Cillòdel Messico.Folodi Moos/Sobo-Réo/Conlroslo (scuola, sanità, acqua), per essersi decisi a ribellarsi all'autorità sanguinaria e arbitraria dei caciques priisti, per aver pensato che anche la violazione della dignità ha un limite concreto che colma la misura. È un linguaggio nuovo, diverso da quello delle guerriglie tradizionali latino-americane, poco o niente di marxismo (le cui linee direttrici vengono quasi subito abilmente abbandonate), molto indigenismo, molta poesia, anche, nei suoi messaggi e uno humor assolutamente insolito per il linguaggio politico messicano. Offre la pace ma chiede che il governo in carica apra finalmente lo spiraglio nel muro dell'unipartitismo, si rivolge direttamente alla cosiddetta società civile, la chiama a testimone della propria avventura, si dichiara disposto a deporre le armi nel momento in cui si apra una discussione trasparente sulle contraddizioni del paese. Una sola condizione, che Salinas lasci il potere, che inizi una nuova era della politica messicana senza la castrante paternità del Pri. Un solo consiglio alla "società civile": che finalmente si unisca nei suoi sforzi per contrastare la tirannia del partito-Stato, del partitoincappucciato, il partito che ingloba fatti storici e li muta in enigmi. Agosto 1994: pochi giorni prima delle elezioni una straordinaria foto generazionale nella Selva Lacandona, il ritiro degli zapatisti e del loro romantico subcomandante Marcos. Seimi lapersone tra invitati e giornalisti rendono onore al coraggio, alla credibilità di questo uomo che, con il suo esercito indigeno, ha saputo aprire uno spiraglio nuovo nella politica messicana. Intellettuali, uomini della vecchia e della nuova sinistra messicana, studenti vivono la concreta speranza che la Convenzione Democratica di Aguascalientes nella Selva Lacandona sia l'inizio di una nuova era politica segnata dal risveglio pacifico, ma poderoso, delle coscienze. Quando Marcos chiede agli invitati se non debba togliersi il passamontagna che gli ha sempre nascosto il viso, la risposta è un no unanime. Tenga Marcos la celata calata sul viso se la maschera cela il volto di una comunità schiacciata dal razzismo ma permette la parola di una comunità da tempo senza voce. E con essa di un popolo chiamato a scegliere per la ennesima volta il proprio destino. DALMESSICO17 , iNDlo piçnse La 1ragedia della maschera Dalla commedia alla tragedia. Un itinerario breve, appena 5 mesi, dal novembre '93 al marzo '94. La tradizione presidenzialista del regime messicano incarnata dal Pri trova la sua rappresentazione simbolica nella commedia dei "tapados" e del "destape", due termini che è lecito tradu1Te rispettivamente come "incappucciati" e "smascheramento". li presidente della Repubblica uscente, legittimo sovrano per un sessennio, si trova a scegliere tra la corte dei suoi più stretti collaboratori colui che sarà il successore potenziale alla presidenza della Repubblica. I possibili prescelti sono, come sempre nella tradizione messicana, i quattro o cinque uomini più vicini al presidente. Dietro lo scenario cominciano a formarsi le possibili cordate, le agglutinazioni di interesse, le spinte corporative, cominciano a delinearsi all'interno della burocrazia di Stato le scelte rischiose a favore di uno dei possibili investiti. In questa fase della vita politica politici ed aspiranti tali si giocano le possibilità di ascesa e successo, scegliendo il loro cavallo dopo una serie di febbrili consultazioni reciproche e attente auscultazioni dei sibillini messaggi presidenziali. Solo uno dei "tapados" sarà quello vincente, per gli altri si tratterà di oblio politico o posti di primo o secondo piano a seconda del grado di esposizione nei confronti del "tapado" vincente. La scelta, rigorosamente personale da parte del presidente Carlos Salinas de Gortari, cade sul nome di Luis Donai do Colosi o, presidente del partito, uomo che rappresenta la continuità con la politica neo-liberista di Salinas. Il tapado può togliersi la maschera ed esporsi da ora in avanti come virtuale prossimo presidente della Repubblica. Il calendario segnai] novembre del 1993. Da ora in avanti fino al 21 agosto si svolgerà la campagna elettorale del candidato priista, sotto la tutela del presidente uscente. La fase critica è superata, il presidenzialismo messicano ha il suo prossimo sovrano. Passano i mesi, poco più di tre, e il potenziale presidente Luis Donaldo Colosio si trova stretto tra la morsa della guerra scoppiata in Chlapas, le mosse dell'incaricato alle trattative, Manuel Camacho Solfs, uno dei "tapados" la cui posizione riprende forza, e l'ambigua posizione del presidente in carica Carlos Salinas de Gortari. La stampa dedica poco
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