Linea d'ombra - anno XII - n. 96 - settembre 1994

16 MESSICO/ FUENTES Il generale rise e diede una manata sull'acqua. Disse che mio papà era sempre stato un coglione, che si era trovato la pappa pronta, affari puliti, quando il generale Cardenas fece il favore a quelli di Calles di sbatterli fuori dal governo. Mi raccontò, mentre si lavava la testa, che fino ad allora lui aveva vissuto dello stipendio da ufficiale. Cardenas lo obbligò a non vivere più a carico dello Stato ma a guadagnarsi la vita facendo affari. Le vecchie fattorie non producevano. I contadini le avevano bruciate prima di andare a combattere. Disse che fintanto che Cardenas ripartiva le terre si doveva produrre. Si misero insieme gli uomini di Agua Prieta per comprare, come piccoli proprietari, i fondi delle fattorie che erano stati risparmiati. "Seminammo canna da zucchero a Morelos, pomodori a Sinaloa e cotone a Coahuila. Il paese poté mangiare e vestirsi fintanto che Cardenas faceva andare avanti i suoi terreni che però non riuscirono a dare di più perché quello che ogni contadino vuole è il suo pezzettino di terra tutto per sé, di proprietà, capisci? Io misi in marcia le cose, tuo papà le ha solo dovute amministrare quando io me ne andai da vecchio. Che si ricordi di questo quando alza la voce con me. Comunque parola mia che mi è piaciuto. Gli starà venendo la spina dorsale. Chissà cosa gli è successo?" Alzai le spalle, non mi sono mai interessati né gli affari né la politica. Dov'è il pericolo in tutto questo? Che pericolo esiste in confronto a quello che aveva vissuto in precedenza mio nonno, alle cose che mi interessavano? Fra tantissime foto con i capi della rivoluzione, quella di mia nonna donna Clotilde è una cosa a parte. C'è una parete solo per lei con a fianco un tavolo con un vaso pieno di margherite. Se il nonno fosse credente ci metterebbe anche le candele, credo. La cornice è ovale e la fotografia è firmata nel 1915 dal fotografo Gutiérrez, di Le6n, Gto. Questa signorina antica che fu mia nonna sembra una bambola. Il fotografo colorò la foto di rosa pallido e solo le labbra e le guance di donna Clotilde sono accese da una mescola di rossore e sensualità. Era realmente così? "Era da film", mi dice il generale. "Era orfana di madre e suo padre venne fucilato da Villa perché era un usuraio. Dove passava Villa estingueva i debiti dei poveri. Ma non gli bastava e come deterrente faceva fucilare gli strozzini. lo penso che l'unica realmente spaventata fosse la mia povera Clotilde. Raccolsi un'orfanella che avrebbe accettato il primo uomo che si fosse offerto di proteggerla. Quante orfane di quella regione diventarono puttane da caserma o, con un po' di fortuna, artiste di varietà, pur di sopravvivere. Col tempo imparò a volermi bene." "Lei l'ha sempre amata?" Il nonno annuì, fatto su nelle coperte. "Non se ne è approfittato, vedendola così smarrita?" Questa volta mi lanciò una occhiata di collera e spense di colpo la luce. Mi sentii ridicolo, seduto al buio, mentre mi dondolavo sulla seggiola di vimini. Per un po' si sentì solo il rumore del dondolo. Poi mi alzai e m'incamminai in punta di piedi disposto ad andarmene senza dare la buona notte al generale. Mi trattenne un immagine molto dolorosa e molto semplice. Vidi mio nonno morto. Lo trovavamo a letto morto una di queste mattine, poteva anche succedere, e io non gli avevo mai potuto dire che gli volevo bene, mai più. Lui diventava freddo velocemente come le mie parole. Corsi ad abbracciarlo nel buio e gli dissi: "Le voglio tanto bene, nonno". "D'accordo, ragazzo. È lo stesso per me." "Senta, io non voglio incominciare la vita con la pappa già pronta, come dice lei." "Neanche per idea. È