Linea d'ombra - anno XII - n. 97 - ottobre 1994

24 DAL MESSICO riduce a caricatura. Il narco messicano, frutto dello scontro tra la cultura contadina e le stratificazioni economiche e sociali della Frontiera del Nord, nella abbondantissima serie di film diventa una vera e propria rappresentazione fantasmagorica, il volto minaccioso, il corpo che cade al suolo con strepitio coreografico, le automobili che scoppiano "per un glorioso secondo" sullo schermo, le "menti diaboliche" che muoiono chiedendo perdono. Il cinema del narco: i (molto corrotti) capi di polizia nella penombra, la cospirazione che si appropria dei sotterranei e di parte della superficie, la crudeltà come forma della stupidità, il Primo Mondo trasformato in efficacia omicida, le ricompense afrodisiache, la violenza che scoppia come le batterie di fuochi e razzi ,nelle feste. E pensare che ancora fino a poco tempo fa (si fa per dire) si producevano 20 o 40 film (è un modo di dire) sul trionfo dei buoni (pochissimi) sulla nuova etnia, i narcos. 5) Una volta Godard ha affermato: "La vita contemporanea equivale alla esistenza in una vignetta comica". Qualcosa di simile succede con i narcos; a rigore personaggi di un film pessimo e frenetico dove i capi, uomini giovani, soci e complici dei poliziotti corrotti, ascendono nella scala del crimine fino a identificare le proprie decisioni con le sentenze di morte. È a tal punto inverosimile la favola della ricchezza illimitata che i narcos stessi, così come certifica il loro comportamento, si sentono come se stessero vivendo un thriller, o forse più precisamente una canzone che finisce per terminare col rischio fatale mentre qualcuno canta il loro passaggio sulla terra. La Banda dell'Auto Rossa 6) Dentro i confini del narcotraffico, le canzoni divengono l'orizzonte utopico che impone il culto della burla. Così, gruppi come "Los Temerarios", "Los Bukis", "Los Tigres del Norte" e altri noti solo nella zona della frontiera, celebrano l'auge e il tramonto e la resurrezione dei "mariyuaneros" e per il loro aspetto, irrevocabilmente "nordista", questi gruppi si identificano con coloro che ascoltano. "Venivano da San Isidro carichi di yerbas mala" e altre incisioni del genere, non sono che la trepidazione "ideologica e letteraria" delle strade e delle cantine e dei ristoranti dove i numerosi Emilios Varelas delle canzoni ascoltano le peripezie dei propri simili, che vanno dalle coltivazioni "eterodosse" alla sorpresa di fronte ali' arrivo della polizia. La canzone ne esce rivitalizzata, a suo modo "cantare di gesta", genere che si credeva estinto o adatto soltanto alle celebrazioni di Pancho Villa e Heraclio Berna!, mentre negli anni Ottanta è arrivato ad avere una clientela fedelissima. Il Nord messicano patrocina le canzoni che trasmettono prodezze (ciò che il suo pubblico qualifica come prodezze). Si veda al proposito il testo di un "corrido" paradigmatico: Mi piace andare per la sierra sono cresciuto tra gli arbusti lì ho imparato a contare contando solo le spine sui fusti. Mi piace burlare le reti che tendono i federali. Proprio vicino alla sierra ho un rancho di bestiame bestiame senza zampe che porto oltre il confine. Che bellezza i miei prodotti belli e pronti per il trasporto. Gli amici di mio padre mi ammirano e mi rispettano e in due o trecento metri faccio alzare l'aviogetto. Mi chiamano il Tre Calibri maneggio la mitraglietta ... Chi canta (ascolta, memorizza) la vita e la morte di un narco non tesse le lodi di un bandito sociale, semplicemente precisa ciò che è innegabile: non si sente moralmente superiore ai protagonisti della canzone. Nella maggioranza dei casi non li vuole neppure incitare, ma piuttosto, con una sorta di gelosia regionale e professionale, osserva quei fortunati che sono momentaneamente esonerati dal loro destino di poveri. C'è nelle canzoni una qualche forma di apologia del delitto e della delinquenza? Piuttosto si tratta di un'altra delle forme che assume la cronaca nera, notazioni ironiche e funerarie di chi, per aprirsi la via verso una fortuna che intuisce, viola la legge e contribuisce per ciò che gli è possibile alla diminuzione della crescita demografica. 7) Grazie al narcotraffico la cronaca nera diviene evento di massa. Due tre cinque cadaveri al giorno in posti abbandonati in appartamenti semi-vuoti, difficile stabilirne!' identità. InMessico un luogo assurge negli anni Settanta a dubbia fama: il quartiere Terra Bianca a Cullacan. In vari Stati avviene il reclutamento ufficiale: Sinaloa, Jalisco, Guerrero, Baja California, Michoacan. E abbondano coloro che sono sedotti dai narcos, le migliaia di contadini che saranno detenuti o moriranno rimpiangendo i campi "baciati dal diavolo", quelli che comprano hotel e agenzie di trasporto, quelli che da posizioni intermedie-dirigenti di banche di provincia, per esempio, vorranno lanciarsi alla ruota della fortuna, quelle che non resistono alla pressione dei loro uomini e trasportano la droga, gli impresari desiderosi di denaro illimitato. 8) Che potere hanno le apologie del delitto di fronte alla illusione di un ambito dove i senza fortuna hanno le stesse possibilità di quelli dei piani alti? Coloro che in altre circostanze sarebbero giornalai o autisti divengono di colpo l'equivalente di un presidente di banca o un dirigente industriale. Già lontane dalla generosità utopica nella sierra, le canzoni si avvicinano al destino di fratelli, cugini, padrini. Per coloro che possono morire fra un attimo, lì c'è una canzone di addio. Perché condannare? Questo è responsabilità della polizia e del governo.L'indifferenza morale-qualcosa che è vicino alla crisi dei valori, anche se non ne è sinonimo - si diffonde e la gente di quei quartieri e di quei paesi vede senza alterarsi, o senza alterarsi al punto da mobilitarsi, l'auge del narco. Cosa possono fare se gli elementi della polizia incaricati di combatterli risultano essere i loro più ostinati promotori? Cosa possono fare se in moltissimi ambienti la morale è un'estensione del modo di vita? La gente si affaccia ai palazzotti del narcos, identifica le loro automobili, le jeep, ride con le canzoni, affitta le videocassette che consentono viaggi umoristici nella irrealtà, ricorda quelli che ci sono dentro o la vedova dell'amico che se ne è andata dal paese quando non le hanno consegnato neppure il cadavere dell'uomo. "Sappiamo quando usciamo/ meno se potremo tornare". E nel vortice di fatti e voci risaltano gli anelli di diamanti, i bracciali d'oro e i giubbotti di lusso e le spille d'oro e i diamanti e le feste dove lo champagne scorre come acqua e addirittura i faretri con le incrostazioni in oro, come quello celeberrimo di Chihuahua. La cultura del narcotraffico non è causa né conseguenza della perdita di valori, è l'episodio più grave fino ad oggi conosciuto della criminalità come capitolo del capitalismo selvaggio. Se lì ci sono gli affari, reperire le vittime è uno scherzo. Copyright Carlos Monsivais 1994.

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