Fotodi Celano/Saba/Contrasto. piccoli paesi, capaci di rifiutare l'omologazione generale alla coesistenza Usa-Urss come impero globale. La prima versione del racconto Cicloneros- molto più lunga e noiosa di quella pubblicata adesso - conteneva una profezia precisa. Ho fatto leggere allora, nel '79, '80, a qualche amico un capitolo che cominciava con lo sfogo di un personaggio sovietico che lavorava ali' Avana, un agente della seconda linea - quella supersegreta - dei servizi speciali di Mosca che operavano nel terzo mondo: un certo Victor, di mia invenzione, che - ubriaco - si sfoga con i cubani chiedendo che Cuba aiuti l'URSS e dicendo che l'economia sovietica non avrebbe resistito più di dieci anni. Ho scritto questo nel '79, dieci anni prima della caduta del muro di Berlino. Quando lei era presente e attivo, dov'era la rivoluzione a Cuba? La rivoluzione, negli anni Sessanta, era dappertutto e dappertutto viveva la sua "fiesta" di speranze e inefficienze. Un giorno, in una "finca" dove si sviluppava un esperimento pilota di zootecnia collettivista, mi trovai solo col segretario del partito ad aiutare una mucca al suo primo parto. Me la cavai abbastanza bene. Ma la rivoluzione come speranza viveva anche nelle atti e ne)le lettere, nel cinema e nelle danze, nena fatica di riorganizzare la società. Tutto questo perché da trent'anni i comunisti avevano profondamente arato la terra cubana e nonostante i loro soliti e1rnriavevano riempito grandi potenziali, riserve di una nuova cultura. A Cuba, più che in ogni altro paese dell'America Latina, i comunisti avevano messo paura ai capitalisti di tutto il continente. Qual è la lezione rivoluzionaria, al di là di esotismi e entusiasmi facili, che la sinistra europea ha appreso a Cuba? Che una 1ivoluzione non deve mai cercare di copiare quelle che l'hanno preceduta. Per questo Fide] Castro, che praticava un nazionalismo patriottico, hapotuto superare unaprova quasi impossibile a due passi degli Stati Uniti. L'Urss aiutava, ma da lontano. Poi però INCONTRI/ TUTINO 53 bisognava avere la capacità e la forza di superare anche il quadro asfittico dell'epoca del Cominform e qui Fide! Castro ha esaurito le sue cartucce. Si è alleato sempre più strettamente con I' Urss e ha perso insieme con l'Urss. Avrebbe potuto fare diversamente? Solo un altro rivoluzionario potrà dirlo, in futuro. Quali sono gli intellettuali che si sono schierati con il potere e chi ha fatto invece davvero la rivoluzione? È una domanda alla quale risponderà la storia degli intellettuali, che non è mai stata scritta dagli intelettuali che si sono confusi con il potere. Posso dire che gli intellettuali, che hanno il dovere di cercare di capire e anche di prevedere, quasi sempre- dopo unari voluzione - scelgono strade accomodanti, che non li costringano a sacrificare il loro estro per un impegno politico rischioso. Oppure fuggono lontano. Tra quelli che hanno fatto davvero la rivoluzione, a Cuba ho conosciuto unpoeta salvadoregno, Roque Dalton, che sapeva iispettare ma anche criticare il potere. È stato poi ucciso nel suo paese, da guerriglieri della sua parte che non accettavano la linea di lotta politica, non armata, che lui era anivato a propotTe. Come si vede, que)lo degli intenettuali è un argomento delicato. E qui mi fermo. Allora a Cuba è tutto da buttar via? In questi trentacinque anni di castrismo, non tutto il contenuto de)la vicenda cubana è targato "Fide! Castro". Si dovrà conoscere e conservare, attraverso scritti e opere finora inedite, che affiorano al di là de)la censura, tutta la vera esperienza compiuta da un paese ricco di tradizioni culturali. Il patrimonio di una rivoluzione in gran parte fallita è un patrimonio civile di primo ordine per tutta l'America Latina e anche per il resto dell'umanità. Penso, per fare un solo esempio, alla relazione nascosta ma evidente fra Cuba e gli Stati Uniti, oltre a quella più palese ed effimera, spesso ingannevole, che c'è stata fra Cuba e il resto del continente latinoamericano. Si dovrà studiare meglio la vicenda delle guerriglie castriste e fame tesoro per il futuro. Niente di tutto questo può essere buttato via come cosa consumata e persa. NELCICLONECUBANO GoffredoFofi Cicloneros. Un racconto cubano è un romanzo per più aspetti interessante e per alcuni sorprendente. L'autore, Saverio Tutino, è noto come esperto di cose latino-americane, ha lavorato a lungo a Cuba ed è stato probabilmente addentro a molti misteri della storia politica dell'isola, in passato, negli anni successivi alla rivoluzione, e quando - come nel '65-' 66, gli anni in cui si svolge il "racconto" - vi fu la "svolta", il fallimento dell'impresa di sostegno alle rivoluzioni nel mondo "sottosviluppato", in Asia, Africa, America latina, e la definitiva messa sotto tutela sovietica della rivoluzione cubana. Questa storia fu di lacrime e sangue. In quegli anni, ricorda una nota iniziale, "Tricontinentale", l'organizzazione internazionale che mimava in sostanza la vecchia Internazionale comunista di ascendenza sovietica, voluta dai russi e da Castro per controllare i processi rivoluzionari nel Terzo Mondo e condizionarli, usarli secondo gli interessi di Mosca, fallì per molti motivi, primo fra tutti la necessità
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