Linea d'ombra - anno XII - n. 97 - ottobre 1994

La zona di Manchitani era circondata da case di contadini e ben presto la vedova tornò reggendo un fagotto di riso, ne versò una parte nella grossa bottiglia di Seita, che un tempo aveva contenuto prugne sotto sale, la parte che avanzava la mise nel recipiente di legno che serviva per la propria famiglia e per due o tre giorni mangiarono riso a sazietà, ma presto si ritornò al minestrone e quando Seita lasciò trapelare il proprio scontento "Ormai sei grande, dovresti pensare a dare una mano, non porti a casa un pugno di riso e ti lamenti che hai sempre fame, non è possibile, non è ragionevole", ragionevole o meno che fosse, il riso ottenuto scambiando il kimono della loro madre le serviva per preparare tutta contenta la merenda per la figlia, o i nigiri per il pensionante, mentre il loro pranzo consisteva solo di fagioli arrostiti che Setsuko, dopo aver di nuovo gustato i I sapore del riso si rifiutava di inghiottire "Ha ragione, ma si tratta del nostro riso" "Intendi dire che vi sto imbrogliando? Questo è davvero troppo, sentirsi rinfacciare certe cose da due orfani che ho accolto in casa, d'accordo allora, facciamo pasti separati così non avrai nulla da ridire spero, e poi Seita, avevate anche dei parenti a T6ky6, giusto? Da parte di tua madre, come si chiamano? perché non provi ascrivere una lettera? Nishinomiyada un momento all'altro potrebbe essere bombardata", non era un esplicito invito a che se ne andassero, ma certo non aveva fatto complimenti e dopo tutto poteva anche aver ragione, erano rimasti da lei più a lungo del previsto, in fondo era la famiglia della moglie di un cugino del padre, avevano parenti più prossimi a Kobe, ma la loro casa era stata distrutta e non sapeva come ritrovarli. In un negozio di casalinghi comprò un cucchiaio perii riso con Do Bambinidi guerra, Aosta 1994. STORIE/ NOSAKA 33 un lungo manico, una pentola di coccio, un recipiente per la salsa di soia e poi, visto che costava dieci yen, un pettine di legno di bosso per Setsuko, mattina e sera cuoceva il riso su una piccola stufa presa in prestito, per contorno foglie e steli di zucca bolliti, chiocciole di lago con soia e zucchero, seppie disseccate ammorbidite in acqua bollente, "Coraggio, non c'è bisogno che ti sieda in modo così formale", Setsuko, davanti alla misera ciotola poggiata direttamente sui fatami senza neppure un vassoietto di legno, sedeva composta sui talloni, la schiena rigida come le era stato insegnato, e se Seitadopo aver finito di mangiare si lasciava andare a sdraiarsi lo rimproverava: "Diventerai un bue". Si stava meglio con le cucine separate, ma non riusciva a risolvere le altre difficoltà, quando ravviava i capelli di Setsuko con il pettine di bosso, si accorgeva che cadevano i pidocchi e le loro uova, chissà dove se li era presi, anche il bucato creava problemi, se stendeva la biancheria subito la vedova protestava di cattivo umore: "Gli aerei nemici la vedranno", cercavano disperatamente di stare attenti, ma erano sempre sporchi, non avevano il permesso di lavarsi in casa, i bagni pubblici funzionavano solo ogni tre giorni e bisognava portarsi il combustibile, un'altra complicazione, durante il giorno comprava nel negozietto di libri usati davanti alla stazione di Shukugawa qualche vecchiarivistadi quelle che la mamma una volta prendeva e steso sul tatami si metteva a leggere, non appena sentiva l'allarme oppure quando la radio annunciava una grande formazione nemica, restio a entrare nel rifugio improvvisato, scappava tirando Setsuko per mano fino ad una grossa cava al di là del lago, subito criticato dalla vedova e dai vicini che ormai non ne potevano più degli orfani di guerra, un ragazzo della sua ctù

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