Lo Stato - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1960

Lo Stato per vincere conflitti, per determinare il corso della storia. Ecco in che dimensione dello spirito può esser col– locata la tris/e vicenda del pilota americano. Ma le sini– .stre l'abbassano ai fini di una mediocre speculazione politi– ca ed editoriale (la notizia è stata diffusa su' sollecitazioni dell'editore comunista Einaudi, che conta di montarla per favorire il lancio di un suo libro). E rillora ricordiamo alla. carità pelosa di sinistra che lo . . stesso tormento del pilota dovrebbe essere quello dell'Uni- tà, dell'Avanti, di tutta la stampa filosovietica che inneggiò al lancio dell'atomica contro il Giappone « fascista e impe– rialista », ferocemente aggredito dalla Russia negli ultimi giorni del confiitto. Non sono possibili le speculazioni umil– nitarie da parte dei piccoli sciacalli di sinistra che si sono ingrassati invadendo, schiacciando, depredando I.e vittime della bomba atomica proprio nel momento in cui le col– piva la sciagura. C'est l'argent qui fait la gauche Oggi in Italia è così: oggi il cuore ed il portafoglio hanno eletto il medesimo domicilio. Dopo l'avvento del– l'ENI, la via di collocazione degli intellettuali «furbi» passa per l'ansia e l'irrequietezza religiosa, il radicalismo sociale o almeno la critica alla religione ed alla società, costituita. Come tutte le sòcietà giunte alt ultimo stadio della crisi, la nostra società lancia i suoi evoohè ai cantori dei suoi becchini, agli evocatori della sua sorte funebre. Oh certo anche Carducci aveva scritto in versi rozzi e brutti << Oh popolo d'Italia - vecchio titano ingnavo - Vile, ti dissi in faccia - tu mi gridasti: bravo! - e dei miei versi funebri - ti incoroni il bicchier ». Brutti, brutti versi, ma ancora carichi di vigore e di sentimento umano. espressione di un poeta morale che si meravi1<lia e .si sde– gna del successo mondano. Delle • • sue 1nvett1ve L'invettiva può essere ammirata da chi ne è l'oggetto · senza corruzione né debolezza. Ma non la calunnia, non ia diffam'azione: si può accettare di essere criticati e di at– taccati, non di essere sporcati. Non ci si- può associare ci– nicamente, con totale indifferenza per i · valori, le tradi– ~ioni ed anche gli interessi che si rappresenta, a coloro che rifiutano, diciamolo pure, il nostro costume, non per i suoi errori, ma per i suoi valori e che usano dei limiti, degli errori dei vizi che sono tra noi, per attaccare le sor– genti stesse della nostra vita. Non si può accettare c~e l' in– capacità di alcune, anche di molte persone, di trovare· un giusto rapporto con la vita, diventi falsificazione sistema– tica di essa innanzi agli innocenti. · Oggi gli uomini che hanno il danaro non hanno alcun senso della responsabilità sociale che dà la ricchezza e si accontentano dei consensi personali che ad essi possono ar- bib o ecag no o 23 rivale da un appoggio benevolo dato alla canea «intelligente» che sembra dominare il mondo immenso e svalorato della « cultura di massa ». Sono uomini che non hanno un rapporto organico con la ricchezza che rappresentano: sono dei gestori di enti, non sono più una classe (realtà nobile, una classe), non sono più un ethos ed un costume. Non sono nemmeno più degli av– venturieri: sono dei «tecnici», semplicemente. La ricchezza è oggi acefala e per questa vende il suo braccio alle .forze della dissoluzione. I sadducei Noi non sappiamo se Jemolo e Bo siano, in senso stretto e comune, dei cattolici. Non basta dire di essere cattolici o· voler essere cattolici per diventarlo: occorre una sola cosa ed è una cosa semplice: credere. E questo dubbio che ci impedisce, sotto molti aspetti, il vigore polemico con· cui" questo alessandrinismo religio.w andrebbe trattato. Che cosa è questa religiosità diafana e tormentata, se non un gusto drammatico, da avventura a poco pre~zo, questa ricerca di sensazioni che non siano vita, se non la caratteristiéa perenne degli « intellettuali» mo– derni? Oh, pov,ere semplici parrocchie italiane, vecchie par– rocchie italiane, sopratutto voi, in cui nessun giovane cu– rato, lettore di Humanitas e di Vita e Pensiero, d( Mauriac -e di Greene, di Bernanos e di Claudel, non ha portato an– cora una particella della falsa religione degli intellettuali!, Voi non sapete di essere « attiviste » e « meccaniche » sor– de e grigie, prive di senso apostolico e di fervore cristiano! Ecco dall'Eliseo un messaggio di salute: un invito a so~ stituire alla Fede la ricerca, al possesso l'incertezza, alla fe– deltà l'irriquietezza, alla lotta all'errore la dedizione all'er– rore, alla semplicità, la tortuosità e la doppiezza. . Ma voi non sentite: voi, vecchi parroci e vecchio popolo fedele, non sentite. Vecchie parrocchie << attwiste » e « mec– caniche», ancora del tutto incorrotte dagli intellettuali che insidiano la coscienza dei vostri giovani pastori, voi siete-. per la Chiesa cattolica ciò che, nella visione dzi S. Beda, era per Roma iJ Colosseo. « Mentre sta il Colosseo, Roma starà.. l'loi non sappiamo se Bo sappia di predicare non il cat– toiicesimo, ma un'altra religione, travestita con i dogmi del cattolicesimo. Il modernismo di og~i è come il moder– nismo di ieri; un «imbroglio», eh.e traduce il « magnum artificium » di cui lo gratificò S. PIO X nella Pascendi. Un'altra religione: una religione umana, senza Rive– laz~one, senza Incarnazione, senza Chiesa infallibile~ du– ramente e dogmaticamente certa perché beata nel possesso del suo Dio. Ma noi abbiamo letto una inchiesta con una sessantina di intellettuali cattolici fatta dalla rivista d.c. « Leggere »r, in cui Bo appariva, oltre e più che come un modello, come un clima. Provvedano i consoli ...

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