30 STORIE/ NOSAKA rossa e i suoi polsi erano così sottili che sarebbe stato possibile stringerli tutti e due nel palmo della mano. Proprio perché non poteva correre l'aveva mandata al rifugio, certo se questo era stato invaso dalle fiamme per lei sarebbe stata la fine, lo sapeva bene, ma d'altra parte quando si era accorto che la via più breve per il rifugio era bloccata dal fuoco, il pensiero della mamma gli era in qualche modo uscito di mente, Seita si rimproverava di essere scappato, ma anche se fosse corso subito da lei cosa avrebbero potuto fare? "Devi scappare con Setsuko, io me la caverò in qualche modo, se vi succede qualcosa come potrò farmi perdonare da vostro padre?" aveva detto una volta la mamma, come per gioco. Due autocarri militari avanzavano verso ovest lungo la strada nazidnale, una guardia in bicicletta cominciò a gridare qualcosa in un megafono "Ne sono cadute due, volevo sbatterle via ma l'olio schizzava dappertutto" era un ragazzo della sua stessa età che stava parlando con un amico, "Gli abitanti di Ichirizuka, Kaminishi e Kaminaka devono rifugiarsi nella scuola statale di Mikage", nel sentire il nome del proprio quartiere Seita pensò che forse la mamma aveva trovato scampo nella scuola e cominciò a scendere lungo il pendio, si udiva nuovamente il rumore delle bombe, ancora il fuoco divampava fra le rovine, e dove la strada non era larga a sufficienza era impossibile avanzare nell'aria arroventata "Fermiamoci un attimo", e Setsuko come se avesse atteso solo che lui le parlasse annunciò "Devo fare la pipì" "Va bene", la fece scendere poi la voltò verso i cespugli sorreggendola sotto le gambe e l'orina zampillò con inaspettata energia, l'asciugò con una salviettina "Adesso puoi toglierti il cappuccio" e notando che il viso di Setsuko era tutto imbrattato di nero inumidì un angolo della salvietta con l'acqua della borraccia e glielo passò sul viso "Qui è pulito, non ti preoccupare" "Mi bruciano gli occhi", forse per colpa del fumo erano rossi e irritati "Andiamo alla scuola, te li sciacqueranno" "E la mamma?" "Vedrai che è a scuola" "Andiamo allora" "Sì, ma fa ancora troppo caldo, non possiamo camminare" "Voglio andare a scuola" Setsuko scoppiò a piangere non per un capriccio e nemmeno per il dolore, era uno strano pianto di persona adulta. "Seita, hai visto la tua mamma?" era la figlia della vicina di casa, una ragazza che nonostante l'età non si era ancora sistemata, Seita nel cortile della scuola aveva chiesto a un soldato infermiere di disinfettare gli occhi della sorella e si era rimesso di nuovo in fila perché ancora le bruciavano "No" "Va subito, è ferita", prima ancora che potesse chiederle di badare a Setsuko la ragazza intervenne "Ci penso io, che paura Setchan, non hai pianto per niente?", non era mai stata così affettuosa e questa improvvisa gentilezza gli fece sospettare che le condizioni della madre fossero gravi, si allontanò dalla fila di persone in attesa e dopo aver attraversato la scuola dove aveva studiato per sei anni, arrivò ali' infermeria che gli era familiare, un catino sporco di sangue, brandelli di bende, il pavimento e le uniformi bianche delle infermiere macchiate di rosso, un uomo in divisa immobile a faccia in giù, una donna avvolta nelle bende con una gamba nuda che sporgeva dai pantaloni laceri, restò fermo in silenzio non sapendo a chi rivolgersi, quando vide il presidente del comitato di quartiere, il signor Obayashi "Oh Seita ti cercavo. Stai bene?" poi posandogli una mano sulla spalla "Da questa parte", gli fece strada nel corridoio, quindi rientrò di nuovo nell'infermeria e da un vassoio pieno di bende tirò fuori un anello spezzato, sormontato da una giada "È di tua madre?", in effetti ricordava di averlo visto. I feriti più gravi erano stati portati nell'aula di applicazioni tecniche mentre quelli in fin di vita giacevano nella stanza dei professori più interna, la madre aveva la metà superiore del corpo avvolta nelle bende, le mani inguantate come quelle di un giocatore di