34 STORIE/ NOSAKA avrebbe dovuto essere al centro di tutte le attività antincendio della città, ma ora che aveva sperimentato sulla pelle il frastuono delle bombe e la velocità del fuoco, non desiderava affatto fronteggiare una formazione nemica di qualunque genere essa fosse. Il 6 luglio, sotto le ultime piogge della stagione, i B29 attaccarono Akashi, dalla cava Setsuko e Seita stavano guardando i cerchi che uno scroscio di pioggia disegnava sull'acqua del lago, quando Setsuko stringendo fra le braccia l'inseparabile bambola disse all'improvviso: "Voglio tornare a casa, non mi piace stare dalla zia", fino a quel momento non si era mai lamentata, ma ora la sua voce sapeva di pianto "Non possiamo, la nostra casa è bruciata", eppure si rendeva conto che ormai non era possibile restare dal lavedova più a lungo, quando di notte Setsuko spaventata da qualche incubo cominciava a piangere, la donna entrava nella stanza, quasi fosse rimasta fuori in attesa: "Ma lo sai che mio figlio e la mia bambina stanno lavorando per la nostra patria? Non puoi farla stare zitta? Con questo chiasso, qui nessuno può dormire", accostava la porta scorrevole con un colpo secco e allora Seita prendeva in braccio la bimba che spaventata da quel rimbrotto piangeva ancora più forte, e usciva nella strada buia, piena di lucciole come sempre, se solo non ci fosse Setsuko, gli capitava di pensare e subito chissà forse per uno scherzo dell'immaginazione, gli sembrava che il corpo di lei, già addormentata sulle sue spalle, si facesse più leggero, la fronte e le braccia morsicate senza pietà dalle zanzare, se solo si grattava ne usciva del pus. La vedova era uscita per qualche motivo e Seita aprì il vecchio organo della figlia: "He, to, i, ro, ha, ro, i ro, to, ro, i, he, to, i, ro, i, he, ni ", dopo che le scuole elementari erano diventate scuole del popolo, il sistema delle note musicali, do, re, mi, era stato sostituito daha, ni, ho, he, to, i, ro, ha, provò a strimpellare incerto la canzoncina delle carpe, la prima che aveva imparato e Setsuko gli fece eco,"Smettetela, ma cosa vi salta in mente, non sapete che siamo in guerra? La gente se la prenderà con me, scriteriati che non siete altro", la vedova era tornata all'improvviso ed era infuriata "Mio dio, che sciagura ci è capitata addosso, nessun aiuto durante i bombardamenti, ma se proprio non ci tenete alla pelle perché diavolo non ve ne andate a vivere nella cava?". "Veniamo davvero a vivere qui, che ne dici? In questa grotta nessuno ci darà fatidio, potremo fare quello che vogliamo, noi due soli", era una grossa cava di forma quadrata, i puntelli sembravano robusti, se avessero comprato in qualche casa di contadini delle stuoie e le avessero stese al suolo, con una zanzariera, non ci sarebbero stati problemi, e poi c'era anche l'emozione di quella avventura degna di un ragazzo della sua età, terminato l'allarme raccolse le loro cose senza una parola "Molte grazie per la lunga ospitalità. Ci trasferiamo altrove" "Ma dove andrete?" "Non lo so ancora bene" "Buona fortuna, allora, addio Setsuko" un sorriso forzato e la vedova rientrò subito in casa. Insieme con il baule di vimini, i materassi, la zanzariera e gli attrezzi da cucina, riuscì in qualche modo a portare con sé anche l'urna con le ossa della madre, a guardare bene si trattava solo di una grotta ed era triste pensare di viverci, ma da un contadino al quale si era rivolto a caso poté ottenere una certa quantità di paglia e poi, a pagamento, delle grosse rape e delle cipolle, la cosa più importante era che Setsuko correva qua e là ridendo e schiamazzando: "Questa è la cucina e questo l'ingresso", poi un po' perplessa: "Eil gabinetto?" "Dove vuoi tu, tanto ti ci porto io", si era seduta sulla paglia, una volta il padre aveva detto: "Questa bimba diventerà di una bellezza squisita", e quando