cam– mino percorso in mezzo secolo di sto– ria parlamentare. Gon quale animo la nazione consi– dera oggi le istituzioni parlamentari? Lo scoramento innegabile che ha in– vaso l'universale, intorno al loro me– rito ed al loro avvenire, devesi vera– mente attribuire a difetti inerenti allo Statuto, nei suoi principi fondamen– tali, oppure alle dottrine accessorie con cui si sono via via voluti inter– pretare ed esplicare tali principi, al– terandone e falsandone a poco a poco i concetti direttivi? Senza dubbio alcuno, il parlamen– tarismo, quale si esplica in Italia è ammalalo; e conviene studiarne le condizioni ed approntare i rimedi, se (1) .Nuova Antologia, 1, 1, 1897, p. 9 sgg. non vogliamo vedercelo intisichire alle mani, minato -dall'indi1Ierenza o dal disprezzo della nazione ..... Ogni giorno si fa più viva in tutti la coscienza della fondamentale ve. rità, che la semplice riunione, il cu– mulo degli interessi particolari, sia pure rappresentati da tanti singoli ag– gruppamenti a base territoriale (col– legi elcllorali), non ci dà l'espressio– ne sincera dell'interesse generale della Nazione, né ci fornisce gli elementi sufficieHti per tutelarlo e garantirlo. Le accuse sostanziali contro il par– lamentarismo, intorno a cui tanto si è scritto e <letto in questi ullimi anni, si possono condensare in poche for– mule comprensive di verità generali e quasi evidenti. L'interesse generale dello Stato non è identico, giorno per giorno, con la somma di tutti gli interessi partico– lari, individualmente e soggettiva– mente considerati, e tanto meno lo è con la somma di un aggregato variabi– le di quegli interessi sufficiente sol– tanto a costituire una maggioranza fuggevole di una metà più uno delle forze politiche che li rappresentano. In un Governo fondato quasi total– mente sull'elezione manca nell'alta di, rezione della cosa pubblica la rap- presentanza dell'interesse collettivo e generale. Atto per atto predominano sempre gli aggregati ,di interessi per– sonali o locali. Né si può tampoco appoggiare ogni atto di governo al solo principio del far piacere, lì per lì, a chi ne è l'og– getto, o dello ottenere la preventiva con temporanea adesione della parte interessata. Onde ,)'elemento elettivo apparisce meglio adatto a determinare l'indi– rizzo generale della •legislazione e a sindacare l'azione del Governo, che non a governare, sia direttamente, sia per delegazione. Accadde in questi tempi pel cosid– detto parlamentarismo quel che accad– de con il Governo assoluto, nel pe– riodo in cui durava ancora e già la opinione generale in Europa ne conte– stava la legittimità e l'utilità. Potreb– be venire rovesciato a un tratto, e nes– suno alzerebbe un dito per difenderlo e lo rimpiangerebbe estinto ..... Crisi nelle istituzioni ...« E nondimeno io spero », diceva !'on. Di Rudinì nel suo discorso di Pa– lermo nella primavera del 1895, alla vigilia delle elezioni da cui prese vita
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