tutto a mio nome. Tuo papà amministra solamente. Quando morirò, lascerò tutto a te." "Non voglio, nonno; nonno, io vorrei incominciare da zero, come ha cominciato lei ..." "I tempi sono cambiati. Che cosa avresti fatto, allora?" Sorrisi appena: "Mi sarebbe piaciuto castrare qualcuno, come lei ..." "Raccontano ancora questa storia ? Beh, sì è vero. Solo che quella decisione non l'ho presa da solo, capisci?" "Lei diede l'ordine: capponatelo, immediatamente." Il nonno mi accarezzò la testa e disse che quello che nessuno sa è come si prendono queste decisioni, che non si prendono mai da soli. Ricordò una notte di falò alla periferia di G6mez Palacio, prima della battaglia di TorTe6n.Quell'uomo che lo aveva insultato era un prigioniero, ma era anche un traditore. "Era stato dei nostri. Passò ai federali e raccontò quanti eravamo, come eravamo armati. I miei uomini l'avrebbero ucciso in ogni caso. Io non ho fatto altro che anticiparli. Era la loro volontà. Divenne la mia. Lui me ne diede l'opportunità, insultandomi. Adesso raccontano quella storia molto pittoresca, che palle mio generale Vergara, l'autentico Generale Coglioni, sì signore. No, magari. Non fu così facile. Lo avrebbero ammazzato comunque e a ragione se era un traditore. Ma era anche un prigioniero di guerra. Quelle sono cose del codice d'onore militare come io lo intendo, ragazzo. Per quanto disprezzabile fosse quel tipo, adesso era un prigioniero di guerra. Risparmiai ai miei uomini di ammazzarlo. Penso che questo li avrebbe disonorati. Non avrei potuto trattenerli e questo avrebbe disonorato me, ritengo. La mia decisione fu quella di tutti e quella di tutti fu la mia. Vanno così queste cose. Non c'è modo di sapere dove inizia la tua volontà e dove inizia quella dei tuoi uomini." "Sono tornato per dirle che mi sarebbe piaciuto nascere ai suoi tempi ed essere stato con lei." "Non fu un bello spettacolo, tutt'altro. Quell'uomo si è dissanguato fino all'alba nella polvere del deserto. Poi se lo mangiò il sole e gli avvoltoi lo vegliarono. Noi ce ne andammo, sapendo in cuor nostro che quello che avevamo fatto lo avevamo fatto tutti. Invece se lo fanno loro e io no, né io sono il loro comandante né loro si sarebbero sentiti tranquilli per la battaglia. Non c'è niente di peggio che uccidere un povero cristo da solo guardandolo negli occhi prima di ucciderne molti senza faccia, dei quali non vedi neppure lo sguardo, è così." "Che voglia, nonno ..." "Non ti fare illusioni. Non ci sarà di nuovo una rivoluzione così in Messico. Queste cose succedono una volta sola." "E io, nonno ?" "Poverino il mio ragazzo, abbracciami forte, figlio mio, ti capisco, giuro che ti capisco ... che voglia di tornare giovane per stare io con te. Cosa riusciremmo a fare, Plutarco, tu ed io insieme, che cavolo." Con mio padre, il laureato, parlavo poco. Ho già detto che noi tre ci riunivamo solo per la merenda e lì era il generale a tenere banco. Mio padre mi chiamava a volte nel suo ufficio per chiedermi come andava la scuola, com'erano i miei voti, a quale università mi sarei iscritto. Se gli avessi detto che non lo sapevo, che passavo il mio tempo a leggere romanzi, che mi piaceva andarmene in mondi lontani, la Siberia di Michele Strogoff, la Francia di D' Artagnan, che m'interessava molto di più sapere quello che non avrei mai potuto essere che quello che avrei voluto essere, mio papà non mi avrebbe sgridato, non ne sarebbe neanche rimasto deluso. Semplicemente, non mi avrebbe capito. Conoscevo bene il suo sguardo perplesso quando si diceva qualcosa che sfuggiva completamente alla sua intelligenza. E questo faceva più male a me che a lui.

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