42 INCONTRI/ MO YAN Con gli animali ho sempre avuto un rapporto molto stretto, dovuto evidentemente all'ambiente agricolo in cui sono nato. Spesso nei miei romanzi compaiono cani, cavalli, ma anche buoi, volpi e insetti di ogni genere. Mi sono estremamente familiari. Allevavamo gli animali per nutrirci, erano anche simpatici compagni di gioco, amici. Nella nostra fantasia infantile parlavano con noi ed erano eroi di imprese incredibili, spesso più saggi dell'uomo, spesso maestri per l'uomo. In alcuni romanzi hanno particolare significato simbolico. Nel mio racconto linfa Yiner (Il Neonato dai Capelli d'Oro), ad esempio, il gallo è simbolo del sesso maschile. f,Ì diversi suoi romanzi, soprattutto nella sua recente produzione artistica, diversi elementi narrativi conducono alla problematica del progresso e regresso dell'umanità. Potrebbe parlarne? Mi sembra che con lo sviluppo delle possibilità materiali, l'uomo vada via via assottigliando il proprio spessore umano, la forte capacità di sentire, gioire, soffrire. Passioni ed entusiasmi si vanno via via appiattendo così come la capacità di entrare in comunicazione con la natura, di adeguarsi ad essa per imparare a resistere agli ostacoli e alle difficoltà della vita. L'uomo si è indebolito fisicamente e spiritualmente, non esistono più gli eroi di un tempo ... L'umanità ha un destino tragico: si crede di essere in piena ascesa, sulla via del progresso, e invece senza rendercene conto distruggiamo molte cose valide: la natura ad esempio. Beijing è grande, la Cina è vasta, la Terra immensa, ma cos'è tutto questo di fronte all'universo infinito? E cos'è un uomo di fronte all'immensità? Ci affanniamo a rincorrere mete ambiziose, il premio Nobel magari. senza renderci conto che lutto e tutti siamo segnati da un destino di morte, questa è la tragedia dell'umanità. E tuttavia bisogna continuare a vivere. Perché? È una domanda antica quanto l'uomo. I nostri antenati che non avevano grosse conoscenze scientifiche, si accontentavano di poco: cacciavano, uccidevano la preda, mangiavano ed erano felici, tutto era così come necessariamente doveva essere.L'uomo moderno ha perso di schiettezza e genuinità. Come si pone, quindi, di fronte ai grandi sconvolgimenti economico-sociali che interessano la Cina di oggi? Le riforme sono necessarie, l'apertura inevitabile, e bisogna continuare su questa strada sperando non si limiti solo all'ambito economico. La soluzione dei problemi economici dovrebbe fare da trampolino di lancio verso la liberazione dello spirito, per dare poi importanza ad altri ambiti: la cultura, ad esempio. Da questo punto di vista la situazione è già migliorata moltissimo in questi ultimi anni. Spero insomma che le riforme economiche portino allo sviluppo del pensiero critico. Quali ritiene siano le tappefondamentali della sua evoluzione artistica? Quando iniziai a scrivere la Rivoluzione Culturale era appena terminata e io ne avevo subito inevitabilmente l'influenza: bisognava esaltare le glorie degli eroi rivoluzionari e la letteratura era molto scadente. In seguito fui ammesso all'Istituto d'Arte e Letteraturadell 'Armata di Liberazione, modificai lo stile dei miei romanzi, scrissi Toumingde Hongluobo (La Carota Cristallina), Hong Gaoliang (Sorgo rosso) ecc. In quel periodo non davo Uno sceno rl0 I f;I"' Soroo ro,so
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