"Ma voi moderati, cosa siete? conservatori? Oibò, siamo noi i veri progressisti. E voi progressisti che progressi volete? Siete radicali, siete democratici? Dio liberi! Anzi siamo noi i veri conservatori. Conquestigiochidifrasi si fa la politica italiana. E se si viene alle strette, e si domanda loro se sono democratici, tutti e due sono, tutti e due vogliono per sé quella bandiera. E se si pone la questione dei clericali, peggio che peggio.: tutti vogliono i preti per sé quando fa comodo e tutti sono contro i preti. Come si chiama questo potpourri? Politica italiana! perché non conosco nessun paese, dove sia tale babele". A rileggere questo commento di Francesco De Sanctis, scritto in data 7 ottobre 1877, sembrerebbe che non ci sia "niente di nuovo sotto il sole", maè invece un anno che tutto il dibattito politico in Italia ruota attorno alla questione della Novità, parola rubata alla pubblicità e felicemente sostituitasi al vecchio Cambiamento, che aveva il torto di essere sempre di là da venire e che dunque aveva stufato tutti i contendenti. Su quale sia la Novità e su chi meglio la rappresenti è andata avanti per mesi una contesa che ha coinvolto tutti i partiti, e che dunque la dice lunga su come la metafora del mercato - anzi del supermarket - la si sia voluta estendere sul piano del comportamento politico e, in particolare, su quello del comportamento elettorale: se infatti fino a qualche tempo fa il voto degli italiani poteva essere classificato secondo lecategorie di "voto ideologico", "voto di scambio" e "voto di opinione", le ultime campagne elettorali hanno fatto apparire (e vincere) una sorta di "voto d'acquisto" che ha equiparato il comportamento elettorale al consumo e in questo modo, invece di avvilirlo, lo ha salvato dal l'obsolescenza, gli ha dato nuova linfa, se non proprio nuova dignità. La libertà di votare "chi mi pare e piace" è un fatto veramente nuovo,chi ha mutato qualitativamente quella libertà/responsabilità, quel diritto/dovere elettorale con il quale ci si era confrontati fino ad oggi: la "gente" ha ripreso gusto alla politica non tanto per i ritroSCHERMAGLIEQUOTIDIANE OWERO:NIENTEDINUOVO PiergiorgioGiacchè Disegno di Oliver Weiss. vati all'armi o le restaurate antistoriche contrapposizioni, ma soprattutto per questa liberazione dal la tradizione e dal ragionamento, per l'introduzione di un voto leggero e più vicino agli altri atteggiamenti con cui ciascuno affronta e spende la sua normale quotidianità. Così, lo slogan "Ragiona Italia!" ha funzionato poco e male, ma non tanto per il richiamo grave che vi era inscritto, quanto per la pesantezza del tono e del modo in cui veniva veicolato: più una risposta della vecchia propaganda che una trovata della nuova pubblicità, più nei manifesti e nei comjzi che negli spot televisivi, più per comprare l'elettore che per vendere il prodotto. Così dall'altra, invece, Berlusconi si è trovato avvantaggiato e non per passione ma per professione, dal momento che il suo mestiere era "vendere" - si badi, vendere e non fare - cultura e informazione; e vendere a tutti e non a tanti o pochi, ché la televisione funziona sull'audience larga e non sulla clientela scelta, e i target e i leve! e gli share servono al divideetimperadi chi vuole tutta la torta, e non a chi prende la mira per conquistarsi un frammento di me1:cato. Ma infine Berlusconi era evidentemente anche l'unico ad aver 'f.ì 'f.ì ;m;:,~~(u,;;i:-R"fl :fl ,"11 'ti ~ ~ ""fl1;1 ,_ 1' " 1"l ,hi"'1:l TI ~•.,~{r ..,k._i n ' constatato che i telespettatori di OK Il prezza è giusto! e della Ruota della Fortuna, di Dallas e di C'eravamo tanto conati, i facili successi dei fiorelli delle ambre e d'ogni altro genere di gingillino, le estenuanti attese di Beautiful o gli interminabili Sentieri, dovevano per forza avere a che fare con i gusti e la mentalità della gente: e perché mai la gente, nell'unico momento in cui è chiamata a recitare la parte del "popolo italiano" avrebbe dovuto cambiare gusti o idee? Dunque c'è una ragione se il commento di De Sanctis appare ancora attuale. Forse è solo per via di una coincidenza, giacché allora era stata appena fatta l'Italia e ora "si sono fatti" gli Italiani. La verità più banale l'ha detta, come al solito, Berlusconi quando, pochi mesi prima di "scendere in campo", si è chiesto come mai un popolo in larga maggioranza di destra avrebbe dovuto permettere alla sinistra di vincere le elezioni. Che per vincere gli fosse sufficiente soltanto chiamare a raccolta la "pubblica opinione" -e non ci fosse bisogno di alcun altro sforzo organizzativo o politico o programmatico lo hanno dimostrato i pochi mesi e la molta improvvisazione con cui l'Italia si è data una nuova Forza di governo. Una volta ottenuta la vittoria, un'altra sconcertante verità è stata più volte ribadita da Berlusconi, nel corso dei primi lunghi e inutili mesi del suo ministero: vincere vuol dire avere già realizzato l'ottanta per cento degli obiettivi; governare non è altro che il rimanente venti percento del lavoro da fare. Capovolgendo la formula di rito con cui il vecchio Amministratore amava commentare le sue pur importanti realizzazioni, ammettendo che "molto resta ancora da fare", il nuovo Politico può finalmente e candidamente rivelare che, una volta conquistato il potere, "quasi tutto è stato già fatto e molto poco resta ormai da fare". Forse in queste due verità sta per davvero tutta la Novità che ha sostituito la voglia e la speranza del Cambiamento. L'Italia si è scoperta di Destra e intanto la Po1 itica ha ritrovato il suo tristo Primato. Sarà per lungo tempo difficile fare i conti con queste novità, per una sinistra che meno di un anno fa riteneva di essere almeno culturalmente maggioritaria e intanto aveva sostituito la "cattiva" ideologia con la "buona" amministrazione. Perché è vero anche questo: c'era una volta-e forse c'è ancora-una maggioranza di sinistra ... Magari la sinistra non ha mai vinto sul serio, nemmeno quella volta del "sorpasso" alle Europee, ma ha saputo mutare e mediare fino a conquistare la maggioranza del Paese. In fondo, al di là delle formule bizantine e delle forme subdole con cui si è da sempre praticata l'apertura o il compromesso o i I connubio con iCattolici, quanti di quelli che oggi diremmo "di sinistra" hanno sempre votato DC o PRI o persino PSDI? E non è proprio su questa maggioranza che si sono basate le piccole fortune e le ultime speranze del "nuovo" Partito Dei Sindaci (PDS), di nuovo in corsa per eleggere a Brescia il compagno Martinazzoli? Forse allora la novità assoluta è che ci sono tante, almeno due maggioranze oggi in Italia, equesto aggiunge amarezza alla sconfitta mentre rende incerta e nervosa la vittoria. Così come ci sono tante, almeno due opposizioni, una delle quali dentro la
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