Linea d'ombra - anno XII - n. 97 - ottobre 1994

:·,~O , DALMESSICO IL MESSICO DOPO LE ELEZIONI Juan Villoro I CQNVITATIDI AGOSTO traduzionedi Alberto Cristofori Mi piace lafranchezza di un uomo mascherato. Il Pinguino in "Il ritorno di Batman" L'attesa di un leader Il sottocomandante Marcos si strofinava il naso con il pollice. Era l'unica prova che era sul podio consapevole dell'attrazione magnetica che esercitava sui seimila convenzionisti. La sua voce controllata esprimeva dominio della scena; la mano era un'altra cosa. Gli dava fastidio il passamontagna di cotone, diverso dal capo invernale con cui aveva iniziato la 1ivolta, o si trattava di un involontario segno di sufficienza? Il cronista non aveva a disposizione alai gesti per calcolare le reazioni del leader più carismatico e sconosciuto della nostra fine di millennio. (La stessa emica di sottocomandante sfida le classificazioni; inizialmente si pensò che si trattasse di un richiamo a Fuente Ovejuna e che il "comandante" fosse il popolo intero; ma vicino all'oratore principale c'era Tacho, con il rango di comandante. Quanti ce ne sono come lui? Marcos è solo una maschera vistosa a loro subordinata?) Il sottocomandante aveva tra le labbra la pipa canonica, la pistola alla cintura e qualcosa che sembrava un fucile a canne mozze (che lasciò sul podio, con la canna orientata verso la folla). Per 28 giorni, 600 zapatisti avevano lavorato 14 ore al giorno per trasformare una radura nella selva nel foro per la Convenci6n Nacional Democratica, ma l'oratore principale si comportava come se stesse incominciando un'altra giornata di lavoro qualsiasi. Marcos conosce il valore politico della lentezza. Salì sul podio, si accarezzò il naso con il gesto inutile dell'attesa e dell'orgoglio e salutò: "Benvenuti a bordo". I clienti amano il verde Molto prima di questo 8 di agosto sotto i riflettori della Convenzione, una venditrice del mercato di San Crist6bal de Las Casas ricevette uno strano cliente. Era il mai-zodel 1993 e Munda Tost6n aveva trenta passamontagna di lana sul suo banco. Il cliente li comprò tutti e gliene chiese altri 300. Per tutta l'estate, nel mercato dove si vendono le cose meno costose, si impose una moda mutevole. Quale Armani della montagna dichiarava la necessità di portare un cappuccio nero? Munda racconta quello che avvenne dopo: "A giugno vengono degli altri a comperare dei pantaloni verdi. Arrivano con i loro appunti: 50 paia del 28, 70 del 30 eccetera. Vanno di moda i pantaloni verdi. A luglio vogliono delle camicie marroni. In agosto vanno le fasce. Concludo bene l'anno, grazie a Dio. Il primo di gennaio apro il mio negozio, per vedere se vendo almeno qualcosa. Ma al mercato non c'è nessuno. Sono tutti al parco, mi dice uno, faccio meglio a chiudere. E lì ci sono tutti i miei clienti, che inaugurano i miei pantaloni verdi, le mie camicie maiToni, le fasce e i passamontagna. E dall'altra parte non vendo niente". La sollevazione si annunciò con i vestiti di Munda Tost6n. Il 31 dicembre la messa del gallo fu anticipata alle otto di sera. Anche i sacerdoti aspettavano qualcosa. Tre ore dopo i ribelli controllavano varie città del Chiapas. In Resistenza e utopia, un libro che dal l O di gennaio si è trasformato in una documentata profezia a posteriori, Antonio GarcfadeLe6ndescrive il proprio Stato come "un animale notturno e di abitudini strane". Quando il paese dorme, il Chiapas si alza. La mattina del I O gennaio entrava in vigore il Trattato di Libero Commercio; gli yuppies messicani si stavano mettendo la brillantina per entrare con stile nel primo mondo quando i notiziai·i parlarono dei piatti rotti durante i festeggiamenti per l'Anno Nuovo. L'animale notturno della storia del Messico era tornato a muoversi. Contro cosa protestava questo esercito la cui preparazione si notava più nell'uniforme che nelle armi? La prima spiegazione poteva trovarsi nell'opera del vescovo che oggi dà il nome alla città di San Crist6bal, fra Bartolomé de Las Casas: "Nessuno è né può essere chiamato ribelle se prima non è suddito". Nel 1974 il Congresso Indigeno aveva registrato nel Chiapas le offese subite dagli indios (i peludos, come sono chiamati a San Ciist6bal). In questa stessa epoca seimila catechisti partirono verso le selve e le montagne per insegnare dignità umana. Dal XIX secolo igoverni giacobini e la sinistra messicana hanno dimenticato il ruolo centrale della religione e della Chiesa nella vita del popolo. Mentre nelle aule si discuteva della "tendenza decrescente della tassa sui profitti" che avrebbe portato inevitabilmente al socialismo, nei sentieri dove il paese si dissolve in una selva di frontiera, tzeltales, tzatziles, choles, lacandones, mames e tojolabales recuperavano il significato ribelle della Bibbia e del Popol-Vuh: fra Bartolomé e l'inframondo di Xibalba sarebbero tornati con Marcos, l'evangelista armato di E-mail. Gabriel Said ha descritto il caso del Chiapas come "gueniglia post-moderna". Benché i giorni di combattimento e i morti siano stati reali, la principale funzione della guenigl ia è stata di rappresentare se stessa, mettere in scena gesti, abbigliamenti, testi politici. In buona misura, il suo successo è dipeso dall'aver abbandonato molto presto la violenza e dall'aver proseguito la battaglia con icomunicati che uscivano dalla selva. I giornalisti sono ar1ivati prima dei militari nella zona del conflitto e in molti casi l'esercito ha seguito i loro passi per incontrarsi con i nuovi zapatisti. Man mano che si diffondevano i reportage sulle condizioni di vita dell'ultimo angolo del paese, si ripeteva la domanda: "Perché non si sono ribellati prima?".

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