Lo Stato - anno II - n. 2 - 20 gennaio 1961

LOSTATO za questa faccenda del rapporto da 30 a 8) la quale ha già raggiunto, nel settore dell'industria, il 60 per cento dell'in– tera produzione americana ». E infine ci piace riportare quest'ultimo passo, che c1 sembra particolarmente adatto a mostrare, tra l'altro, lo stato di infatuazione ideologica dell'articolista de «l'Unità»: « Per il 1961, l'aumento del reddito nazionale porterà le entrate a 78 miliardi 900 milioni di rubli e le uscite a 77 miliardi e mezzo. E' interessante sottolineare che 72 mi– liardi delle entrate provengono dalle aziende statali e coope- rative e che solo 5 miliardi e mezzo sono forniti dalle tasse. A questo proposito il Ministro (ci si riferisce a No– vikov) ha ricordato che nell'anno che sta per finire le tasse hanno fornito un gettito di 6 miliardi 90 milioni di rubli (pari all'8,8% delle entrate) e che tra qualche anno esse scompariranno definitivamente dal bilancio statale. Negli Stati Uniti - egli ha detto - le tasse continuano invece ancora a fornire il 70% delle entrate dello stato ». Acbbiamo • sopra detto, e lo ripetiamo, che quest'ultimo passo ci sembra atto anche a dare prova dell'infatuazione ideologica dell'articolista del giornale comunista. Come può infatti un giornalista, a meno che non sia costretto dalle sue . convinzioni politiche a seguire pedissequamente e ad ac– cogliere senza discussioni le affermazioni dei rappresentanti dello stato-guida (dell'URSS per intendersi), a riportare, senza fare alcuna riserva, il paragone del Ministro russo tra l'incidenza percentuale degli introiti fiscali nelle entra– te di uno stato collettivista e in quelle di uno stato libera– lista? Lo stato collettiv•ista è proprietario delle aziende e fissa, a suo piacimento, i salari: e dall'insieme trae alimen– to diretto per le sue spese. Lo stato liberalista, al contrario, deve trovare alimento tassando le aziende che, come è noto a tutti, non gli appartengono, nonché i redditi dei singoli, ·che se li procurano tramite il libero gioco delle forze di mercato. Dopo aver inneggiato alla tendenza alla scomparsa, in Russia, dell'imposizione fiscale, saremmo curiosi' di conoscere il modo in cui potrà cavarsela, lo stesso articolista, quando Via delle Botteghe Oscure gli ordinerà di scrivere un a;ti– colo sul tema: « La capacità davvero "vergognosa" delle aziende e delle classi agiate italiane ad eludere gli obbli– ghi fiscali!!!! ! ». A parte le considerazioni, più o meno esilaranti, che •« l'Unità » sempre offre allo studioso di economia allorché tratta i problemi economici che riguardano la Russia So– vietica, resta il fatto che un po' per la non sempre buona preparazione economica di coloro che scrivono per i gior– nali di ogni tendenza, un po' per la scarsità di informazioni che è possibile attingere, anche in materia economica, da oltre cortina, un po' per l'apatia mentale di tanti lettori, resta il fatto, dicevamo, che larga parte dell'opinione pub– blica ritiene che la Russia stia davvero raggiungendo gli Stati Uniti in campo economico, e ·che questo raggiungi– mento divenga una realtà in un breve volgere di tempo. Sicché anche ai non comunisti e a coloro che sono spiritual- mente lontanissimi dall'accettare le concezioni marxiste, sor– ge spontanea la domanda se, in fondo in fondo, il sistema economico russo, cioè un sistema collettivista, non sia dav– vero più efficiente di un sistema economico liberista del tipo di quello americano. Orbene, nei limiti di spazio consentitici, cerchiamo allo– ra di mettere a fuoco i due fenomeni, cioè a) previsioni bi u t:Cayir u la c..;u 19 circa le possibilità di raggiungimento da parte della Russia dei livelli produttivi americani; b) efficienza comparativa dei due sistemi economici. Punto a). Chi segua i discorsi ufficiali dei dirigenti russi in materia economica, sa bene che se in Russia è in corso di attuazione il piano settennale 1959-65, già è· stato elabo– rato, sia pur sommariamente, un secondo piano settennale che ·dovrà seguire quello menzionato e che avrà, quindi, come anno «obbiettivo», il 1972. Si sa anche che è proprio il secondo dei due piani settennali che costituisce il cavallo di battaglia di Krusciov, nel senso di indurlo a fare affer– mazioni del genere di quella fatta un paio d'anni or sono e che qui riportiamo: « Nel corso dei prossimi 15 anni, l'Unione Sovietica passerà al primo rango nel mondo per quanto riguarda -il livello assoluto della produzione». Cerchiamo di controllare sommariamente la veridicità di tale affermazione, limitandoci alla considerazione della pro– duzione industriale, che, d'altronde, costituisci: il tronco centrale di ogni sistema economico evoluto. E all'uopo, riportiamo la seguente tavola tratta da uno studio del pro– fessor Del Punta, apparso sul numero del luglio scorso del– la « Rivista di politica economica», in cui sono indicate le previsioni russe ufficiali, contenute nel secondo piano set– tennale, circa gli attesi sviluppi produttivi in alcuni dei prin– cipali settori industriali. PRODUZIONE DI ALCUNI BENI INDUSTRIALI IMPORTANTI: IN RUSSIA NEL 1972 E NEGLI STA TI UNITI NEL 1956 I Urss 19721 Usa 19561 Urss 1972 Prodotti in ¼degli Usa 1956 ghisa grezza. (milioni di t.) 75-85 69,0 109-123 acciaio grezzo (mii. di t.) 100-120 105,0 95-114 carbone (milioni di t.) 650-750 481,0 135-156 petrolio (milioni di t.) 350-400 354,0 100-rt2 cemento (milioni di t.) 90-110 53,0 170-201 energia elettrica (miliardi di kwh) 800-900 682,0 117-132 tessuti di lana (milioni di m.) 550-650 299,0 183-217 scarpe di cuoio (milioni di paia) 600-700 592,0 100-118 zucchero (milioni di t.) 9-10 2,3 390-434 Dai dati riportati nella tabella risulta che nel 1972 la produzione dei settori ivi raffigurati avrà in media superato, e di molto, quella americana del 1956. Un progresso davvero formidabile, se si pensa all'enorme volume di produzione che i settori considerati già fornivano in America nel 1956. Ma ciò che più conta, ai nostri fini, non è la produzione di alcuni settori, sia pure importantissimi, bensì quella generale, cioè l'intera massa dei beni prodotti. Orbene, secondo le stime degli esperti russi, assumendo un tasso medio annuo di espansione della produzione pari al- 1'8,6% per il primo piano, e leggermente inferiore per il se– condo piano settennale, l'indice generale della produzione industriale russa· dovrebbe raggiungere nel 1972, fatto il 1956=100, il livello di ben 330. Dobbiamo a questo punto fare una osservàzione. E' noto a tutti gli studiosi di statistica economica, che i russi sono abituati a calcolare i loro indici della produzione in termini

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