Linea d'ombra - anno XII - n. 96 - settembre 1994

42 POST·MODERNI/ McELROY sull'Interstate tenterebbe una bravata come quella. E nel suo cuore aveva sempre saputo che era naturalmente il solito cane rognoso e rabbioso mezzo cieco di ieri che non riusciva a sopportare il cielo di mezzogiorno, la luce per terra, e, cercando l'ombra della casa, era entrato dalla finestra rotta della camera da letto mentre la famiglia pranzava. Il sangue di suo figlio è al sicuro da quel cane, che non aveva bevuto né mangiato e neanche alzato gli occhi quando lui aveva portato due piatti e poi aveva portato il bambino per fargli vedere questa creatura perseguitata, col muso per terra, troppo stanca per avere la rabbia o la rogna, dove era finito cadendo con una zampa posteriore in fuori, il pelo incrostato di fango. Un sospiro ha dato profondità alla stanza, quello di sua moglie, e li minaccia con la prospettiva di lei. La donna si volta. Sente col corpo, con la mente, si rifiuta di parlare nel sonno, sente suo marito se è necessario, ma continuerà a dormire finché, verso l'alba, sentendo il bambino che scoppia a piangere, probabilmente uscirà dal letto con un solo movimento, andrà a prenderlo, lo terrà in braccio e lo cullerà. Così l'uomo sa dal suo respiro che lei adesso non sta ascoltando davvero questi suoni. Che ritornano nella luce lunare, vocali in un ordine completamente nuovo, dette e tentate, o coraggiose; non piante, ma pronunciate. Più la oh che l'uomo capisce bene adesso-quinta vocale, è lei. Si aprono l'una nell'altra senza confondersi, al suo orecchio come le chiacchiere che sente nella cucina di un contadino Hopi, un cane che abbaia all'aperto nel vento polveroso della mesa. Suoni che vengono verso di te e si fermano troppo presto. Ciò che era là è qui; e adesso che l'abbiamo trovato ci rivolgiamo a lui. A nove mesi e cinque giorni, è possibile che suo figlio stia già elaborando una sua lingua? Che cosa comporta? solo il respiro che si rompe nella sua gola e che in maniera primitiva modifica la sua antica funzione. Esso ritorna in lui, uno spirito - un modo che è tutto suo. Ecco che cos'è: il linguaggio di suo figlio con la complicità della notte portato qui da molto lontano.Mal' uomo è il padre, ha troppo ingioco per permettersi di credere ancora a queste cose stanotte. Ci ha mai creduto? La oh preme le labbra del bambino, le riconosce nel sonno. Egli le preme, così attratto dalle vocali notturne. Là, qui, trovato, rivolge, era quando l'uomo si è inserito. Ma poi: trovato, là, rivolge, qui. Stai bene? mormora la donna più o meno remota, come se lo pensasse altrove. Mmmm, risponde lui, vicino al figlio. È vero che sua moglie fa così tanto, che nutre il figlio? Non la invidia. C'è forse una rabbia nella voce del bambino, che è solo naturale? È consapevole di una lunga e contorta risposta affermativa, ma essa gli viene fuori da qualche altra parte e lui non l'afferra. Imparerà il linguaggio di suo figlio. È il linguaggio di un figlio. Puoi fare almeno questo sforzo. Sta cambiando, però, è "oh, ah" - rivolge, trovato - ma i noti suoni eh e uh che seguono hanno cambiato il loro significato in se e scuro, eh, uh - con ancora una volta quella oh che è poco più di un suono vicino che segue la uh di "scuro" che è quasi una cosa estranea, una recita. Così quello che l'uomo capisce è: Solo se ti rivolgi a lui trovi - e solo se è scuro. Pensandoci, lo capisce, il bambino di nove mesi, ad anni di distanza da quella comunicazione che è meglio che non venga dal padre, comunque, ma da qualche altra parte, da fuori. Non è affatto proveniente da suo figlio, ma attraverso suo figlio?