Lo Stato - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1960

28 sentato dallo scrittore cattolico· ed acca– demico di Fr~ncia Daniel Rops, pre– miato dai Goncourt per il suo libro « Dio è nato in esilio». L'opera è una ricostruzione romanzata degli ultimi anni del poeta Ovidio, esiliato da Augu– sto a Tomi nella Dacia, l'attuale Roma– nia, ai confini dell'impero. Un tema, come si può facilmente ~n– tuire, fatto apposta per stimolare la fan– tasia di un uomo che le vicende politi– ohe hanno condotto lontano dalla patria, roso di nostalgia per quella terra che a Ovidio fu assegnata come luogo di re- 1egazione. L'i~peratore Augusto ha confinato il poeta ddl'Ars amandi e delle Metamor– fosi perché lo accusa di corrompere i co-. stumi romani col tono libertino e licenJ zioso dei suoi versi; ma è un tentativo tardivo e sostanzialmente ipocrita di sal– vare una società bacata intervenendo so– l~ente su qualche episodio marginale di frenesia sessuale. La màlattia di Roma è politica; ,i romani non hanno più il senso della libertà, preferiscono adulare i potenti e ricavar guadagni dal– le caric_hepubbliche; nessuno è disposto a rinunziare ai personali vantaggi del potere pe,r denunziare dignitosamente e con coraggio le magagne del sistema; il· conformi_smo uccide ·tutto; l'impero, giunt<? al culmine della sua espansione, sta lentamente affondando nel benessere; Roma è una città di parassiti, la gran– dezza del suo disegno politico è imbro– gliata iin meschine trame di clientele; lo spirito è morto, dimenticati sono i vigorosi principi dell'etica civile, e il suo culto degli dei pagani continua nel suo formalistico splendore proprio per– ché la gente non ci crede più, perché certe ·pratiche di pietà, ridotte a. mera pompa e esibizione, sono diventate co– mode, non· richiedono più nessun severo . impegno di coscienza. :Oove il sistema dei gruppi di potere è inguaribilmente minato dalla corru– zione, dove tutti rubano e possono ru– bare, dove tutti tradiscono i doveri della loro posizione e possono tradirli, l'ul- . timo guizzo .moraEzzatore, che non tocca nemmeno le abitudini di una clas– se politica arida, gretta, sopratutto vec- biblio.tecaginobianco chia, uscita _per decadenza fisica .dal.le tentazioni della carne, si rivolge contro un tipo di peccato eminentemente apo– lit•ico: i piaceri dell'amor profano. La Lex Julia de adulteriis et de pudicizia è un espediente di copertura, per dimo– strare che in qualche modo si interviene contro la decadenza dei costumi. E lo esilio di Ovidio è un'altro espediiente dj demagogia moralizzatrice: la perse– cuzione dell'artista sostituisce agli occhi del pubblico il mancato intervento con– tro i veri scandali politici. Ma Ovidio, a cui piacciono le donne, l'amor carnale, non è l'uomo peggiore dei suoi tempi: è buono, ha il cuore aperto, h~ un re– siduo di purezza ed una fondamentale aspirazione al bene, al giusto, al vero, che nella fontana provincia lentamente si libera da tutte le scorie degli intrighi romani. Riaffiora nel poeta l'anima lim– pida di chi ha saputo profittare della sorte avversa, degli ammonimenti del dolore, per purificarsi. Giunto in esilio Ovidio cerca [)io; non gli idoli falsi cantati nelle Meta– morfosi, gli dei che non impegnano e quindi non redimono; cerca il Dio uni– co, il· Dio della Salute.· Tra i barbari egli apprende ,il concetto del monotei– smo; i Geti, i Daci, con cui viene a contatto, credono in un Dio solo e lo stanno attendendo. Un giorno Ovidio incontra un medico greco che nei pressi di Gerusalemme, a Betlemme, ha visto la stella che annunziava la nascita del Dio fatt~ uomo. Il poeta morirà pro– scritto nel 17 dopo Cristo, cioè molti anni prima che la buona novella si sparga per il mondo; ma a lui, per creJ dere, per pacificarsi con la vita, basta s·emplicemente di sapere che il Messia è finalmente nato ai confini ddl'im~ pero) in mezzo a giudei, in esilio come lui, .per riportare al genere umano ia libert~ perduta. E non rimpiangerà più Roma, nei suoi ultimi giorni, ormai legato da nuovi sentimenti a quel mon– do di provincia r,iscoperto a Tomi; a quella provinci~ che, nella semplicità, . . nella povertà, ha saputo. dargli un senso più schietto, più elevato, puro, del de– stino umano. Da~iel ·Rops, presentando questo li- Lo Stato bro, dice: « E' sempre una gioia e una emozione riconoscere il segno del talen– to, vedersi comparire innanzi un auten– tico scrittore ». J.l giudizio dell'illustre accademico di Francia, che è uno dei maggiori autori cattolici viventi, può avere influenzato i membri della com– missione del Goncourt e aver pesato nell'assegnazione del premio a un'opera che, per il suo contenuto edificante, per la sua totale assenza di volgarità, si stac– ca dal gusto corrente, è in urto con i canoni della moda letteraria più affer– mata. Ma questi pregi dal sapore sor– passato, demodé, non son serviti a sal– vare dallo scandalo il povero Vinti.la Horia allorché l' ambasciiata comunista rumena, all'indomani della premiazio– ne, additò al linciaggio degli intellet– tuali di sinistra il nuovo vincitore del Goncourt comunicando che egli nel 1945 era stato condannato da un tr,ibu– nale del popolo per la sua adesione al fascismo. Ebbene, questa volta è vero: a diffe– renza di Cayatte e di Loµero, ·vintila I-Joria è stato fasci~ta. Ha appartenuto a un movimento dai profondi tratti mi– stici e cristiani fondato in Rumania da Cornelio Codreanu, il giovane capo fa– scista della « Legione dell'Arcangelo Michele » che gli avversari libera1-0e– docratici fecero strangolare dalla poli– zia in un bosco, durante· un viaggio di trasferimento da una prigione all'altra. Vintila Horia, come molti suoi came– rati, fu poi. buttato in un campo di con– centramento _daitedeschi, perché i carat– teri profondamente cristiani del · loro movimento, pur rendendoli vicini al fa– scismo italiano, non si conc~liavan~con certe aberrazioni pratiche e ideologiche del nazismo. Liberato dai _campi nazisti alla fine della guerra· ·non ·poté far ritorno in Ro– mania, ove una forma ancora più spie– tata di totalitarismo, quella comunista, gli preparava come sola prospettiv~ il carcere. Esule in Italia, fu _amic_o di Pa-· pini. ~ece tutti .i mestieri pèr· campare, in Spagna, in Sudamerica ed· in Fran– cia. E ovunque fu inseg~ito dalla con– danna comunista, .che trova nel confor. mismo ·.dell~ ·«~esistenza»,· negli intel-

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=