74 PRAGA/ BONDY Il romanzo fa chiaramente suoi alcuni canoni della fantascienza. Il "mistero della sopravvivenza" percentinaiadi anni di un socialismo degenerato è una licenza letteraria. Negli anni Settanta temevamo davvero che il regime sovietico neostalinista sarebbe durato a lungo (così come l'imperialismo occidentale con esso convergente), ma dall'inizio degli anni Ottanta è stato chiaro che non avrebbe potuto resistere. Il suo crollo definitivo è a mio, anche se non isolato, parere la conseguenza soprattutto della assoluta incapacità delle nuova classe governante che è venuta lentamente, ma stabi I mente, a formarsi nell'Unione Sovietica dalla metà degli anni Trenta. Durante gli anni Settanta e Ottanta essa ha assunto un carattere pienamente mafioso e l'interesse per l'arricchimento personale ha superato anche quello per la conservazione dello Stato sovietico. In un certo modo gliene possia~o essere grati, poiché ha posto speditamente fine a una mostruosità che, per il semplice fatto di spacciarsi perun ordinamento socialista, era letteramente di ingombro alla strada verso il futuroun tale "socia I ismo" non poteva che riempire di orrore chiunque. Oggi naturalmente la destra sfrutta tutto ciò a fini propagandistici e non c'è di che meravigliarsi. Hafiz e la monarchia asburgica: praticamente tutti i rimandi storici all'interno del romanzo sono intenzionalmente confusi e sono tesi a evidenziare la grande distanza storica tra la situazione dei fratelli e i nostri tempi. Gli "esempi storici" sono riportati come leggende trasmesse oralmente e deformate, allo stesso modo in cui i nostri contemporanei ripetono come pappagalli espressioni del tipo "i tempi bui del medioevo" oppure "le libertà del laRoma repubblicana" e così Bratislava Fotodi Dino Fracchia/Grazia Neri. via. Della suddetta monarchia ho naturalmente la stessa opinione che ne avevano Hasek e Musil. Per quel che riguarda le Repubbliche ceca e slovacca - si profilano dei tempi difficili e per niente entusiasmanti. La Boemia e i cechi si trovano di nuovo a confrontarsi con la Germania, ci sono abituati, sopravviveranno anche questa volta, ma già oggi è chiaro nell'intera Europa che gli eventuali vantaggi economici verranno pagati da noi a caro prezzo nella sfera non materiale, a cominciare dall'orgoglio nazionale. La Slovacchia, che non voleva la divisione della repubblica, ma una equa collocazione all'interno di una confederazione, ha la possibilità di acquistare una maggiore fiducia in se stessa rispetto al passato. Perché ciò avvenga, però, sarebbero necessarie delle condizioni politiche internazionali molto favorevoli e più stabili di quanto non semb1i possibile prevedere in presenza di un 1itmodella storia come quello a cui assistiamo. Ma almeno per una volta vox populi, vox dei: in ambedue le nuove repubbliche tutti dicono che la divisione della Cecoslovacchia non è convenuta a nessuno di noi: a chi, allora, è convenuta? Perché ha scelto uno pseudonimo ebreo? È una storia che ho spiegato numerose volte, tutti i giornali me lo chiedono. In breve: in segno di protesta contro la ricomparsa dell'antisemitismo in Unione Sovietica nell'inverno 1948-1949, l'intero gruppo surrealista praghese di allora, guidato da Karel Teige, si scelse degli pseudonimi ebrei per quello che era in assoluto il primo samizdat ceco - e io al mio ho preso gusto. Ancora oggi mi riempio di piacere quando gli attuali esponenti della destra prendono nuovamente a definirmi "quel maledetto ebreo", anzi, è perfino
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