La Convenci6n Nacional Democratica sembrava realizzare una delle molte anticipazioni del Chiapas: I convitati di agosto, il racconto di Rosario Castellanos in cui un paese del Chiapas rompe finalmente il suo isolamento. Il mese incominciò in maniera insolita. Il giorno 1, negli uffici di credito, incontrai Superbarrio. Erede della mitologia dei film del Santo, Superbarrio è un vendicatore anonimo che invita i nemici del popolo a salire sul suo ring di lotta libera. Come si può supporre, non aveva altri segni di identificazione che la sua maschera di lottatore e la sua maglietta con il monogramma SP. Lo accettarono senza credenziali. "Che cosa succede se arriva un altro Superbarrio?" chiesi. DAL MESSICO 11 Per un attimo pensai che Bruno rappresentava il braccio yuppie degli ultras e avrebbe concluso la sua inclassificabile biografia dirottando l'aereo su Haiti. All'atterraggio a San Crist6bal seppi che il mioarnicoeraatipicoquanto gli altri convenzionisti. Tutti erano ex-qualcosa e andavano in cerca di qualcos'altro, esseri intermedi che, anche se il 21 di agosto avrebbero votato in maggioranza per Cuauhtémoc Cardenas, cercavano la variante, l'esperimento. Tanto gli allievidella Contaduriache invitarono il candidato del PRI alla loro facoltà come i contadini di Puebla che scacciarono a sassate l'elicottero del governatore Manuel Bartlett, erano andati nel Chiapas con più domande che risposte. "È il rischio che corriamo." Tutto era a rischio, a cominciare dal significato di verosimiglianza. La Convenzione era un'epica della realtà virtuale: un esercito di ma- Il comondonteMarcos. Fotodi FelipeHaro. Naturalmente non potevano mancare gli spiriti con il tascapane che avevano già preso tutti i palazzi d'inverno e avevano perso i capelli e il buonumore leggendo ll saccheggio dell'America Latina. In una delle sessioni di lavoro un'anima intensa, con camicia e sguardo che aspiravano al rango di terrorismo russo, propose di "proibire gli scherzi". Secondo la sua visione del mondo, le barzellette erano rea- scherati convocava una riunione per la pace; il governo permetteva il viaggio di seimila delegati nella zona di guerra; un foro nella selva era battezzato Aguascalientes in omaggio alla città che riunì gli eserciti popolari della Rivoluzione nel 1914; e perfino la topografia contribuiva alla sospensione della logica: Aguascalientes è sulla strada per un villaggio il cui nome non potrebbe essere più emblematico: La Realidad (la Realtà). Pensai che fra le molte cose che sarebbero avvenute prima della Realidad c'era i I sabotaggio. Immaginai una fila di Superbarrios che reclamavano la loro improbabile autenticità. Questa era una provocazione carnevalesca, ma potevano essercene altre. Nei negozi dove i convenzionisti compravano lanterne all'ultimo minuto correva una voce: "Arrivano gli ultras!". Si temevano gli hooligans della sinistra con occhi da barricata e polso da mitragliatore. Secondo la profezia di Octavio Paz, l'ultimo stalinista morirà in America Latina, e c'era un comprensibile timore che questo ennesimo commissario del comunismo fosse nostro vicino di posto sull' Aerocaribe. Un ospite insolito L'aereo era appena decollato quando sentii una voce: "Ti ricordi di me?". Mi girai, aspettandomi di trovare un compagno di militanza degli anni Settanta ancora in attesa che gli restituissi la sua copia di Tutto quello che un rivoluzionario deve sapere sulla repressione. Era Bruno, un amico impresario che ha studiato all'ITAM (il Santiago de Composteladel nostro liberismo economico), appartiene alla Camera del Piccolo Commercio e pensava di votare per il conservatore Partito di Azione Nazionale. Dove lo portava questo curriculum? Alla Convenzione di Aguascalientes, nientemeno. Alcuni minuti dopo, Bruno contribuì ancora all'originalità del suo profilo. Rifiutò i panini perché contenevano prosciutto e lui è vegetariano. Poi mi mostrò un coltello svizzero: "Me lo sono messo nelle scarpe e sono passato al metal detector come se niente fosse. Non posso andare in un accampamento senza coltello!". zionarie. Ovviamente questo personaggio uscito da Lo scherza di Milan Kundera non aveva letto le mille e una lettera del sottocomandante Marcos. Il ritorno dei morti viventi A San Crist6bal i locali accettano gli hippies con karma e denaro che si fermano qui; vi sono numerose rivendite di pane integrale e ristoranti dove i francesi imparano a dire "mei;iu" in tzatzil. La città offre un'impressione di tolleranza, un paesaggio in cui si mescolano i cappelli di paglia, le cravatte dei funzionari locali, le barbe degli antropologi, le camicie ricamate e i capelli lunghi che commemorano i 25 anni di Woodstock. Ma è anche il luogo in cui avviene una lotta sotterranea. I mediatori del conflitto del Chiapas vivono in una continua tensione. Il vescovo Samuel Ruiz è vittima della stessa persecuzione di cui fu oggetto il suo predecessore Bartolomé de Las Casas; gli indios escono raramente dalla zona di Santo Domingo (la riserva dove offrono i loro tessuti multicolori); il giornale "El mundo" (un giornale locale in cui la vecchissima linotype obbliga a chiudere l'edizione a metà del pomeriggio) è stato perseguitato per aver pubblicato i comunicati dell 'EZLN e il negozio "El mono de papel" per aver venduto la rivista della capitale "La jornada". Nella mia precedente visita nel Chiapas conobbi un uomo che chiamavano "il giornalista". Per vari giorni si unì al nostro gruppo e trasformò la visita in una enciclopedica ispezione dello stato. Mi stupì il fatto che avesse tanto tempo libero e gli chiesi del suo lavoro: "Non vado mai al giornale: mi pagano per non scrivere". Questo è il silenzio che trovano i politici, i vincitori, i capi, i signori delle grandifincas. Nel XIX secolo San Crist6bal fu il bastione dei conservatori che si opponevano ai liberali di Comitan. Qui si ripete il dilemma di molte enclaves creole del Messico. I Maya appartengono al Salone della Fama della storia; il loro splendore si è perso nella notte dei tempi, una grandezza interrotta dal primo stivale spagnolo che
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