Linea d'ombra - anno XII - n. 96 - settembre 1994

Ne/futuro cosa comunicherà la gente attraverso i nuovi mezzi se la nostra vita affettiva e intellettuale tende ad impoverirsi ? L'infelicità umana non è una novità. La gente oggi può farsi rinoplastiche, nuove protesi, chirurgie plastiche. Possono diventare più eleganti ma non possono per questo diventare felici. Si è ma.i cimentato in un ipertesto? Non credo nelle potenzialità del romanzo interattivo. Alcuni miei testi critici sono diffusi in forma di ipertesto ma credo che per la fiction questo sia debilitante, e distrugga i contenuti letterari. L'esperienza ipertestuale è un po' come quella di leggere un'enciclopedia, ma non è una esperienza letteraria. È come scorrere in fretta i titoli di una biblioteca. È una esperienza frammentaria. Da qualche anno in Italia sono apparsi i primi esperimenti di fiction ipertestuale. li lettore, si dice, può partecipare attivamente alla creazione stessa del racconto. Questa retorica è frequente in chi vende ipertesti. In America, gli ipertesti sono in giro da vent'anni ma non ho mai visto una sola opera letteraria valida in forma di ipertesto. I lettori di uno stesso ipertesto leggono in realtà diversi testi. Non hanno nessuna esperienza letteraria in comune. In un'opera letteraria non possono mancare modelli estetici e scelte precise. L'ipertesto ha tutta l'aria di essere esaltante ma è in realtà deludente. Pynchon, Ballard, Barth, Vonnegut, Burroughs, Cortazar, Dick ... Vi attribuiscono molti padri e ascendenze. Ma qual è la nuova componente del movimento dei cyberpunk? Il computer e la riproduzione. Sta in questo, oggi, il mutamento della comunicazione. I racconti di Cortazar suggeriscono letture alternative; se avesse avuto un computer si sarebbe accorto di questa coincidenza tra romanzi labirintici e ipertesti, ma sarebbe stata una perdita di tempo per lui. Nella narrativa italiana, a partire dall'ultimo Calvino, si tende a dare una priorità ali' esigenza conoscitiva (di organizt.azione e catalogazione del sapere) piuttosto che alla dimensione morale propria della letteratura.Cosa ne pensa? Non chiedo alle cose di essere buone ma interessanti. A volte, però, penso che il male esista; ho incontrato criminali da cronista e ho visto in loro una perfidia radicata. Quale è oggi il ruolo della letteratura? Molto periferico. Ha una struttura che non cattura quelle che oggi sono le questioni cruciali. È il linguaggio, il pensiero che oggi conta, non le narrazioni. Ma il linguaggio stesso rischia di impoverirsi. In America c'è oggi più ignoranza in rapporto all'eccesso di informazione. L'ignoranza, secondo Vonnegut, è una forma di difesa difronte ai troppi segnali che ci circondano. È un problema reale ma non capisco come sia possibile salvarla. Bisogna trovare un modo di organizzare le informazioni, per raggiungere una cèrta coerenza intellettuale in modo da essere surfisti dell'informazione e non annegarci. Io però non sono un profeta che può camminare su queste acque. Leggi autori italiani? Eco, Calvino, le Cosmicomiche sono eccellente fantascienza. In Europa il romanza è diventato da una parte molto astratto POST·MODERNI/ STERLING4S ArchivioEffigie. e intellettualistico, sofisticato e autoreferenziale; dall'altra si avvicina alla realtà, al reportage. Non ci sono più storie? L'idea che non si siano storie da raccontare in Europa e in Italia mi sembra totalmente assurda. Credo che il problema è che gli scrittori non le sappiano riconoscere, non è colpa della civiltà. A differenza di quanto diceva On-velioggi le informazioni non possono essere più controllate neanche dal potere, e questo lascia spazi imprevisti alla libertà individuale. Sì, è così. Ogni espressione sta diventando digitale, ma al tempo stesso ogni cosa sembra dover avere un prezzo. Le due cose sono in contraddizione. C'è un'area in cui non c'è censura, un underground pieno di attivismo, vitalità. Lei si definisce uno scrittore di frontiera. È, come dire, un pioniere, non un indiano. Vengo dal Texas. È lì che è nata laElectronic Frontier Foundation di cui parlo in The Hackers' Crackdown. Non è una frontiera hollywoodiana ma quella comunque dura, di gente che vuole avere accesso al nuovo oro. Oggi c'è avidità nel mondo dell'informatica, anche se molta gente ne viene distrutta. I vecchi manager dell'IBM sono gli indiani della frontiera elettronica che prima avevano un benessere, erano borghesi felici e adesso sono licenziati in 12-13.000. Sono vittime di un'economia che si è trasformata. Un nuovo mondo emerge: non è né migliore né peggiore ma più interessante. Non lo giudico. Ma sono entusiasta, la gente sta facendo vari esperimenti in cultura, anche nelle corporazioni. E poi, la guerra fredda è finita ... La sua frontiera, però, è quella bianca, anche se in America, dall'inizio degli anni Sessanta, interagiscono coscientementegruppi etnici che hanno prodotto qualcosa di diverso dal melting pot, dove le minoranze sono state limitate nella loro libertà. Ha ragione. Maèl'unicafrontieracheabbiamo. La mia esperienza è molto positiva. Posso ricevere le lettere dei miei fans attraverso l'Internet, mi occupano un megabyte alla settimana. Molto meglio che fare conferenze.

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