54 INCONTRI/ LEASTHEAT·MOON Kansas.Fotodi Jay Dickman/Matrix/Grazia Neri. rizzazioni estreme sono la regola. E l'impressione che se ne ricava è di un posto poco ospitale, infestato da rednecks. Come mai invece i tuoi personaggi sono così normali? Tu dai l'ùnpressione di trovarli simpatici anche quando sono razzisti. Sì, questa gente mi piace, mi piacciono tutti, con pochissime eccezioni. A volte i rapporti si facevano difficili. Persone che conoscevo oramai bene saltavano fuori all'improvviso con commenti decisamente razzisti che fino a quel momento avevano evitato di esprimere. Sapevo che l'intesa era basata sulla decisione reciproca di non esprimere a voce alta il proprio pensiero quando offendeva l'altro ... era una forma di rispetto, per questo mi dispiaceva quando qualcuno infrangeva il patto silenzioso. D'altro canto, per scrivere su di loro era necessario stabilire una comunicazione, e io ho molto rispetto per le persone che incontro viaggiando. Divido con loro la casa, il cibo, e quindi evito di rivolgere loro domande aggressive, di provocarle. Non mi interessano le caratterizzazioni fasulle, "il colore locale". Cerco invece di tirar fuori il meglio di quello che hanno da dire, non le accuso di niente, nemmeno quando è ovvio che fanno errori riguardo alla gestione del territorio, delle risorse. L'aggressività non serve, e comunque la maggior parte delle persone che hanno un atteggiamento distruttivo nei confronti del mondo naturale, per esempio, non sono consci e di commettere un errore, non sono in malafede. Noi) mi piacciono gli scrittori di libri di viaggio che ironizzano pesantemente sull'ignoranza, l'arretratezza e la stranezza delle persone che incontrano e con le quali hanno rapporti. Gli inglesi, per esempio, la tradizione inglese è maestra in questo campo: chiunque non abbia le stesse abitudini di vita, per gli inglesi, "sbaglia", "non sa quello che si perde". Era così per gli scrittori dell'Ottocento e lo è anche per quelli di adesso. E non mi piacciono nemmeno gli scrittori che "creano" o "compongono" i loro personaggi senza dar modo al lettore di distinguere tra realtà e invenzione. Io uso l'immaginazione non per cambiare o distorcere la verità di una storia, ma per renderla attraente, vivace, per il lettore. Faccio uno sforzo continuo per mantenere viva la mia immaginazione, e la uso soprattutto per rendere fresco, nuovo il mio linguaggio. Confondere il livello.della realtà con quello della finzione, per uno scrittore di questo genere di libri, è un grave errore, perché distrugge il legame, il rapporto di fiducia tra lui e il lettore. Nei tuoi libri ci sono molte persone. Ma ci sono anche quattro "person(ficazioni" che dominano la scena in modo assoluto: la terra, l'aria, il fuoco, l'acqua. I quattro elementi. Sì. Chiunque sia stato negli Stati Uniti sa che il paesaggio domina le persone, le minimizza, le riduce. Specialmente nelle Grandi Pianure, gli elementi sono assolutamente presenti, visibili. Non tanto il fuoco, forse, ma la terra, il paesaggio, l'orizzonte, l'aria, il vento, il clima tempestoso. E poi sì, arrivano i grandi incendi, o le alluvioni. Sono cose con cui gli abitanti convivono, che hanno sempre presenti. Norman MacLean, l'autore di In mezzo scorre il fiume, sembra avere il tuo stesso atteggiamento riguardo ai quattro elementi, magari con una variante presbiteriana. In realtà ne fa i protagonisti del libro. E ci sono altri scrittori americani, come Jim Harrison, che attribuiscono grande importanza al paesaggio, a quello del West di solito.
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