-come l'uomo parlerà al bambino (Sei pronto per un pisolino) ma parlando in realtà a sua moglie, l'altra vera persona presente? La bocca del bambino che si apre nel buio, o si contrae; cullando la vecchia vita di questi suoni, esercitandola. Ma c'è una cosa da qualche parte che l'uomo deve fare. È la oh? Col respiro quasi più che con la voce, risponde eh, uh, ih, ah. La luna che sbuca da dietro una mappa di nubi è severa. Ebbene, può darsi che l'uomo si sbagli, ma è come se la mente del bambino probabilmente addormentato stia pensando quello che ha appena sentito. Ed ecco, di sorpresa, un nuovo ordine, "ah" prima di "oh" - trovato; ma non rivolge, bensì ancora. E ih, ah, ma non col significato di qui, là o se scuro, ma di un risultato, un tema. E oh. Che pensava di essere lui, il padre, ridotto a quello che forse era un tempo - la dimostrazione che questi suoni potrebbero essere non sentimenti o significati. Questo bambino ammicca alla luna, strabico, senza sapere che c'è un uomo che si china sulla sua culla e guarda dentro alla culla lui e la lenzuola disfatte; o dorme? L'uomo che attraversa la stanza per ritornare a letto ha la sua teoria. È il suo modo di essere innamorato del figlio, di non svegliarsi completamente se si è appena addormentato. L'idea è che tutto questo viene da suo figlio - il bambino non aspetta di aver qualcosa da imitare. È tardi e non è un gran che come teoria; aiuta l'uomo a restare attento ai suoni. Sveglio o addormentato continuerà a seguire suo figlio, che era addormentato di sicuro e l'uomo lo sente parlare nel sonno come se fosse lui stesso da anni e anni. Mentre il giorno seguente l'uomo non ci ha pensato molto. Perché durante il giorno, nel complesso, il bambino resta sveglio. Eri sveglio e agitato la notte scorsa, dice lei. L'uomo le racconta che, per come si sentiva, avrebbe anche potuto essere sonnambulo. Eri in piedi vicino alla culJa, dice lei, l'hai coperto? Lui pensa di no. Lei gli dice quanto era stanca. Continua, dice lui, perché lei capirà cosa intende dire, essi accettano la sua resistenza e tentano di non sprecarla. Continua? dice lei, ma sono d'accordo, lei continuerà a essere quello che è. Hai parlato ancora, dice lei, intendendo nel sonno. Ne sei sicura? chiede lui. Avvicinantesi al bambino come se non ci fosse differenza fra quello che fa lei e quello che fa l'uomo è la luce della loro attenzione alimentata da questa bella luce del deserto che lasciano filtrare le finestre di loro proprietà. Il bambino, a cui igenitori parlano, li vede come se stessero semplicemente parlando. L'uomo fa grrr e, sbucato improvvisamente dal nulla all'altezza di sei piedi dal suolo, il corridore della strada, il loro raro, serissimo ed elusivo, violentemente timido, magro corridore della strada, si vede volare all'aperto per dieci metri davanti alla facciata della casa. Mentre, più vicino, sull'ampio davanzale di quercia grezza della finestra, una lucertola con la coda zebrata che non dovrebbe trovarsi in questa zona entra nel loro campo di osservazione restando invisibile per il figlio, che sorride, come se avesse dimenticato l'ultima notte, e si esalta con un misurato ha ha. Ma ali' ora di andare a letto hai dimenticato che per tutto il giorno hai aspettato il momento in cui non avrebbe imitato i genitori, ma condiviso il proprio linguaggio. E nel sonno dell'uomo è la seconda notte, e alla stessa ora il bambino parla, nove mesi e sei giorni. E l'uomo è lì per lui in cinque secondi per trovare sparso sul naso e sulla bocca di suo figlio come uno splendore di latte il pallido sigillo della luce notturna proveniente da una luna salita non più in alto dell'ampio cielo meridionale ma pronta a salire più in alto sorvolando indifferentemente questo mare sud-occidentale del deserto, e il neonato con esso. I tentativi vocalici lanciati la notte scorsa si uniscono l'uno all'altro veloci come se sapessero dove andare, è l'abitudine, ma è un'altra notte, non è qualcosa che sta dicendo o qualche protesta, ma dei suoni. Così il lavoro della notte scorsa è lasciato alle spalle con l'uomo, come se i nomi di cui suo figlio aveva bisogno fossero ormai stati dati -,al lupo del vicino, l'acuto richiamo del pallido pipistrello che si nutreper terra, i volti dei genitori, le mani che esamina alla luce della luna1con gli occhi nell'ombra, il gioco mobile che ondeggia sopra la mano di un intruso che tocca le sbarre della culla, il cane che hai scacciato che il bambino non si stupirebbe di trovare accucciato sul pavimento di mattonelle. Quei nomi adesso

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