baseball, anche il volto era nascosto dalle bende e si vedevano solo le macchie nere degli occhi, del naso e della bocca, la punta del naso del tutto simile alla pastella abbrustolita di una frittura di pesce, i pantaloni che riusciva appena a riconoscere erano coperti dai segni delle bruciature e al di sotto si intravvedeva la biancheria color cammello "Finalmente si è addormentata, bisognerebbe portarla all'ospedale, proverò a informarmi, sembra che il Kaisei di Nishinomiya non sia bruciato", più che addormentata sembrava in coma, il respiro irregolare "La mamma soffre di cuore potrebbe trovare delle medicine?" "Proverò" annuì, ma persino Seita si rese conto che era una cosa impossibile. L'uomo che giaceva accanto alla madre ad ogni respiro emetteva dal naso schiuma rossa e una ragazzina nell'uniforme di scuola con il colletto alla marinara lo asciugava con una salvietta guardandosi ogni tanto intorno forse perché si vergognava, forse perché non riusciva a sopportare quella vista, di fronte una donna di mezz'età, la parte inferiore del corpo scoperta, il pube nascosto da una striscia di garza, era priva della gamba sinistra dal ginocchio in giù, "Mamma" provò a chiamare a bassa voce, ma non si rendeva ben conto della realtà e comunque bisognava pensare a Setsuko, uscì nel cortile e la trovò in compagnia della vicina di casa, nel campetto di sabbia accanto alla sbarra da ginnastica, "L'hai trovata?" "Sì" "Mi dispiace, se c'è qualcosa che posso fare dimmelo, hai avuto la tua parte di gallette?" scosse il capo, "Allora vado a prendertele", e si allontanò, Setsuko stava giocando con una paletta per gelati che aveva trovato fra la sabbia. "Metti via quest'anello, non dobbiamo perderlo", lo sistemò nel borsellino, "La mamma sta poco bene, ma si rimetterà presto" "Dov'è?" "All'ospedale, a Nishinomiya. Questa notte restiamo qui nella scuola e domani andiamo dalla zia di Nishinomiya, te la ricordi? vicino al lago", Setsuko in silenzio cominciò a costruire monticelli di sabbia, la vicina di casa tornò portando due pacchetti marroni "Noi siamo nella aule al primo piano, tutti insieme, perché non venite anche voi?". Le rispose che sarebbero andati più tardi, immaginava che Setsuko avrebbe sofferto in mezzo a una famiglia al completo, con i genitori, e non era escluso che lui stesso sarebbe scoppiato a piangere "Mangiamo qualcosa?" "Voglio andare dalla mamma" "Domani, adesso è tardi" si sedette sul bordo del campetto di sabbia e poi "Guarda come sono bravo!" si aggrappò alla sbarra, si sollevò con un grande slancio e cominciò a volteggiare come se non dovesse più smettere, la mattina dell'otto dicembre quando era scoppiata la guerra Seita alla stessa sbarra aveva stabilito un record con quarantasei volteggi. Il giorno dopo decise di portare la madre ali 'ospedale, ma era impensabile caricarla sulle spalle, alla fine si rivolse a un risciò fermo vicino alla stazione di Rokk6michi, scampata alle fiamme "Sali, ti porto fino alla scuola" era la prima volta che saliva su un risciò, passarono per le strade piene di macerie, ma quando arrivarono la donna era ormai in fin di vita impossibile spostarla, l'uomo del risciò con un gesto della mano rifiutò il compenso e se ne andò, la sera stessa la madre morì per le ustioni riportate "Può toglierle le bende? Vorrei guardarla", alla richiesta di Seita ilmedico che sotto il camice indossava l'uniforme militare rispose: "Meglio di no, meglio non vederla", le bende che coprivano il corpo immobile erano imbevute di sangue, nugoli di mosche si addensavano attorno, anche l'uomo che perdeva sangue dal naso e la donna con la gamba amputata erano morti, un poliziotto dopo aver chiesto due o tre cose ai familiari, prese appunti "Non ci resta che scavare una fossa nel crematorio di Rokk6 e bruciarli, se non li portiamo via subito con un autocarro, con questo clima ...", senza rivolgersi a nessuno in particolare salutò con un inchino e uscì, non c'erano né incenso né fiori né
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