Seita che non aveva capito il significato di squisita aveva chiesto spiegazioni, la risposta era stata: "Dunque, vediamo, potrebbe essere qualcosa come "raffinata", raffinata lo era di sicuro, ma anche così fragile e delicata. Erano lontani dalla zona del coprifuoco, ma nel rifugio le tenebre della notte sembravano ancora più dense, dopo aver appeso la zanzariera vi scivolarono sotto, fuori si sentiva solo il rumore degli insetti che arrivavano a frotte, d'istinto si accostarono l'uno all'altra, quando strinse le gambe nude di Setsuko al proprio ventre Seita avvertì subito come una pungente eccitazione, la strinse più forte e Setsuko sembrò spaventata: "Mi fai male, Seita". Le propose di andare a fare due passi visto che non riuscivano a prendere sonno, fuori fecero la pipì uno accanto all'altra, sulle loro teste i segnali intermittenti rossi e azzurri di aerei giapponesi che si dirigevano verso ovest, "Sono le truppe speciali d'attacco" disse e Setsuko pur senza capire annuì, "Sembrano lucciole" "Hai ragione" e se prendessimo le lucciole e le mettessimo dentro la zanzariera, avremmo almeno un po' di luce, non si trattava di imitare Che Yin8 , ma ne raccolsero quante potevano e quando le lasciarono libere sotto la zanzariera, cinque o sei piccole luci tremolanti si mossero, dopo una breve pausa uscirono a cercarne altre, ne presero forse un centinaio, il chiarore non era sufficiente perché riuscissero a vedersi in viso, ma almeno si sentivano più tranquilli e seguendo quel debole movimento luminoso Seita poté addormentarsi e sognare, la sfilata delle lucciole e la parata navale dell'ottobre 1935, le falde del monte Rokkò decorate con una grande immagine luminosa a forma di nave, viste da lassù la flotta da guerra e le portaerei ancorate nella baia di Osaka sembravano bastoni galleggianti, sulla prua della corazzata erano tese delle tende bianche, a quel tempo il padre era imbarcato sull'incrociatore Maya e Seita aveva disperatamente cercato la nave in mezzo alle altre, ma senza riuscire a individuare il ponte, alto come una rupe, che era caratteristico della Maya, ogni tanto risuonava la marcia della marina militare, forse era la banda dell'Università di Commercio, come erano le parole? "nella difesa e nel!' attacco, le nostre fortezze d'acciaio galleggianti resisteranno sempre", chissà dove starà combattendo nostro padre adesso, la sua fotografia è ormai tutta rovinata dal sudore. L'attacco degli aerei nemici, ta, ta, ta, ta, i loro proiettili traccianti erano come la luce delle lucciole, e ricordò che i proiettili della batteria contraerea che aveva visto durante i bombardamenti notturni del 17 marzo erano stati inghiottiti dal cielo in un sol colpo proprio come le lucciole, avranno mai abbattuto qualcosa? La mattina dopo metà delle lucciole erano morte e Setsuko volle seppellirle accanto all'ingresso della cava, "Cosa stai facendo?" "Una tomba per le lucciole" senza neppure voltarsi verso di lui, anche la mamma è morta vero?, mentre Seita non riusciva a rispondere "Me lo ha detto la zia, sai, che è morta e che è in una tomba", per la prima volta Seita sentì gli occhi pieni di lacrime, "Uno di questi giorni ti porterò al cimitero, Setsuko, te lo ricordi il cimitero di Kasugano vicino a Nunobiki, la mamma è laggiù", in una piccola tomba sotto un albero di canfora, è vero, se non porto le sue ossa al cimitero non potrà riposare in pace. Dal momento che Seita aveva ceduto i kimono della madre in cambio del riso e andava ad attingere l'acqua, la gente intorno capì ben presto che abitavano nel rifugio, ma nessuno si fece vivo, raccattava rami secchi per cuocere il riso, quando il sale non gli bastava attingeva acqua di mare, lungo la via poteva essere il bersaglio di qualche P5 l, ma le giornate scorrevano tranquille, le
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