Lo Stato - anno I - n. 1 - 20 dicembre 1960
12 t~si il rispetto e 1.a. riconoscenza del Paese. Nulla di simile è dato di rinn-acciare, nella storia parlamentare italiana, alla lunga lotta fra i Comuni ~ la Corona che guadagnò la !>Ìmpatia e la gcatitud~e degli inglesi alla loro rappresen– tanza politica. Nulla di si~le nem,meno alla diuturna opera di contenimento delle spese pubbliche e della pressione fi. scale che ha caratterizzato i parlamenti americano e fran– cese, quelli scandinavi e persino quello gcrimanico. . Il suffragio ristretto, prima, ed ,una serie di errate leggi elettorali, poi, hanno impedito in Italia di far oggettiva– n1ente valutare ai cittadini gli aspetti più positivi della de– mocrazia politica _e delle libere istituzioni rappresentative, lasciando integro ed anzi talora rafforzando l'originario scetticismo degli italiani il cui rnega.tivo giudizio ha rice– vuto dai fatti solo rarissime e quasi sporadiche smentite. Alla retorica diffusa dell'an~iconformismo popolare si è poi venuta contrapponendo una ancor più retorica ed ac– cade-mic·a,quanto sterile, a,giografia uffici_osadelle istituzioni i cui organi hanno evidentemente dimenticato che ci si impone con l'esempio e con le azioni, non già con una pur efficiente ed organica rete di pubbliche relazioni. La polemica. dell'antistato, precedente e success,iva al solco scavato dal fascismo, ,il cui apparente e molesto auto– ritarismo non ebbe altro effetto che di staccare ancor più i cittadini dalla cosa pubblica, trova una costante giusti– ficazione nella mancanza di fermezza dimostrata dalle isti– tuzioni statuali nei ,periodi di emergenza e di e-risi. Non è azzardato, sotto que$to profilo, ritencre che la cr1s1 della democrazia italiana abbia avuto inizio con le lotte fra destra ·storica e sinistra che, culminando con la nota serie di scandali montati e di processi artefatti del periodo crispino, diedero la sensazione al pubblico che in Parlamento si combattesse U!Ilabattaglia non tanto per gli interessi generali quanto per quelli di ristretti gruppi di potere. La scarsa idoneità della rappresentalllza popolare, poi, bibliotecaginobianc Lo Stat'-' ad interpretare i nuovi fermenti sociali della fine del se– colo, la tendenza a trasferire sulla piazza la contesa poli– tica o a deprimere la polemica par lamentare nell' ostruzio– nismo - che è sinonimo di antidemocrazia, in quanto ribdLione alle regole del gioco - addirittura avvilendola nel «processo delle urne», accentuarono la sensazione della incapacità del sistema parlamentare a risolvere i problemi di fon.do della nazione. H colpo di grazia fu dato dalle « iradiose giornate di maggio» del 1915, quando la pr~– sione della piazza, ancora una vòlta. convocata anche se per ragioni opposte a quelle del '99, ebbe nuovamente ragione del difforme avviso dei legittim·i rappresenit:anti del popolo, imponendo un intervento che la maggi0iranza del Paese non comprendeva e non desiderava affatto. Se pure gli sbandamenti prebellici potevano essere imr putati al difetto di generalità di rappresentanza insito nel suffragio r-istretto, la grande crisi padamentare del 1920-22 si verificò successivamente all'adozione dcl suffragio uni– versale; chiaro sintomo, questo, del.la innata tendenza na- .zionale ad ammettere o per lo meno a giustificare il ricorso alla piazza da parte delle m,inoranze più attive qualora non riuscissero a vincere con i voti la loro battaglia. Nessuna meraviglia, quindi, che nel 1960 il problema si ,ripresenti negli sitessi ~er,mini di aUora e che di froote aHe violenze della piazza ed ulteriori e rinnovati cedimenti dei depositari del .potere polit.ico, il cittadino sgomento si domandi se e quando mai, in Italia, ci si acconcerà a di~ scutere dei problemi anziché a risolverli con la forza e a dare sicurezza a chi la forza non ha o non intende farne uso. Se e quando, in sostanza, un potere politico ..serio e onesto vorrà iscrivere nel propr-io programma il principio che uno St<;1to libero non è libero se -n0n ha l'autorità per difendere la propria dignità e quella dei cittadini, e che un Parlamento responsabile di fronte agli elettori non è re– ~ ponsabi,le se non i•mpone il proprio prestigio tutelandone i diritti così come ne definisce i doveri.
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