Linea d'ombra - anno XII - n. 97 - ottobre 1994

VEDEREL, EGGEREA,SCOLTARE 73 letteratura maturati nell'isteria californiana: Cain, O'Hara, Steinbeck, Saroyan, Fitzgerald, West (si potrebbe aggiungere Chandler eHarnrnett); poi i meno noti Horace McCoy e Richard Hallas - tutti castigati da Wilson per un contagio da virus filmico che rende la loro scrittura piatta e bidimensionale come quella della macchina da presa. Punti sul nero e esce il rosso (Anabasi 1994, pp. 156, Lire 18.000) rappresenta qui un caso nel caso: esce nel 1938 a firma del già citato Richard Hallas, che è lo pseudonimo di Eric Knight, un inglese trapiantato da adolescente negli Stati Uniti e poi vissuto a Hollywood come sceneggiatore e autore, fra l'altro, del fortunatissimo Torna a casa Lassie (1940), nonché di un notevole, e best-selling, Questo soprattutto (1941), romanzo sullo sfondo della Londra del Blitz; prima di morire nel 1943 nell'abbattimento di un aereo militare americano. Punti sul nero mescola talmente bene le carte, e, letteralmente, i colori di quel grande genere narrativo nero-hardboiled che nasce nell'America della Depressione per poi sembrare sempre esistito, che lo stesso Wilson si confonde e lo vede unicamente come un epifenomeno alla Boris Vian, "un astuto pastiche di Cain, indicativo di quanto questo tipo di scrittura si sia formularizzato, tanto da consentire a un inglese di narrare una storia nel vernacolo Hemingway-Cain quasi impeccabilmente". In realtà Punti sul nero non è tanto unaparodia del vernacolo duro e del suo corrispettivo nelfilm noir (la voce fuori campo) quanto un intelligente e serio innesto plurimo sul tronco della narrativa proletaria (da La strada di London ad Aspettando niente, 1935, di Tom Kromer) di voci narr;:itivee sociali che, come nel caso di Chandler inglese trapiantato, costituiscono quell'alterità infarniliare dell'Americano che consente aKnight di mettere inprimo piano le sue possibilità letterarie. Il romanzo, a partire dal titolo, è tutto stile, teso a esaurire tutte le possibilità tonali di un ingenuo narratore inprima persona che, abbandonato dalla moglie, lascia drammaticamente il mondo della realtà stabilita per una sorta di stato mentale hollywoodiano: pianta letteralmente il suo lavoro di operaio e il ristorante in cui ha investito denaro, tempo e ogni cura, per saltare sul primo treno merci diretto in California. tutti i segni esteriori della sua identità - famiglia, lavoro, "progetto" - vengono di colpo buttati via e il narratore si trova alienato, insensibile, quasi impietrito; ma tutto l'intenso agrore di questo romanzo sta in questo, che se si può essere privati di quasi tutto, c'è ancora qualcosa da perdere: se, parlando spiritualmente, l'alienazione tramuta gli uomini in pietra, questo è uno dei racconti di come sia tuttavia possibile che abbiano ancora del sangue da versare. Dick Dempsey, così si chiama il narratore, è un vero eroe hardboiled proprio perché come il suo corrispettivo - il detective - consciamente o inconsciamente segue l'antica massima stoica: qualunque cosa accada, per quanto male si possa sentire, mai dire niente. Ma è proprio la voce il fattore felice del romanzo, una voce narrativa che non sa tanto di Cain (semmai dell'altro "Cain", pseudonimo del PeterRuric di Fast One, 1932),i cui protagonisti fanno unicamente la spola dall' A del richiamo sessuale al B della paura perdendo credibilità se intonano note più alte, quanto della linea più viva fra le "voci" americane, quella Twain-Sherwood Anderson: non è un caso che la voce narrativa di Pi:.nti sul nero rimandi tanto a Huck Finn con dialogo addizionale - specialmente nei titoli dei capitoli - di Bertolt Brecht. I titoli dei capitoli (che nell'edizione del 1938 sono 50 RichardWidmarkeCelesteHohnin RoadHouse, 1948/Grazio Neri. a differenza dei presenti 33) sono tersi, netti - Dura da digerire, Qualcosa nel clima, Questa ragazza è diversa, Bisogna anche mangiare, l'impareggiabile Genter e Hyde (in cui un doppio gioco di parole sul cognome del cinematografaro e diabolico deus ex machina della vicenda e sulla sua omosessualità dice quanto ci sia da nascondere sul proprio "genere") - usati al modo dei placards stranianti di Brecht per svuotare ironicamente, in anticipo, le reazioni emotive dei personaggi. Dick deve dire alla ragazza che ama "come la ama" e lui improvvisa citando rapsodicamente una serie di oggetti, dalle montagne dorate al motore di unaRolls Royce: il narratore nonmente, ama sul serio la ragazza, ma il titolo del capitolo è calcolato per appiattire la reazione: Come il whisky, le montagne e la musica ... Il fatalismo del romanzo è evidente nel titolo, che echeggia quello di Il postino suona sempre due volte. Ma il fato agisce diversamente in Knight; nel romanzo di Caio, infatti, il protagonista si salva dall'accusa per l'omicidio del marito della sua amante ma viene condannato a morte per l'omicidio della stessa amante - che, in realtà, è un incidente. In Punti sul nero il narratore intende assassinare il suo amore profano, Mamie, per il bisogno che ha del suo amore sacro, Sheila, ma, in una non inaspettata ironia simmetrica, è Sheila e non Marnie che viene uccisa dal suo piano e lui sarà arrestato per il suo omicidio. A questo punto, tuttavia, Knight dà un altro giro di vite: un altro personaggio si suicida lasciando una falsa confessione dell'omicidio; il narratore, che ha ormai accettato la logica della trama che vuole la sua incombente esecuzione, è inorridito da questo rovesciamento e confessa il tentativo di omicidio ai danni di Marnie e ogni altro atto di trasgressione intenzionale, ma nessuno è interessato e lui viene liberato malgrado se stesso. Questo replicala suafrustrazione nella parteiniziale del romanzo quando il candido proletario cerca di liberarsi del malocchio per essersi impossessato di denaro rubato casualmente cadutogli in mano perdendolo al gioco nello stesso locale in cui era stato rubato: scommette contro ogni probabilità a favore, ma non riesce a perdere: "A questo punto non sapevo che fare. Avevo continuato a puntare sul nero, e del rosso neanche l'ombra. Non avevo mai visto uscire un colore dieci volte di fila su una roulette. Punti sul nero e esce il rosso, dice un vecchio adagio, ma questa volta non andava così" (di qui il titolo del romanzo).

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