FOTOGRAFIA 29 Roberto Koch MARIO LEONE, UN FOTOGRAFODELLAMEMORIA Alcuni mesi fa il Comune di Arezzo ha organizzato nelle Sale delle Logge Vasari una mostra di Mario Leone, fotografo eclettico, illustratore e poeta. L'agenzia Trestelle ha pubblicato un piccolo catalogo, che è quanto abbiamo potuto visionare: Il pittorialismo delle immagini di Leone è dovuto ad una formazione artistica da autodidatta che ha attraversato i vasti campi del ritratto, del dipinto ad olio, dell'illustrazione (che lo ha impegnato in una lunga collaborazione professionale con la rivista "Grazia"), del fumetto (che ha pubblicato in alcune edizioni Sugar e Munari), della letteratura di fantascienza, per approdare alla fotografia. Qui ha addirittura inventato una particolare tecnica di riproduzione, che ha chiamato "luminografia", una tecnica simile a quella della litografia, ma applicata a carta fotografica e a colori. Le immagini di Mario Leone sorprendono innanzitutto per la loro freschezza: siamo davanti ad un autore che comunica il piacere del dilettante, di colui che usa un linguaggio per diletto, per passione e non già o non solo per committenza o professione. Estremamente poetici, i suoi ritratti e i suoi "paesaggi con persone" risentono di una forte ambientazione campagnola, del mondo della sua memoria, e sono pervasi da continui riferimenti al lavoro di grandi artisti, come sottolinea Lorenzo Sbragi nella sua introduzione alla mostra, "dalle cadenze espressionistiche delle sue nature morte, all'impressionismo dei suoi paesaggi, ai ritratti che richiamano Antonello da Messina oLorenzo Lotto". Formalmente la costruzione delle immagini è semplice; mal' innocenza contadina delle sue foto si sposa con una libertà d'espressione che deriva dal ricco mondo culturale di Leone, che, curioso e attento verso molti aspetti della cultura, ha studiato a lungo anche letteratura anglosassone e musica, in particolare jazz, e ha mantenuto lo sguardo dell'infanzia sulle meraviglie del mondo. Viene immediato l'accostamento con un genio della fotografia italiana, quel Mario Giacomelli che anche lui artista straordinariamente libero ha toccato i livelli più alti del successo internazionale come fotografo, mantenendo un comportamento e uno spirito da dilettante, e continuando a tenere separata la sua vita lavorativa da quella artistica. Leone fotografa in varie direzioni, sembra ora attratto da paesaggi o nature morte virtuose, da fotoamatore, ora colpito dalle persone, dal ritratto, realizzato con soggetti appartenenti al suo mondo; ma dove mi sembra che la sua espressione diventi più felice è nelle fotografie dei "gruppi", come gli scolari che corrono nel viale, o l'ingenuità dei turisti sorpresi durante la foto ricordo sulla terrazza del Duomo, dove l'ironia dell'autore sorprende anche una signora intenta ad aggiustarsi le calze sotto lo sguardo attento di una suorina e delle sue allieve. E poi foto di bambini, tante, con colori tenui, pastello, spesso elaborati in sede di stampa. Viene da augurarsi che il lavoro di Leone venga conosciuto meglio e forse in una nuova mostra in cui insieme alle fotografie venga presentato, in un contesto polivalente, il resto della sua espressione artistica. Lefotodi Mario Leonepubblicatein questepagine sonodegli anni Cinquanta-Sessanta,scattatea SanPolo,Arezzo.
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