Lo Stato - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1960
Lo Stato centinaia di milia,rdi, s1 accmgono a • presentare ricorso per anticostituziona– lità del provvedimento. Due sono gli articoli della Costituzione che vengono «trascurati»: l'articolo 42 che stabili– sce tutela e garanzia per la proprietà privata e l'articolo 47 in base al quale il risparmio va difeso e tutelato in tutte. le sue forme. Non vi è dubbio· che il « blocco dei · fitti» è una limitazione alla proprietà privata, e non !fisulta che, come prc– s·crive la Costituzione, lo Stato ha dato i1l suo indennizzo a questa parziale espropriazione. Il CNEL nel formulare il !suo parere aveva, perciò seguito un criterio economico-sociale che i proprie– tari, seppur a malincuore, erano dispo- sti ad accettare: escludere dalla proroga tutti quei locali in cui si produce red– dito e le abitazioni in cui si consumano alti redditi (più di 200 metri quadrati o anche di minore superficie se le ca– ratteristiche sono di tipo signorile), pro– rogare per tre anni le abitazioni con pit1 di tre stanze con aumenti annuali del 30 ·per cento sui fitti, e proroga per cinque anni solo per le abitazioni di tre I I .... stanze o me.no, purché di tipo econo– mico e popolare. Venivano comunque escluse ulteriori decurtazioni sugli au– menti ed era categoricamente stabilito che si trattava di una disciplina transi– toria, che si sarebbe inevitabilmente conclusa al suo scadere. Nel DDL go– vernativo, di questi suggerimenti, .non si ritrova traccia. J.l CNEL aveva di!mostrato come asso– lutamente ingiustificata la richiesta dei com,mercianti di usufruire ancora del regime vincolistico.· « Il reddito com– merciale - rilevò l'assemblea - non ha cessato di ores<fre anche dopo la guer. ra: dal 1951 al 1959 in media del 130 per cento; più rapidamente negli ultimi anni (1959: 163 per cento) come da pubblicazioni della stessa Confcommer– cio. L'aumento del reddito commerciale prova che il blocco è già andato oltre il necessario, riversando sui proprietari parte dei costi di produzione ed accre– scendo pertanto i profitti». E pri1ma,«al- cuni commercianti temono rappresaglie di proprietari, ritenutisi per troppo tempo gravemente danneggiati di fronte ad inquilini che mantenevano alta 1a lo- I ,,, .. ,. '''''''" ., ... , . ""'' ,,,,,,, , .. , ,, ,,, n,uu fCI I 1-------1 o,,' t ' •• ( I I ( I tt I/ ',.,,,.,.,, ''' ' ' '• ' ' ,,,,,,,,, bib1iotecaginobianco ' ' . ' " .. - I] O. - - o - o. fi - Il !Il g i! - - D - a □ ... .. 19 ro capacità di reddito; ma il merca·t.o non permetterà simili vendette. L'offer– tà di locali destinati ad uso diverso dal– l'abitazione è cresciuta negli anni in– sieme con l'a:umento delle costruzioni edilizie ( 415 mila nel biennio '58-'59). E' da ritenere pertanto che gli aumenti m questo settore non potranno essere che mq_desti, senza conseguenze per gli stessi operatori economici interessati. Sarà invece eliminata una palese ingiu– stizia verso i numerosissimi conduttori che non hanno avuto la fortuna di usu– fruire del blocco degli affitti ».·E, deve aggiungersi, eliminando l'ingiustizia più grossa per i proprietari che non hanno ricavato dal capitale investito nel locale alcun reddito, e che, in moltissimi ca.si, hanno visto ridursi il capitale stesso _per l'invecchiamento precoce dell'im·mobile. I commercianti hanno chiesto - ed i1 Governo ha accolto questa richiesta - di prorogare il blocco sino all'entrata in vigore di una legge che garantisca,« l'av– viamento. commerciale». Il CNEL ave– va respinto tale principio, rilevando che si tratta di un problema giuridico mol– to complesso che non si può pensare di
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